venerdì 23 dicembre 2011

SONS OF OTIS: Spacejumbofudge

STONER - SPACE DOOM - VISUAL
A tutti coloro che credono che lo space-doom sia una forzatura stilistica o un modo di atteggiarsi, rispondo con questa recensione. I Sons Of Otis, hano dato alla luce oramai 8 pubblicazioni, di cui 1 split e 1 EP. Il loro lavoro, è senza dubbio a tratti discutibile e spesso ripetitivo: mettiamola così, non per tutti. Ma quando gli occhi scorrono su Spacejumbofudge (1996) la faccenda cambia parecchio. Allora, due precisazioni: non per leccare il culo.. ma credetemi, un album del genere prima del 2000 non l'ha fatto nessuno. Piaccia o meno, ma è così. E le cose da gradire, sono innumerevoli. Da un punto di vista emotivo, questo cd assume tutto, ma proprio tutto quello che si dovrebbe assumere per venire ricoverati all'ospedale, causa abuso di stupefacenti extraterrestri: 32 minuti, una traccia attaccata all'altra, una ritmica spezzata con maestrale minimalismo, delle sonorità intraducibili, delay imperante. Ascoltandolo, questo album da la sensazione di non avere più i piedi per terra, ma di fluttuare tra esplosioni di stelle in via di decomposizione, surfando nello spazio infinito.
Da un punto di vista tecnico invece, i complimenti non possono che essere inesauribili. Niente di eclatante si intenda, ma solo se si vuole parlare ai fanatici del virtuosismo pentatonico.. perchè ogni suono, ogni passaggio, ogni drone cosmico che vaga solitario e a rischio di collisione con i vostri timpani, è pura virtù creativa intenta a sorprendere l'udito, a stupire, e alla pari della ganja, a rendere insensibili al tatto. Quasi, sembra che i tre canadesi vogliano simulare lo stato biologico del corpo nel cosmo. Cose dell'altro mondo.

Essendo il 1996, le influenze (per fortuna) sono immaginifiche: molto dei Melvins si può intrasentire specialmente in brani come l'iniziale The Truth, dove una voce straziata e pseudo-buzziana sevizia caldamente le nostre orecchie per donargli poteri mai concepiti. Ma se si preferisce farsi del male (e quindi del bene), allora la traccia giusta è la numero 5: World. Letteralmente, la fine del mondo. Chitarre abusate da un fuzz che più che super è ultra (violetto), si espandono in questo brano come fossero intente a sgretolare l'esistenza per farla capicollare sulla vostra testa di poveri mortali. Un saggio perfetto, che nel suo cuore di idrogeno racchiude tutta la potenza di questa spaventosa band, forse non conscia della possibilità di far spostare catene montuose con il solo potere delle onde sonore vibranti.

Fermi tutti. C'è spazio anche per i disperati (come il sottoscritto). Traccia numero 6, Theme: manicaretto brutale e senza pietà in cui per più di 2 minuti, un feedback monotonale e lineare sgretola letteralmente la vostra pazienza e il vostro udito, per poi essere saziati da una morbida intro che lascia spazio all'ultima poderosa traccia di questo meteorite impazzito. Anti-Nauseant, traccia 7, alla pari di una presa per i fondelli colossale, chiude la vostra 'passeggiata' ai confini dell'universo lasciandovi il dubbio (reale) di esservi spostati dalla vostra stanza per intraprendere viaggi interstellari.

Se amate la perfezione, l'incastro sonoro, le solide strutture compositive e le architetture musicali, cazzo, credetemi: questo cd NON FA PER VOI!!!!!!!!!!!!

Pura, eterea, instabilità.



Tracklist

1
The Truth

2
Sidebar

3
Clowns

4
Bigmuff

5
World

6
Theme

7
Anti-Nauseant

Info 

Anno: 1996
Label: Man's Ruin
Paese: Canada
Sito: S.O.O. MYSPACE






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