sabato 31 dicembre 2011

5IVE: 5ive

POST-METAL, STRUMENTALE, STONER
I 5ive di cui intendo parlarvi, non sono cinque ragazzi britannici alla ricerca di rapporti etero/omosessuali per l'intensa (e altra) ricerca di un vettore bensì più truculento (quanto grande, di diametro sia chiaro). No. In questo universo, i 5ive possono sdoppiarsi e fondersi in una band di Boston, Massachusset. Alla faccia di chi non crede al taoismo (me compreso). Nati nel 1998, i musicisti in questione decisero sin dalle prime armi di abbandonare ogni sorta di standar ideal-tipico della forma canzone, per infischiarsene dei decibel, e alzare la testa verso il firmamento occulto. Mossa azzeccatissima. Formazione a due componenti, quella in questione è una strategia poco in voga nel mondo a cui apparteniamo, ma che in tal caso sa appagare, violentare, sedurre, ammaliare, confondere, sobbalzare, e vi dirò, de-scorporare in più e milleppiù frammenti. Come due colonne rituali-mesoamerciane, le colonne di rat-muff distorsion erette a sistema totemico di riferimento, diventano centro dell'universo e orientano il pensiero all'ascesi.

venerdì 30 dicembre 2011

STARCHILD: The Futurist

SPACE-DOOM, PSYCHEDELIC
Quando sento dire che per "underground" si intende quell'infinità di gruppi per così dire "autonomi", i quali non sanno come pubblicare il loro lavoro, ricorrendo dunque ad etichette indipendenti dei più svariati tipi e biologie, non mi resta che godermi orgasmicamente l'idea che esista un ulteriore "under-underground".
In questo fatato mondo sotto-sotterraneo, confluiscono invece tutte quelle realtà che non solo farebbero fatica ad essere prodotte nel sub-strato sovrapposto, ma forse, vi "stoner-ebbero" addirittura!
Ed immergendoci in questa dimensione meravigliosa e translucida (in cui spesso l'aria sa di Incenso, l'acqua di Oppio ed il cielo è color Peyote), dove spesso si rischia (a mio avviso fortunatamente) di imbattersi in creature mitologiche di cui mai e poi mai avremmo certificato l'esistenza, benchè meno sotto tortura guantanamiana.

giovedì 29 dicembre 2011

UFOMAMMUT: Lucifer Songs

SPACE-DOOM, PSYCHEDELIC, VISUAL
Datato 2005, Lucifer Songs è un album che segna profondamente l'attività artistica degli Ufomammut. Prima di tutto, perchè sarà l'ultimo album registrato per un'etichetta straniera entro i primi dieci anni del 2000 (Rocket Recordings), portando il trio a decidere di fondare una propria label (la oramai arci-nota Supernatural Cat) nata dalle mani della Malleus, e che vedrà figurare tutto un'insieme di realtà sperimentali italiane più che interessanti (tra le quali Lento, Morkobot e OvO); secondariamente, a causa del fatto che la band da questo momento in poi virerà con evidente volontà di interessi alla ricerca di un sound nuovo, e per così dire rinnovato, rispetto all'album del quale fra poco parlerò con grande piacere, e che in un certo senso, costituisce la chiusura di una trilogia cominciata con Godlike Snake, e fortificata dall'incredibile Snailking.

mercoledì 28 dicembre 2011

LENTO: Icon

POST-METAL, SLUDGE, VISUAL, AMBIENT
In epoche ancestrali, esistevano mondi senza strade, senza grattacieli, senza supermercati.
In quelle imponenti frazioni di tempo, il cielo era gelido ed il ghiaccio avanzava sul terreno come un cancro opaco intento a dominare la terra. L'uso della parola, a noi tutti indispensabile oggi, non era che un nulla infinitesimale rispetto alla preponderanza delle catene montuose, all'oscurità dei deserti vulcanici, al sordo rumore di carne sventrata e masticata da qualsivoglia animale intento alla sopravvivenza. Gli uomini, erano quanto di più lontano si possa immaginare attualmente (forse..). E allora si cercavano riferimenti tra le asperità di una natura selvaggia, puttana ostentatrice di una non presenza crescente, sempre più dominante, sempre più strisciante fra le paure di un genere umano votato all'eterna guerra contro il caos universale. Costellazioni, animali, piante. Tutto, appariva riferimento utile, icona, fotogramma statico con il quale orientare la propria stabilità mentale. Qualcosa in cui credere, non importava cosa.

martedì 27 dicembre 2011

Fase 4: Antico e Moderno

YOB
ISIS
Si stava parlando di YOB e dei loro legami con Neurosis e compagnia. La band di Mike Scheidt resta comunque ancora fortemente legata al doom strettamente detto, ma che dire di tutte quelle band che doom non sono ma che comunque ne sono influenzate in maniera più o meno forte? Si tratta di gruppi che si distinguono da tutti quelli che abbiamo trattato finora perché non affondano le loro radici nel metal tradizionale (l'”antico” del titolo), quanto piuttosto in una versione “moderna e intelligente” dell'hardcore. Quando vennero fuori si parlò di postcore, un termine che in fondo voleva dire tutto e niente perché comprendeva band strettamente hardcore come i Converge a fianco di altre più legate ad altri generi (come gli splendidi Breach). Cosa c'entra tutto questo col nostro discorso? C'entra, perché alcuni dei capostipiti di quella scena hanno preso molto dal doom, in maniera più o meno manifesta. Delineare una tassonomia e una storia di queste band sarebbe compito improbo e al di là di quello che è lo scopo di questo lavoro. Si tratterebbe infatti di parlare di band storiche come Godflesh (che

BONGZILLA: Apogee

STONER, DOOM, METAL
Immaginate un mondo verde, dove al posto di foreste di larici, lunghi e snelli fusti di canapa dominano le terre. Questo, è molto probabilmente il tipo di pianeta in cui andrebbero a vivere i soggetti di cui si intende parlare in questa recensione. Formatisi nel Wisconsin, i quattro criminali dell'udito dall'inequivocabile nome di Bongzilla, hanno saputo dare nel corso della loro attività notevoli contributi all'evoluzione della scena stoner-doom statunitense, sapendo influenzare con grandissima caparbietà una vagonata di band locali che fino a quel momento erano costrette ad usare apparecchiature ancora poco inclini al mastodontico culto dell'amplificazione. Mike Makela, infernale voce e chitarra, colpisce subito i neofiti a causa del suo acidissimo uso delle linee canore: sgraziate, rasentanti la possessione demoniaca e (purtroppo) a molti non gradite. Le sonorità delle chitarre per contro, trovano estimatori infiniti da più e più varianti della realtà doom, dimostrandosi essere uniche, compatte e di grandissimo spessore data la loro imponenza.

sabato 24 dicembre 2011

BUON NATALE DA DOOMMABBESTIA!

A tutti quanti voi, un augurio di Buon Natale! Nella speranza che il vecchio grassone vi porti tutto quello che avete sempre desiderato... ovvero tanto sano metallo dommeggiante!

Le recensioni riprenderanno da settimana prossima.
Ancora auguri, discepoli del caos!


MIRKO, ILARIA E MAX

(per gradire, ecco il nostro regalo di natale.. quì sotto..)

venerdì 23 dicembre 2011

SONS OF OTIS: Spacejumbofudge

STONER - SPACE DOOM - VISUAL
A tutti coloro che credono che lo space-doom sia una forzatura stilistica o un modo di atteggiarsi, rispondo con questa recensione. I Sons Of Otis, hano dato alla luce oramai 8 pubblicazioni, di cui 1 split e 1 EP. Il loro lavoro, è senza dubbio a tratti discutibile e spesso ripetitivo: mettiamola così, non per tutti. Ma quando gli occhi scorrono su Spacejumbofudge (1996) la faccenda cambia parecchio. Allora, due precisazioni: non per leccare il culo.. ma credetemi, un album del genere prima del 2000 non l'ha fatto nessuno. Piaccia o meno, ma è così. E le cose da gradire, sono innumerevoli. Da un punto di vista emotivo, questo cd assume tutto, ma proprio tutto quello che si dovrebbe assumere per venire ricoverati all'ospedale, causa abuso di stupefacenti extraterrestri: 32 minuti, una traccia attaccata all'altra, una ritmica spezzata con maestrale minimalismo, delle sonorità intraducibili, delay imperante. Ascoltandolo, questo album da la sensazione di non avere più i piedi per terra, ma di fluttuare tra esplosioni di stelle in via di decomposizione, surfando nello spazio infinito.

giovedì 22 dicembre 2011

GODFLESH: Us And Them

INDUSTRIAL-METAL, SLUDGE, VISUAL
Per chi non sapesse cosa ci riserva il futuro, posso immediatamente rispondere affermando che non c'è nulla di cui preoccuparsi. Album come questi (Us And Them, 1999), fanno chiarezza, donano luce, e se volete, permettono di realizzare appieno, quello che è il mondo in cui viviamo. Il lavoro in questione, è dal mio punto di vista la punta di un iceberg oceanico dalle dimensioni incalcolabili: quasi come uno squarcio nello spazio-tempo, Broadrick riesce con questa sua visionaria creatura a farci vedere milioni di possibili soluzioni o conclusioni verso un destino come quello umano, già di per sè segnato da una scontatezza di gesti, passioni, o emozioni. Ibrido perfetto, questa combine di sonorità sludge-industrialeggianti, sferraglia l'anima, riverbera echi universali dimenticati, e scuote la mente donandogli braccia, gambe e indipendenza dal corpo fisico. Insomma, come spesso mi capita di scrivere, un altro passettino in avanti nell'ambiente di nicchia di quell'immenso golfo oscuro che è il metal sperimentale.

lunedì 19 dicembre 2011

AMENRA: MASS IIII

SLUDGE, POST-METAL, STONER
Strano progetto quello degli Amenra, band belga dotata di una carica esoterico-misterica che in pochissimi casi si può riscontrare tra i fanatici del genere sludge. Tutto quello che colpisce, è quanto di norma viene a mancare nella stragrande maggioranza delle band di nicchia che calcano i palchi dell'alternative metal: una cura spietata per le atmosfere, resa possibile senza dubbio da un'ottima capacità di combinare con rudezza e intensità il potere delle chitarre, pesanti come un muro di pietra antico millenni, in grado di scalfire i timpani in modo davvero unico. Personalmente, credo di dover ammettere una mia particolare simpatia per questa gente, specialmente per l'esplicita voglia che appare nitida in ogni brano di questo cd, ad esaltare sonorità per così dire "misticheggianti", che rimandano a lande desolate e dimenticate dai tempi, il tutto entro una dinamica assolutamente onirica ed abrasiva.

sabato 17 dicembre 2011

THE ATLAS MOTH: An Ache For The Distance

PSYCHEDELIC,POST-METAL,SLUDGE
Il 2011 ci regala l'ennesima perla per il genere e la Profound Lore (etichetta di Yob e Dark Castle) fà nuovamente centro producendo un disco davvero di ottima fattura. La band di Chicago, con il suo secondo lavoro in studio, si conferma ricca di sorprese regalandoci un lavoro dalle molteplici sfaccettature sonore, anche contrastanti se vogliamo, ma che messe nell'insieme riescono a rendere questo disco un piccolo capolavoro
Riusciamo ad entrare in atmosfere oscure ottenute dai riff di chitarra mischiati a synth e all'ottima voce che riesce ad alternare parti angoscianti e rabbiose con lo screaming per poi passare ad un pulito accattivante che rende il lavoro completo e da assaporare interamente senza la minima pausa .

Merry Morbo Xmas

Live Morto - Morkobot
A Natale siamo tutti più...
...MoRkObOt!!!!!!

E' prevista per il 26 dicembre un'imperdibile esibizione live del trio lodigiano che porta dal vivo il prorpio ultimo lavoro: Morbo. Un viaggio ultraterreno con vibrazioni da sfondamento!! (presto recensito da Doommabbestia)

Esattamente a queste coordinate:
ORANGE ROCK CAFE'
Via Nazario Sauro, 15, Pescara
h: 22.30

Enjoy!

venerdì 16 dicembre 2011

NADJA: Touched

E finalemente, un po' di DRONE con i controcazzi. Il canadese Aidan Baker (maledetto stakanovista), ha saputo regalarci negli anni qualcosina che ha spinto oltre questo tipo di categoria alternativa così spesso (e a torto) confinata ai soli Sunn O))). No, neanche per gli stivali! E le testimonianze sono prove concrete, munite di arti, artigli ed artiglieria! Touched (2003), è qualcosa di assolutamente strepitoso. Qualcosa che commuove, che sa far male, che lascia il segno. Ma la cosa ancora più bella, è che lo fa in silenzio, quasi con basso profilo, senza mettersi in mostra più di tanto. Se si considera che questo lavoro vede una sola persona all'attivo (contrariamente ad altre registrazioni che hanno visto il fondamentale supporto di Leah Buckareff), si rischia di diventare matti. Ogni suono, ogni feedback è corrosivo, come se fosse uscito dal lungo intestino arrugginito di un mostro alieno costituito di puro piombo. Ogni pezzo, è una litania sensuale, seria, affogata nell'iperspazio cosmico ed oscuro che ogni persona cova nel proprio essere. E credetemi, non sto sprecando parole a caso per una composizione che come questa, prima ancora che attenzione, merita rispetto, perchè non è da tutti fare brani così profondi e maledettamente visionari.

giovedì 15 dicembre 2011

BLACK COBRA: Feather And Stone

SLUDGE, METAL, STONER
Piuma e pietra. Il sacro e il profano. Ecco cosa c'è in questo sbalorditivo album. Terzo lavoro ufficiale dei Black Cobra, Feather And Stone (2007) chiude a mio avviso l'epopea dei cd 'veramente buoni' di questa band impressionante. I successivi Chronomega (2009) e l'impalpabile Invernal (2011), non raggiungeranno mai l'assurda completezza musical-sonora di questa composizione (e anzi, se confrontati con il glorioso passato.. c'è da piangere). Jason Landrian (guitar) e quella macchina da guerra di Rafael Martinez (drums), danno in questa registrazione tutto, ma proprio tutto quello che si potrebbe chiedere a due doomster tonanti in stato di grazia. Ogni pezzo dura mediamente tre minuti e mezzo, ogni suono è studiato, canalizzato a dovere, minimizzato con dedizione, ma soprattutto, è violento come non mai. Difficilmente, lo ribadisco, mi è capitato di sentire un duo così spaventosamente potente, e in F & S tutto questo si può evincere in più modi.

mercoledì 14 dicembre 2011

Roadburn Update: gli ultimi aggiornamenti

R.I.P.
Care amiche e amici del doommetal,

La frenesia dell'acquisto dei biglietti si è esaurita, ma la febbre da Festival e aggiornamenti di sicuro no!!!
Troviamo sul Forum ufficiale del Roadburn queste succulente novità:

all'11 dicembre questo il numero di gruppi che mancano da confermare per completare le lineup dei vari giorni

on friday, april 13th (voivod's curated event) we have to announce:
- 1 band for the main stage
- 1 band for the green room
- 1 band for stage one (a.k.a. bat cave)

on saturday, april 14th we have to announce:
1 band for the green room

1 band for the 600 capacity room
Che con la conferma di oggi dei Mars Red Sky si riduce a un solo gruppo...

martedì 13 dicembre 2011

SLEEP: Sleep's Holy Mountain


STONER, DOOM, PSYCHEDELIC, SLUDGE
E se qualcuno vi dicesse che ci sono montagne sacre del sonno? Ci credereste? Al Cisneros, Matt Pike e Cris Hakius, ci credettero. Al punto tale da dare vita ad uno degli album più assurdi che si possa rimembrare. Sleep's Holy Mountain (1992), oltre ad essere infatti un esplicito elogio a quel capolavoro di follia che fu “The Holy Mountain” (di Alejandro Jodorovsky, 1973), è il secondo album della band Californiana, e lasciatemelo dire: la puzza di ganja, in questo caso la fa da padrona! Dopo aver pubblicato il più che egregio Volume One (1991), la Earache Records crede in questi tre (all'epoca) ragazzi di San Jose, e dà loro modo di registrare una pietra miliare dell'odissea asfittica del mondo doom!! Lasciate alle spalle le sonorità sludge dell'esordio (sonorità che già da sole hanno influenzato mezzo genere mondiale, per intenderci..), con questo album Cisneros e soci si dedicano a ripescare quelle atmosfere tanto care ai fanatici dei Black Sabbath, degli Zeppelin e dei Blue Cheer. E il lavoro è mastodontico, perchè sin dal pezzo introduttivo intitolato “Dragonaut”, la classe si percepisce, e il gioco comincia a farsi duro.

ELECTRIC WIZARD: Come My Fanatics

SPACE DOOM - VISUAL
Venite o miei fanatici. Venite a leggere di uno dei dischi più succulenti della cosmogonia doom-stoner! 6 tracce, a dir poco vergognose: succose, grasse e gonfie di iperspazio, chitarre come monti oscuri e dopati, stelle distorte e quanto altro mi venga in mente dato il continuo abuso di questo album insuperabile. Come My Fanatics è un dio, forse, lovecraftianamente parlando, potrebbe essere il dio Azathoth: cieco, stupido e primordiale nel bel mezzo dello spazio infinito. Ma fidatevi, qui gli Wizard di stupidità ne hanno messe ben poche, intro a parte, come quello di “Wizard in Black” (dove letteralmente si può sentire un sample scandire le parole “siete sempre gli stessi, la maggior parte di voi, con i vostri capelli lunghi e il vostro vestiario da froci: droga, sesso, ogni sorta di sporcizia.. e odiate la polizia. Non è così? You make it easy..”). Sì, questo è Come My Fanatics. Un capolavoro senza precedenti nella scena doom. Il precedente (ed omonimo) 'Electric Wizard' sembra pappetta da neonati in confronto a questo nero monolito caduto dallo spazio sulla terra!

lunedì 12 dicembre 2011

ANNULLATO il concerto dei Premonition 13!

Come potete apprendere direttamente dal sito del Circolo Magnolia di Milano, il concerto dei Premonition 13 di Scott Wino è stato annullato a causa di motivazioni non precisate che impediscono alla band di potere proseguire il loro tour in Italia (cancellata anche la data di Bologna). Confidando in un loro prossimo rientro nel nostro paese, pubblichiamo sul nostro blog il comunicato ufficiale rilasciato dalla band allo stesso sito del Magnolia. Auguri a Scott e a tutta la band!

"We Premonition13 Are sorry to inform you the Italian fans and promotors that The band will not be able to make the shows in Italy at this time. Milano and Bologna Due to private personal matters we are unable to continue the tour. We hope to make it back in the future. Thank you for your support and understanding."

Alberto Mojica
for Premonition13

sabato 10 dicembre 2011

YOB: The Unreal Never Lived

PSYCHEDELIC,STONER,DOOM
Non ci sono le giuste parole per poter iniziare la recensione di un disco così potente e così completo sotto ogni punto di vista. Siamo nell'ormai lontano 2005 ed è il quarto capitolo della band dell'Oregon e rappresenta la chiusura di un cerchio............successivamente a questo capolavoro, la band si scioglierà per poi tornare nel 2009 sotto una nuova etichetta discografica e con una nuova formazione. "The Unreal Never Lived" rappresenta l'apice della carriera compositiva degli Yob, riesce a portare dentro di sè la potenza, la rabbia, la psichedelia del suo leader Mike Scheidt, un lavoro troppo completo per poter essere considerato "reale" . A differenza dei suoi predecessori, in questo disco, il buon Mike spazia su sonorità meno stoner ma notevolmente più "Heavy" dando al disco quella potenza da pettinata cosmica che lo rende davvero unico. Suddiviso in quattro tracce, le prime tre da dieci minuti mentre la quarta supera i venti minuti. E' molto difficile poter analizzare questo lavoro traccia per traccia in quanto è uno di quei dischi da dover assaporare tutto d'un fiato senza pausa alcuna, i primi tre brani sono di una potenza inaudita.....rischierete di perdere il collo ogni volta che li ascolterete. Mike ci stupisce con la versatilità della sua voce passando dalla rabbia  "satanica" di Quantum Mystic al growl più devastante di Grasping Air .

venerdì 9 dicembre 2011

RAMESSES: We Will Lead You To Glorious Time

SLUDGE, DOOM, VISUAL
Ramesses è qualcosa che lascia poco all'immaginazione. Semmai, ne molesta i contenuti.
Più che una band, "Q"uesti è un vero e proprio progetto le cui sembianze demoniache possono essere affrontate soltanto dai pochi devoti in grado di digerire le asfissie metalliche più estreme. Tutti coloro i quali non sanno cosa sia il Doom (e i suoi orripilanti figli) sono per questo motivo tenuti ad abbandonarne anche il più recondito e misconosciuto tentativo di volervisi approcciare. Il motivo è molto semplice: se si prende un certo Mark Greening alla batteria, ed un familiare Tim Bagshaw alla chitarra (entrambi ex - Electric Wizard) ed infine un misconosciuto Adam Richardson, bass-vocalist della misantropica creatura, quello che può areiformemente prestarsi all'ascolto è la deformazione ben congegnata del concetto di traghettare un estremo, con fare copulativo (quanto satanico), entro un altro estremo, il cui covo appare (dicendolo con spaziale gentilezza) una delle mostruosità "catthedral-sabbatthiane" più azzeccate.

RAMESSES: Misanhtropic Alchemy

SLUDGE - STONER - DOOM
Se "We Will Lead You To Glorious Time" (2004) è per determinati motivi la rifrazione di un lavoro la cui dedizione ha lasciato alcune perplessità, con questo disco, editato e pubblicato nel 2007, i Ramesses confermano line-up, capre (o capretti?) ma anche cavoli: amari per la precisione, in quanto non c'è dubbio alcuno sul fatto che ci si trovi di fronte ad uno studio sulle sonorità che batte, dispiace quasi a dirlo, il precedente operato. Questo nuovo cd suona parecchio più accurato rispetto al precedente e per così dire, accontenta tutti. Greening e Bagshaw (ex- Electric Wizard) sta volta fanno i reduci, ma lo fanno con onore di causa, donando dapprima a se stessi, ma secondariamente e in forma più importante alla propria creatura mostruosamente Doom, una leva più infernale e di piacevoliSSimo ascolto.

giovedì 8 dicembre 2011

Il ritorno del MAMMUT

Ufomammut
Il trio piemontese annuncia, sul proprio sito ufficiale, il completamento delle registrazioni del loro sesto album e primo sotto la potentissima famiglia Neurot. 
Il nuovo disco s'intitolerà "Oro" e sarà articolato in dieci movimenti complessivi suddivisi in due capitoli, il primo "Opus Primum" vedrà la luce nel mese di Aprile mentre il secondo "Opus Alter" nel mese di Settembre.
La band dichiara che sebbene il disco uscirà in due capitoli a distanza di qualche mese "Oro"è da considerarsi un'unica traccia in continua evoluzione che ci accompagnerà fino all'impatto del movimento finale. La band è anche in lavorazione al video di sole immagini che accompagnerà l'audio nei live. Dopo i grandissimi consensi a livello internazionale ottenuti con il predecessore Eve, attendiamo con ansia di poter ascoltare questo nuovo lavoro.
Coming soon!

mercoledì 7 dicembre 2011

THE DEEP BLUE: Antarctic Abyss

STONER, SLUDGE, DOOM
Qualcuno un giorno mi ha detto che i poli si stanno sciogliendo. Credo di sapere il motivo. Vibrazioni mantriche. Ma niente a che vedere con HAARP. Prima di tutto, sappiate che non esiste band al mondo in grado di aver emulato il sound di mostri sacri come Om e Sleep in modo così pressochè sovrapponibile. Secondariamente, spero apprendiate con piacere che 3 è un numero che cabalisticamente sta a significare enfasi e trinità, ma anche quasi sempre qualità sonora assicurata! E questo è il caso, credetemi. The Deep Blue, è infatti un esempio stoner-sludge lampante di come a spasso per il mondo ci siano personaggi con arti (superiori e inferiori) pluri-tatuati in grado di smerdare (o peggio, far sfigurare), i gruppettini "bimbo-minchia/alternative-centro commericiale" di cui faremmo volentieri a meno. Ah, cazzo, se ne faremmo a meno! Ma ordiniamo un po' le cose: si parla di un EP uscito nel 2007, la cui robustissima costituzione farebbe crollare capolavori dell'architettura meso-americana con un solo maledettissimo 'play'.

Fase 3.2: “Terra! Terra!”, ovvero “di come conquistammo l'America”

Le radici del doom sono saldamente in Europa, si è detto. Vero? In parte. I primissimi epigoni dei Black Sabbath, praticamente loro contemporanei, vengono da Arlington, in Virginia. Sono in giro dal 1971, con nomi e formazioni diverse (Bedemon, Macabre), ma sono noti al pubblico metal come Pentagram. I loro dischi suonano come l'ideale incrocio di Black Sabbath e Blue Cheer, e fin dal debutto su full length (l'omonimo del 1985) hanno rappresentato il lato più puro e vintage del doom. Come loro, una lunga serie di altre band analoghe hanno costruito la loro carriera su una ripresa più o meno pedissequa del suono dei Sabbath: vale la pena citare i Trouble (anche loro capisaldi della scena americana), gli svedesi Count Raven (il cui debutto risale al 1990), i Solitude Aeturnus (grandi amici dei Candlemass), i già menzionati Witchfinder General e una scena collaterale, più legata all'epic metal classico, composta da band come Manowar, Cirith Ungol, Manilla Road e altri.
C'è da notare, comunque, come tutte le band citate sopra (esclusi ovviamente Pentagram e Trouble, per ragioni storiche) siano legate al suono Sabbath ma anche alle derive più “europee” del doom: Candlemass e Solitude Aeturnus andarono spesso in tour insieme, i Count Raven suonano tremendamente old-style e sono svedesi, persino gli iper-tradizionalisti Reverend Bizarre (una sorta di Manowar del doom metal) sono di origine finlandese e non americana.
Quand'è che il suono americano si è definitivamente staccato dalla tradizione per dare vita alla sua personalissima visione del doom?

Siamo nel 1984, in California, tra spiagge assolate e thrash metal. I grandi della scena (Metallica, Megadeth, Slayer, Testament e compagnia) facevano a gara a chi suonava più veloce, brutale e incazzato. Fu quindi con una certa sorpresa che venne accolta l'uscita del disco di debutto di una band che si era formata col nome di Tyrant nel 1979. Guidata dal chitarrista Dave Chandler, e ispirandosi per il cambio di nome ad una canzone dei Black Sabbath (guarda un po'), la band pubblicò per la SST (etichetta di Henry Rollins) il disco omonimo dal titolo “Saint Vitus”. Canzoni lente, grezze, cupamente psichedeliche, pregne di un'atmosfera morbosa e malata che mancava ai quasi contemporanei Pentagram e Trouble, e che andava a pescare a piene mani dal debutto dei Sabbath . Nessuna ambizione progressiva o in qualche modo “estetica”, solo becera teatralità e voglia di suonare qualsiasi cosa nel modo più nero possibile. Dal secondo disco, “Born Too Late”, la band sostituirà l'originario cantante Scott Reagers con una delle figure simbolo del doom americano: Scott “Wino” Weinrich. Teatrale, esagerato, da sempre dedito al culto di Ozzy e della musica nera, Wino è in egual misura amato e odiato dai doom fan, un po' come succede a Messiah Marcolin dei Candlemass. Che lo si trovi insopportabile o meraviglioso, non si può non riconoscere a Wino una passione infinita per la “sua” musica, come dimostrano anche gli altri suoi progetti, primi fra tutti The Obsessed e Spirit Caravan.

martedì 6 dicembre 2011

UFOMAMMUT: Godlike Snake

SPACE-DOOM, PSYCHEDELIC, VISUAL
Capitolo primo dell'avventura Ufomammut, questo album, consentitemelo, parla da solo! L'Italia è un paese fortemente ambiguo, e difficilmente si potrebbe pensare che certe cose nascano e lentamente prendano forma proprio in questo paese così spesso bistrattato. Nel caso della band quì proposta, è però necessario creare un discorso a parte. E' il 2000, quando questa navicella aliena stracolma di weed atterra sul nostro misero pianeta, e il botto inizialmente non si sente, ma credetemi, c'è stato eccome! Fino a quel momento, il massimo delle aspettative alternativo-sonore, erano tutte orientate ad una puerile e sterile esterofilia-nazionale che niente dava più di quanto già si conoscesse. Dopo questo album, il nostro paese ha forse per la prima volta nella storia visto crescere una realtà artistica che non solo ha saputo tenere duro per anni, ma che nello stesso corso del tempo, ha potuto addirittura influenzare le band doom-stoner più recenti che noi tutti oggi ascoltiamo con frequenza. Cosa dire allora di Godlike Snake? Prima cosa: questo, al contrario di come si possa intendere, non è space rock. No, e nemmeno space-stoner o limitazioni del genere..

lunedì 5 dicembre 2011

YOB: Catharsis

STONER, DOOM, PSYCHEDELIC
Il disco di cui vi parlerò è uno di quelli che non può mancare sul vostro scaffale. Gli Yob sono una band nata ad Eugene nell'Oregon nel 1996 ed è una delle più importanti Psychedelic-Doom band del pianeta,  formata dal leader Mike Scheidt (chitarra e voce) , Isamu Sato (basso) e  Gabe Morley (batteria) , la band subirà delle variazioni nel corso degli anni. Questo capolavoro esce nel lontano 2003 ed è da considerarsi , insieme a "The Unreal Never Lived - 2005", il miglior disco prodotto dai tre soci....più di cinquanta minuti di godimento puro in sole tre tracce.
Il tutto parte con quasi trenta secondi di silenzio che gradualmente vengono riempiti da una lontana batteria seguita successivamente da basso e chitarra, beh se non siete mai stati nello spazio, mentre l'ascoltate, chiudete i vostri occhi e ci arriverete in pochissimo tempo; chitarra acidissima che alterna momenti di pace e tranquillità a momenti di rabbia disumana accompagnata dalla satanica voce di Scheidt.....più di 18 minuti di viaggio ultraterreno che nemmeno il miglior acido può regalarvi.

BLACK COBRA: Bestial

SLUDGE, STONER, DOOM
Preparate i cerotti, perchè c'è da farsi male. Per i vari appassionati di progressive, di musica da camera, e molto probabilmente di Laura Pausini, i Black Cobra apparirebbero come qualche cosa di inconcepibile. Se solo Laura Pausini sapesse chi fossero.. (quanto mi piacerebbe presentarglieli..). Duo formatosi a Los Angeles, quello di cui parliamo in questa recensione, è parificabile ad essere considerato come uno fra i peggiori gruppi terroristici dell'epopea auditivo-mistica delle schiere sludge-doom del mondo intero! Chitarre irte di violenza, ritmiche di batteria accostabili a fendenti proiettili di un M60 strafatto di mescalina e metedrina: questo, è ciò di cui stiamo parlando!! Bestial (2006), è quanto di più devastante sia mai stato registrato da una band ridotta a due sole unità aventi in dotazione gibson e teste valvolari. Ancora non conosciamo nessuna altra forma di vita in grado di poter esprimere cotanta distruttività. Questa straordinaria fatica, in pochi se la potrebbero sognare di creare, anche se mi sento di elogiare altre band come gli Eagle Twin, che sebbene più in sovrappeso dei Cobra, forse, stanno loro dietro almeno quanto a fantasia compositiva.

Live - Premonition 13

Live at Magnolia - Premonition 13
Gli amici di Solo Macello portano in Italia uno dei pilastri del Doom....il mitico Scott "Wino" Weinrich che arriva in Italia il 12 Dicembre col suo nuovo progetto "Premonition 13"
Il Live si svolgerà al Circolo Magnolia di Milano e come di consueto il prezzo sarà abordabilissimo e la goduria sarà elevata. Vi consigliamo di non mancare!!!!


APERTURA CANCELLI : ore 21:30
INIZIO LIVE : ore 22:00
INGRESSO : € 10,00 con tessera ARCI










 



E noi sogniamo una città

La meta per tutti i Doomster!!

Vi anticipo che non poteva essere piazzata in paese migliore:
o voi amanti degli OM, se già stavate pianificando un viaggio spirituale per ritrovare voi stessi, adesso sappiate che avete una destinazione ben precisa!!!

Si accolgono partecipanti a colletta per comprare un terreno e costruire una doomora!

Vi aspettiamo dunque QUI!!!


Un ameno abitante della sulinkata città

domenica 4 dicembre 2011

PURPLE MERCY: Purple Mercy

SLUDGE, PSYCHEDELIC, METAL
Purple Mercy, è una di quelle realtà che con grande piacere da queste parti definiremmo con l'etichetta categorizzante di "doommabbestia". Finalmente, e orgogliosamente, cominceremo a scavare nell'androne del nulla spazio-temporale, per farvi assaporare il gusto delle band più estranee alla mondanità, e che mai potreste immaginarvi. In questo caso specifico, parliamo di un gruppo assolutamente marcio: suono sporco come pochi, sludge estremizzato a primitivismo ambulante, giri e liriche dopati e viziati da uno spirito quasi punk che pecca nella stessa possibilità di auto-definirsi! Un progetto davvero interessante quello dei PM, così interessante che vi ci perdereste neanche a faro apposta, anche perchè è davvero piacevole scoprire come certa gente se ne sbatta con veemenza del rispetto delle convenzioni "di genere", per dare vita a qualcosa di mai sentito e/o sperimentato. Come di consueto, la cura della sonorità (anche in questo caso) non è per nulla tralasciata, e si può godere appieno di tutta una serie di chicche che ai palati fini non possono sfuggire.

sabato 3 dicembre 2011

EARTHLESS: Rhythms from a Cosmic Sky

SPACE-ROCK, PSYCHEDELIC, METAL, STONER
Amanti dello space-rock,  eccoci ancora quì a parlare di materiale scottante! Gli Earthless, band pressochè sconosciuta nell'intero continente europeo, è roba che fa faville negli Usa, al punto da avere influenzato una illimitata schiera di pazzoidi che credono che lo spazio sia casa loro. Come descrivere il suono di questa band quasi-totalmente strumentale? Una fucilata spaziale. Correnti droniche a parte, quì vi si propone del materiale di gusto pregevolissimo, ma così tanto, che per un attimo mi sembra di vedere Lemmy in acido che suona nuovamente il suo bassaccio zozzo con quei malati di mente degli Hawkwind!! Formatisi a San Diego, questi tre space-decerebrati se la cavano come pochissimi al mondo nel sapere descrivere gli universi e le loro colorazioni tendenti al rossastro-cianotico.
Chitarre spaventosamente valvolarizzate, fanno vedere con occhi di chi sa volare, uno spettacolo infinito: brani da più di una decina di minuti come humus di base, ritmiche blueseggianti come corrimano infinito, batteria dolce e spumeggiante come una fame chimica che imbarazzerebbe Hendrix.

venerdì 2 dicembre 2011

Fase 3.1: Questo lato dell'Atlantico

Candlemass
L'Europa (i paesi nordici in particolare) diventa la vera “terra promessa” nei primi anni '90, con la “sacra triade” inglese e tutta la scena che gravitava loro intorno. Non si può però parlare di doom senza fare un salto in Svezia nei primissimi anni '80. Qui un estroso bassista di nome Leif Edling, già leader dei Nemesis, fonda nel 1984 i Candlemass. Ispirandosi in egual misura ai Black Sabbath e a certo metallo “epico” di scuola Manilla Road e (ebbene sì) Manowar, gli svedesi hanno scritto almeno due album fondamentali per lo sviluppo musicale e concettuale del genere: “Epicus, Doomicus, Metallicus” e soprattutto “Nightfall”. I riff sono chiaramente di matrice sabbathiana, la voce di Messiah Marcolin (sostituto del primo cantante Johann Lanqquist) è esasperatamente teatrale in pieno stile Ozzy, ma la lentezza e l'emotività delle composizioni sono a modo loro un unicum nel panorama del tempo. Si stava sviluppando il lato più “europeo” del doom, quello più legato a fiumi di lacrime che a scapocciamenti e droghe, per intenderci.
Cathedral

La strada aperta dai Candlemass (e da altri gruppi, vedi ad esempio i Witchfinder General) verrà poi battuta e allargata a dismisura da una delle figure più importanti nella storia della musica estrema: Lee Dorrian. Già cantante e scrittore dei testi di un disco fondamentale come “Scum” (Napalm Death), nel 1989 lasciò la band grind per fondare i Cathedral.
I loro primi lavori, e cioè l'EP “In Memorium”e il full “Forest Of Equilibrium”, sono esempi perfetti di doom metal chiaramente ispirato ai Black Sabbath, ma molto, molto, molto più lento, marcio e fondamentalmente triste. Stiamo parlando dei primi vagiti di una scena che estremizzerà il concetto di “emozioni negative”, avvalendosi anche dell'apporto di altri generi estremi.

giovedì 1 dicembre 2011

IRON CLAW: Iron Claw (1970-1974)

 PSYCHEDELIC, METAL, VISUAL
Pronti a tornare indietro nel tempo?? Detto, fatto! Alla faccia della tecnologia e dei puerili predicatori futuristici, quì su Doommabbestia, la roba vecchia non si butta, semmai.. si fuma!!! Ecco allora che con grande orgoglio, mi permetto di farvi conoscere una band assolutamente straordinaria, e passata inosservata a causa delle incontrastabili intemperie degli anni andati via per sempre: gli Iron Claw. Scozzesi, visionari, barbuti, capelloidi e dopati, questi grandissimi geniacci, hanno veramente dato molto allo stoner metal made in seventies, e quello che mi preme di evidenziare, è senz'altro la loro BRAVURA IMMENSA . Se i Black Sabbath hanno aperto la porta veso l'inferno, band come gli Iron Claw ci hanno accompagnato sin dentro per abbandonarci ad un'agonia vergognosa chiamata "psycho-doom".

SONIC WOLVES: Intervista alla bassista e cantante Kayt Vigil (ITA)

Sulle nostre pagine abbiamo ospitato Kayt Vigil, basso e voce dei Sonic Wolves band heavy-rock che ha fondata nel 2012 con il compagno Vita (Ufomammut/batteria). Con l'entrata in formazione di Paolo Melotto (chitarra/voce) e Maestro Diniz (chitarra) i Sonic Wolves hanno pubblicato il vinile 7 pollici "He Said"; singolo che annuncia l'album d'esordio "Before The End Comes" che sarà pubblicato a breve per Taxi Driver Records.

Nel corso di quest'intervista Kayt, ci ha raccontato del suo percorso personale nel mondo della musica dagli anni 90 ad oggi. Dalle esperienze in America con le sue band passate tra cui Catheter, Zed, Syzslak, Hatchetface, The Hounds Of Hasselvander e naturalmente dell'importante esperienza con i Pentagram, svelandoci molte curiosità a riguardo e qualche anteprima sui Sonic Wolves, un'intervista intensa che vi consigliamo vivamente di leggere.  (FOR ENGLISH VERSION CLICK HERE)

Chitarra Facile con...

...Matt Pike!!

Cominciamo col dire che il filmato inizia E finisce con una secca ed imbarazzata risata...
"eheheh"
un po' il fumo, un po' l'aria di quello che pensa "sarò mica Ingwie Malstëën!" e che non capisce perché chiedano un tutorial PROPRIO A LUI!! (e me lo chiedo pure io)

Senza considerare che, tra l'altro, in questo IMMENSO minuto e quattordici secondi (ebbene sì!) il buon Matt ci fa sentire l'unica cosa che NON ci interessava sentire:
VOGLIAMO VEDERE IL GIRO DELL'INTRO!!!

Schitarra un po' lo "strano accordo" di sua fattura e conclude dicendoci "poi sta tutto nell' alzare al massimo il volume, seguire la ritmica, coordinandosi con la batteria e cose così...insomma come funziona di solito la musica, no?" (la traduzione potrebbe essere passibile di incomprensione causa raucedine del parlante, ndr)

Non poteva esserci lezione migliore che un monumento dello stoner/doom potesse dare!
(in barba a tutti i metallari dal tapping facile e dallo sweep molesto!)


Tuta, anellazzi e sguardo un po' interrogativo: sono questi gli ingredienti vincenti per il tutorial più fulmineo (e fulminante) della storia della musica!

Non so voi, ma io voto PACHIDERMICO!!


 

P.S.: grazie a Max Satsumo)))) e Mirko Satsumo)))) per la segnalazione.

mercoledì 30 novembre 2011

GODFLESH: Streetcleaner

SLUDGE, METAL, INDUSTRIAL, VISUAL
Ho sempre creduto che in pochi, ancora oggi, abbiano capito cosa siano stati i Godflesh per l'intera linea evolutiva dell'alternativa alla musica alternativa. E forse, è giusto così, perchè credo che in fondo, gli eroi vivono nel silenzio, lontano dalle masse, nascosti in qualche grotta, al di fuori di tutto e di tutti. Justin Broadrick, a mio modesto parere rientra in questa schiera di figure, e con i suoi indelebili Godflesh, me lo ricorda quotidianamente. Quando uscì Streetcleaner, la gente si cotonova ancora i capelli, ma di lì a poco le cose sarebbero cambiate, probabilmente anche grazie all'oscuro contributo di questo fondamentale cimelio dell'epopea industrial-sludge. Sì, nessuno lo direbbe mai, ma senza i Godflesh, band come gli Eyehategod non emetterebbero nemmeno un misero singulto. Prima di questo cd, vi erano soltanto Ministry, Foetus e qualche altro disgraziato troppo incompreso per essere socialmente accettato. Dopo questo disco (e dopo circa dieci anni), gente come Steve Albini veniva addirittura venerata a mo' di budda reincarnato. Ma basta con la storia e le nostalgie.

martedì 29 novembre 2011

Poppodium

No amici, non mi sono messa a inveire contro il signore dopo essermi ustionata la lingua!!!
E' la denominazione dello 013, ovvero il luogo dove assisteremo al 

ROADBURN 2012 !!!

Doommabestia© sarà lì per voi, per noi e un po' per tutti...e vi regalerà il reportage dell'anno, senza penuria di particolari! (- tipo i denti di Matt Pike!)

Tilburg, here we come!!

Anticipazioni - slurp slurp, gnam gnam!


lunedì 28 novembre 2011

ATOLAH: Relics

STONER, DOOM, METAL
A dimostrazione del fatto che in questo blog non vengono imposti preferenzialismi di ogni sorta, con questa recensione si apre ufficialmente il capitolo "doom di nicchia". Ebbene, eccovi gli australiani Atolah! No, non sono un gruppo terroristico afghano. Sì, sono una stoner-doom band. In gamba tra l'altro. Cominciamo da una loro prerogativa spettacolare: sono una band, totalmente dedita alle sonorità. Fine! Sì, trattasi di gruppo strumentale venerante divinità come Sleep, Om e molto probabilmente  tutta quella cerchia ristretta di band di culto che hanno fatto dello spiritual-doom una filosofia di vita. La loro musica esercita un fascino di mistica attesa, che lascia all'ascoltatore la possibilità di farsi trasportare lungo rotaie di pura inesistenza corporea. Cose da fare impazzire. La ripetizione la fa da padrona: giri continuativi come salmi, scandiscono quà e là un panorama visuale dove non mancano dune, palme e tanta, tantissima sana oscurità! In diversi casi (anche se in modo improprio), alcune delle soluzioni sembrano riavvicinare dopo tanti tentativi mal riusciti (da parte di altrui gruppi), il loro sound a quello dei Kyuss.

venerdì 25 novembre 2011

Doomsday

Locandina 2012 - bella! ma anche no..






Io lo so...

Lo so cosa state tutti pensando...la stessa cosa che stiamo pensando noi!
Avete puntato le sveglie per doomattina?
Io l'ho puntata da almeno un mese!
In piedi alle 8.30 e dalle 9.00 (precise!) già incollati allo schermo che nemmeno una mosca sulla..............
carta moschicida! (hai pensato MERDA! Ti ho beccato!!)

Sarà una mezzora di fuoco e questa è una sfida sorelle e fratelli, domani non ci sarà fratellanza che tenga!
Ci batteremo a colpi di click e di carte di credito, sgomiteremo tra il pogo digitale per accaparrarci il nostro biglietto per il Paese delle Meraviglie!!!

Perciò beccatevi QUESTE info, che potrebbero anche esservi utili!

Stasera pochi bagordi, balordi - tomorrow is Doomsday!!

ELECTRIC WIZARD: Let Us Pray

DOOM, STONER, METAL
Tanto per cominciare, questa è una registrazione che ha a che vedere con gli addii. Sì, Let Us Pray (2002) segna l'inesorabile tramonto degli Electric Wizard, una fra le band poi venute a rigenerarsi in modo completamente nuovo e in parte poco apprezzato. Con questa fatica, infatti, Bagshaw e Greening decideranno di porre fine alla creatura che per anni aveva seminato terrore ed effetti collaterali in tutti i suoi fanatici assertori. E si sente tutta, l'atmosfera di fine che nelle tracce proposte viene a dilatarsi senza opposizione alcuna. Qui gli Wizard sono poco incisivi rispetto agli album precedenti, e i brani sono molto più riflessivi, sia nei testi che nelle sonorità, lasciando spazio a tutta una serie di considerazioni che possono far intendere a tutti i loro detrattori, quella che era una conclusione più che scontata: non c'era più niente da fare, ciò che fu prima, non sarebbe potuto essere poi anche dopo!

MELVINS: Lysol

SLUDGE, VISUAL, METAL
Lysol. Uno di quegli Ep che restano. Una di quelle cose che ti cambiano la vita per sempre. Uno di quei dischi che creano la storia senza nemmeno rendersene conto. Un capolavoro per i pochi palati fini che ancora ne parlano a distanza di vent'anni!! Datato 1992, edito dalla Boner Records, quest'album ha creato problemi a chiunque si sia voluto confrontarvisi, a partire dal titolo. Un pesantissimo pesticida per piante protetto da copyright, cosa che fece non poco infuriare i proprietari dell'etichetta contro gli stessi Melvins! E che Melvins.. quì predisposti in una delle più brevi ma intense line-up della loro storia: King Buzzo alla chitarra, il boia Crover alla batteria, e quel malato di mente di Joe Preston, poi uscito dalla band per gravissimi dissidi interni.

giovedì 24 novembre 2011

Fase 2: Morte (apparente) e resurrezione

Dal 1970 al 1973 i Black Sabbath hanno dunque contribuito a creare e definire qualcosa di completamente nuovo. Musica lenta, sofferta, teatrale e oscura, equamente divisa tra visioni di mondi “altri” e urla di odio verso “questo” mondo. Pochi sono i gruppi nati in quegli anni che andarono loro dietro, vuoi per l'originalità della proposta vuoi per la scomodità delle tematiche. Tra questi vale la pena di citare Blue Cheer, High Tide, Iron Butterfly, Black Widow, Coven e il “lato oscuro” della scena prog italiana (Jacula soprattutto). Stiamo però parlando di gruppi vicini ai Sabbath per le tematiche più che per l'aspetto prettamente musicale. Evidentemente il blues infetto dei quattro di Birmingham non aveva (ancora) quell'appeal necessario a far nascere un genere. Bisognerà attendere la fine degli anni '70 per imbattersi nei primi, credibili epigoni dei Black Sabbath.

ELECTRIC WIZARD: Supercoven

DOOM, STONER, SPACE DOOM, METAL
Che dire signori? Chi non conosce la band in questione, o ha seri problemi con la propria coscienza, oppure è vissuto su Plutone sino a ieri. Supercoven Ep è quel gran capolavoro datato 1998, di quella altrettanto stra-dopatissima doom band che il doom non solo l'ha fatto, ma l'ha anche fumato! Sìssignori: Electric Wizard. Tre, numero magico: Jas Oborne (guitar), Tim Bagshaw (bass) e Mark Greening (drums, ma anche il batterista con le basette più spesse della storia di questo genere). L'opera in questione, sebbene consti di due sole e miserrime tracce, farebbe crollare l'intera catena dell'Himalaya, se mal equalizzato e ascoltato presso posti come Kathmandu!

mercoledì 23 novembre 2011

OMEGA MASSIF: Geisterstadt

POST METAL - SLUDGE - AMBIENT
Amanti delle atmosfere sludge-visual che sfociano nel doom, rizzate le orecchie. Omega Massif è una band tedesca strumentale post-metal (di Würzburg per la precisione). Il gruppo è nato nel 2005 da Andreas Schmittfull (chitarra), Michael Melchers (chitarra), Boris Bilic (basso) e Christof Rath (batteria). Esordiendi, hanno registrato il loro demo "Kalt" nel 2005 e iniziato a suonare spettacoli con gruppi come Knut, Taint e Tefra tra gli altri. Nel 2007, pubblicano il loro primo full-length album: "Geisterstadt" (che significa "Ghost Town" in tedesco). L'album tesse un racconto di antiche miniere d'argento abbandonate, cavalcando luoghi onirici attraverso le gallerie di montagne immense, e città abbandonate, illustrate mediante il massiccio abuso di chitarroni strumentali post-metal (e quasi sicuramente di logoranti stupefacenti).

Gli Dei dell'oscuro sono tornati

Osbourne, Iommi,Butler e Ward torneranno nel 2012 con un nuovo album dopo 33 anni e sarà il loro primo lavoro dopo "Never Say Die"(1978). I quattro hanno  firmato un nuovo contratto discografico con la storica etichetta Vertigo/Universal Republic  e il giorno 11/11/11, presso lo storico locale di Los Angeles "Whiskya Go-Go", si sono presentati assieme a Rick Rubin per una conferenza stampa dove hanno annunciato la notizia. Il 24 Giugno 2012 torneranno in Italia presso l'Arena Rho fiera di Milano dove saranno headliner al classico appuntamento del Gods of Metal.

ZOROASTER: Voice Of Saturn

SLUDGE - SPACE DOOM - METAL
Provenienti da Atlanta, gli Zoroaster sono definiti come la band più rappresentativa della città. Per concepire di chi si sta parlando, basti pensare che la loro pagina myspace fino a qualche tempo fa descriveva il loro sound come "A Dinosaur taking a shit". Ma veniamo al dunque: il loro principale modo di organizzare il suono può essere paragonato ad un incontro impossibile fra Melvins, Sleep, Pink Floyd e i lavori più malati dei Grateful Dead, avendo nell'indole una predisposizione dotata di un sacco di sfumature psichedeliche, e mescolata ad una media lunghezza dei brani proposti (notare però, che alcune delle loro canzoni sono più lunghe di 13 minuti).

lunedì 21 novembre 2011

SONS OF OTIS: Temple Ball

SPACE, DOOM
A tutti gli amanti dello spazio: rassegnatevi. C'è gente che c'è stata lungo i neri golfi dell'assurdo, senza avere bisogno di qualsivoglia space shuttle o "giocattoli" da vagonate di milardi del genere! Le persone in questione sono i Sons Of Otis. Da Toronto, questi blues-men dediti ad un uso del basso proprio di pesantezza impari, le vibrazioni le emettono da molto più di un decennio attraverso una forma di doomy stoner rock con un tocco psichedelico inarrivabilmente seventies. Marchio di fabbrica del suono della band è un ritmo lento, e come già detto, dominato da molti, ma veramente molti, riferimenti allo stoner più oscuro, ovattato ed indecifrabile.

RAMESSES: Chrome Pineal

SLUDGE - DOOM - METAL - VISUAL
Chrome Pineal è l'ultima fatica dei Ramesses, band anglosassone nata dalle ceneri degli Electric Wizard. Tale sacrilego atto di scissione, ha comportato la dipartita del batterista Mark Greening, e del chitarrista Tim Bagshaw (bassista negli Wizard), unitisi successivamente al bassista (nonchè cantante) Adam Richardson. Questa unione, ha dato avvio ad una sperimentazione che affonda le proprie radici nel death metal più nordico, e nell'esoterismo tipico del doom anglo-scandinavo. Quello dei Ramesses è un mondo pregno di desolazione, nenie incrostate di sporcizia sonora e feedback abrasivi, che portano alla luce ambienti volti a sgorgare da una sorta di fango primordiale.

giovedì 17 novembre 2011

Tilburg Caput Mundi

Come ogni anno, la ridente cittadina di Tilburg ospita il più atteso festival dedicato ai cultori del genere, il ROADBURN . La lineup è davvero interessante vista la partecipazione di gruppi monumento come Sleep, The Obsessed, Voivod (organizzatori di una delle quattro serate), Yob, Om e Pelican....
Ecco la lista parziale dei gruppi che hanno confermato la loro presenza (ricordo che la lista è in ordine alfabetico e non di apparizione) :



CONAN : Horseback Battle Hammer

DOOM, STONER, SLUDGE


Conan è un progetto che trova sede a Liverpool. I suoi componenti, tre per la precisione, si stanno distinguendo per un uso spropositato e criminoso di amplificatori aventi testata MATAMP: il loro stile, è profondamente influenzato dal primi distortissimi Melvins (Gluey Porch Treatments in primis), ma anche dalle sonorità più virulente dei compatrioti Electric Wizard.
Horseback Battle Hammer è la loro seconda release, e la band non ha ancora inciso un vero e proprio album dalla lunghezza consona alle sonorità del doom più dopato ed occulto.
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