STONER, DOOM, PSYCHEDELIC, SLUDGE |
E se
qualcuno vi dicesse che ci sono montagne sacre del sonno? Ci
credereste? Al Cisneros, Matt Pike e Cris Hakius, ci credettero. Al
punto tale da dare vita ad uno degli album più assurdi che si possa
rimembrare. Sleep's Holy Mountain (1992),
oltre ad essere infatti un esplicito elogio a quel capolavoro di
follia che fu “The Holy Mountain”
(di Alejandro Jodorovsky, 1973), è il secondo album della band
Californiana, e lasciatemelo dire: la puzza di ganja, in questo caso
la fa da padrona! Dopo aver pubblicato il più che egregio Volume
One (1991), la Earache Records
crede in questi tre (all'epoca) ragazzi di San Jose, e dà loro modo
di registrare una pietra miliare dell'odissea asfittica del mondo
doom!! Lasciate alle spalle le sonorità sludge dell'esordio
(sonorità che già da sole hanno influenzato mezzo genere mondiale,
per intenderci..), con questo album Cisneros e soci si dedicano a
ripescare quelle atmosfere tanto care ai fanatici dei Black Sabbath,
degli Zeppelin e dei Blue Cheer. E il lavoro è mastodontico, perchè
sin dal pezzo introduttivo intitolato “Dragonaut”, la classe si
percepisce, e il gioco comincia a farsi duro.
Il basso di Cisneros,
contrariamente a tutte le altre band dell'epoca, si fa sentire con
grande chiarezza e caparbietà, spiazzando l'ascolto in modo
insostituibile, e adagiandosi perfettamente alle linee ritmiche di
Hakius, oltre che ovviamente a quelle melodie orgasmiche che solo il buon
Matt Pike ha saputo produrre in modo unico a suo tempo con
quest'opera strepitosa!! Ma lasciatemi dire di più: quest'album, ha
superato sè stesso. In che senso? Semplice. Pensate solamente
ai testi: assolutamente visionari, oppiacei, innovativi e sicuramente
filo-lovecraftiani. Cose impensabili nel pieno degli anni '90 così
razionali, palestrati e per così dire, “plastici”. Con questo
lavoro, gli Sleep affondano duri colpi all'udito, inondandolo con
brani fenomenali del calibro di “Aquarian”,
“Evil Gipsy” e
“Inside The Sun”.
Cose da pazzi, mai sentite prima, specie se si pensa che
Blues For The Red Sun
uscirà quasi in concomitanza con quello di cui parliamo (passato
ahimè molto più inosservato dello stra-lodato lavoro dei Kyuss).
Consideriamo
anche alcuni aspetti divertenti, e di non poco conto: con questa
registrazione, gli Sleep pongono progressivamente (di fatto) fine al modello “album
a tracce stagne”: si aprirà
in questo modo un varco che donerà ai gruppi doom uno dei marchi di
fabbrica più impressionanti, ossia il legame tra le tracce, quasi vi fosse un filo conduttore invisibile che le unisce! Con
Jerusalem (1999),
questo concetto verrà poi addirittura sfondato ed estremizzato, fino
ad assumere connotati ancora più influenti a favore di chiunque si
misurerà con il genere dopo il 2000. In SHM, c'è quasi un principio
di scorrevolezza straordinario che tende a voler legare ogni brano
agli altri, tanto che al raggiungimento fatidico della traccia numero
6 (Holy Mountain), si
prova quasi un senso di liberazione, manco si avesse appena finito di
affrontare un cammino in pendenza. Degno
di nota è poi l'ottavo brano, From Beyond,
che non solo si lascia ascoltare in modo pressoché magnetico, ma
peggio ancora, infila nell'udito una maledettissima nostalgia degli
anni '70, con quel suo giro introduttivo che ricorda tanto (per
atmosfera blues) il miglior Butler
dei tempi andati!
Mandate
affanculo chiunque vi parli male di questo lavoro megagalattico.
Per
quale ragione? Non lo deve avere mai ascoltato. Altrimenti saprebbe
di che mondi onirici si è tentato miseramente di parlare con questa
puerile recensione.
“Away from earth and all its
misery..” (Inside The Sun)
Tracklist
"Dragonaut" – 5:43"The Druid" - 4:52
"Evil Gypsy / Solomon's Theme" - 7:07
"Some Grass" - 0:48
"Aquarian" - 5:38
"Holy Mountain" - 8:45
"Inside the Sun" - 5:45
"From Beyond" - 10:34
"Nain's Baptism" - 3:02
Info
Anno: 1993
Paese: USA
Label: Earache
Records
Sito: MYSPACE