Sulle nostre pagine abbiamo ospitato Kayt Vigil, basso e voce dei Sonic Wolves band heavy-rock che ha fondata nel 2012 con il compagno Vita (Ufomammut/batteria). Con l'entrata in formazione di Paolo Melotto (chitarra/voce) e Maestro Diniz (chitarra) i Sonic Wolves hanno pubblicato il vinile 7 pollici "He Said"; singolo che annuncia l'album d'esordio "Before The End Comes" che sarà pubblicato a breve per Taxi Driver Records.
Nel corso di quest'intervista Kayt, ci ha raccontato del suo percorso personale nel mondo della musica dagli anni 90 ad oggi. Dalle esperienze in America con le sue band passate tra cui Catheter, Zed, Syzslak, Hatchetface, The Hounds Of Hasselvander e naturalmente dell'importante esperienza con i Pentagram, svelandoci molte curiosità a riguardo e qualche anteprima sui Sonic Wolves, un'intervista intensa che vi consigliamo vivamente di leggere. (FOR ENGLISH VERSION CLICK HERE)
- Ciao Kayt! prima di cominciare, grazie mille per la disponibilità. Mi piacerebbe ti presentassi ai nostri lettori, iniziando a parlare del tuo percorso da musicista, di come e quando ti sei avvicinata al tuo strumento: il basso e al mondo heavy/doom.
K: Ciao e grazie. Sono una musicista che bazzica nella scena heavy underground rock/metal/doom dai primi anni 90, negli Stati Uniti prima ed in Italia negli ultimi anni. Sono principalmente una bassista cantante ma anche una chitarrista. Ho iniziato a suonare quando ero molto giovane a scuola ma ho iniziato col basso nella mia prima band all'inizio degli anni 90, insieme ad alcuni coinquilini. Volevamo suonare musica heavy e rumorosa, cercando di spingerci oltre i "limiti" musicali delle nostre band preferite dell'epoca (partendo dai Black Sabbath, Rainbow, Kiss, Deep Purple ma anche Unsane, Buzzov-en, Grief, Floor, ecc.). Sin dal primo giorno di prove, anche per il modo in cui le vibrazioni e la potenza risonavano in me, sono rimasta incantata dalla musica heavy, non importava se era lenta, veloce, alta, pulita, distorta o effettata. Se la musica era suonata col cuore, in maniera pesante od intensa, faceva al caso mio. In quegli anni ho fatto esperienza in diverse tipologie di band, mi è sempre piaciuto spingermi oltre i miei limiti suonando con band al di fuori dei miei gusti personali. Credo che questo approccio alla musica possa aprirti molte porte differenti tra loro, ecco perchè ho suonato in band rock, punk, metal, thrash, grindcore, noiserock (non so esattamente come chiamarlo), più altre combinazioni di heavy e, naturalmente, doom metal. Come musicista ho scoperto il mondo doom a Philadelphia, Washington DC e Baltimore nel 2012. La mia band Syzslak, da Philadelphia, ha suonato con Earthride e Unorthodox, due famose band della scena doom del Maryland. Alla fine siamo diventati amici ed abbiamo diviso il palco parecchie volte. Nel 2006, quando i Syzslak si sciolsero, iniziò il capitolo Hatchetface che continuò il cammino che la band precedente aveva lasciato, suonando con parecchie band della scena doom del Maryland. Nel 2007 ho conosciuto Joe Hasselvander (ex batterista dei Pentagram ed attuale batterista dei Raven), che mi offrì il posto di bassista nella sua band, The Hounds Of Hasselvander. Insieme a lui, alla voce e chitarra solista, nella band militavano Gary Isom (Spirit Caravan e Pentagram) alla batteria e, per un breve periodo, anche Mike Hickey (ex chitarrista dei Venom) come seconda chitarra. In quel meraviglioso periodo suonavo sul palco con entrambe le band, sia Hatchetface che, appunto, The Hounds Of Hasselvander.
- Hai numerose esperienze nella tua vita da musicista; a partire dagli anni 90 con gli ZED, proseguendo poi con gli Syzslak, Hatchetface, Catheter, The Hounds Of Hasselvander fino ad arrivare a quella che credo sia stata la più importante per te: i Pentagram. Ti va di raccontarci dei tuoi progetti passati e di com'è stato lavorare con un'artista così importante come Bobby Liebling?
K:Grazie alle band nelle quali ho militato prima di The Hounds Of Hasselvander e Pentagram, ho acquisito esperienza e mi sono resa conto di che tipo di musicista sono. Sfidando i miei limiti ho trovato il mio stile, ho scoperto quali sono le mie capacità ma anche i miei punti deboli che fanno parte delle mie uniche e preziose fondamenta musicali. Lavorare con Bobby Liebling è stata un’esperienza come non ho mai avuto con nessun altro musicista, sia sul palco che in studio ma anche nella vita. Sono sempre stata una sua fan e l’ho ammirato per anni. Un musicista che si è affermato con forza nel proto-metal (o come diavolo viene chiamato oggi) degli anni 70, oltre ad essere una parte importante del mondo rock/metal doom. Come ho detto prima, fu Joe Hasselvander ad invitarmi a far parte del progetto e già solo quello è stato un grosso onore per me perché allo stesso modo lo ammiravo e rispettavo. Se non fosse stato per lui non avrei mai suonato con Bobby. In quegli anni (2007/2009) mi sembrava che Pentagram fosse in una specie di periodo di transizione, Bobby e Joe erano amici e noi avevamo intuito che a lui sarebbe piaciuto suonare i pezzi dei Pentagram durante i concerti di THOH, perchè si stava preparando a ritornare sul palco dopo un lungo intervallo (lo vidi anche salire sul palco a suonare con gli Unorthodox alcuni brani dei Black Sabbath, e penso che ognuno di noi voleva vederlo tornare in azione). Nell’esatto momento in cui Bobby ha messo un piede sul palco stavamo ufficialmente suonando le canzoni dei Pentagram come Pentagram.Non è durato molto per me, solo una manciata di concerti nell’arco di pressappoco un anno e mezzo ma sarò sempre grata di questa opportunità perché sia sul palco che no, abbiamo passato insieme fantastici ed indimenticabili momenti. Bobby sul palco, come del resto Joe e Gary, è un grande performer che sa come catturare l’attenzione del pubblico tanto che, parecchie volte, mi sono accorta di guardarlo con la coda dell’occhio, mentre eravamo sul palco, chiedendomi “cosa farà ora?” Questa esperienza è stata lunga abbastanza da farmi capire perfettamente l’approccio all’arte musicale, una specie di insegnamento su come percepire la musica nel sangue ma più importante, come dare energia al pubblico. E’ successo 8 anni fa ma continua tuttora ad emozionarmi. Nel 2008, Bobby, Gary ed io, siamo andati in studio di registrazione a Harleysville (Pennsylvania) per registrare “Flaming” per una compilation tributo a Syd Barrett, dal titolo “Like Black Holes In The Sky”. Registrare con Bobby è stato un trip surreale per me, intenso ma allo stesso tempo molto tranquillo. Voleva mantenere il sound della canzone il più possibile simile alla versione originale di Barrett non facendola diventare troppo heavy, come qualsiasi fan dei Pentagram si sarebbe aspettato. E’ stato allo stesso tempo strano e meraviglioso far parte di qualcosa un po’ fuori dal normale percorso musicale dei Pentagram. Suonare con Bobby e Joe è stata un’esperienza unica nel suo genere, piena di “lezioni” su come guidare te stesso sul palco o in studio, su come vedere la musica e lasciare andare le inibizioni suonando solamente col cuore. In poche parole, è stato dannatamente figo.
- Sei originaria di Philadelphia ma ora vivi ad Alessandria con il tuo compagno Vita (Ufomammut) Come hai vissuto questo spostamento? In ambito artistico, come ti sembra il panorama musicale qua in Italia?
K: A dire il vero non sono di Philadelphia ma ci ho vissuto 13 anni e ho suonato nelle mie band più importanti. Prima di trasferirmi in Italia ho vissuto un paio di anni a Los Angeles dove suonavo negli …Of The Horizon. Era il 2012, e da un po’ di tempo la band era ferma, mentre io non volevo smettere di suonare (Dopo 4 anni di attesa l'album di ...Of The Horizon vedra' presto la luce grazie all'etichetta Tedesca Kozmik Artifactz!). Cosicché Vita ed io abbiamo discusso a lungo sulla possibilità di formare una band in Italia ed alla fine lo abbiamo fatto. Lui ha dimostrato di essere un validissimo musicista nonché compagno di vita. L’atteggiamento e la dedizione che abbiamo per i nostri progetti (Sonic Wolves e Rogue State) è molto alta, ed è esattamente quello che la scena musicale italiana dovrebbe avere nei nostri pensieri. Ma dall’altro canto qui ho conosciuto parecchie persone coinvolte nella musica con etichette, band, studi di registrazione, agenzie di booking o semplicemente come fan di musica. Da quando sono arrivata nel 2012 ho visto parecchi concerti fantastici, pieni zeppi di amore ed entusiasmo. Ma come dalle altre parti del mondo c’è comunque chi sembra non condividere la stessa passione per la musica non promuovendo la scena underground. Cosa che non fa per me, non mi soffermo su ciò che, negativamente parlando, potrebbe intralciare il mio obiettivo nel mondo musicale. Secondo me l’Italia si approccia al rock/heavy più o meno esattamente come in qualsiasi altro Paese.
- Ora ti pongo una domanda un pò scottante, credi che esistano ancora problemi o difficoltà per le donne musiciste? nonostante le numerose band attive che affermano il contrario, a tuo parere l'ambiente musicale è ancora un pò maschilista?
K: Questa è una domanda che la gente continua a chiedersi, qualcosa che ha ancora bisogno di essere risolta. Comunque ottima domanda alla quale non credo che qualcuno possa davvero rispondere perché, per come la vedo io, qualsiasi cosa che esiste nella nostra società la trovi anche nel mondo della musica, e sicuramente il maschilismo esiste in entrambe le situazioni. Purtroppo la scena musicale non è immune ai problemi che riguardano gli essere umani ed io l’ho notato in innumerevoli occasioni, anche da parte di scortesi e/o boriosi fonici o addirittura musicisti di altre band con le quali ho diviso il palco. Non mi piace fare la vittima perciò cerco di non farmi infastidire da tutto ciò, anche se quando mi è capitato non è stato facile. Sono una musicista che suona esclusivamente per il piacere di farlo, non per insegnare agli altri come comportarsi. Comunque, ci tengo a dire che la situazione è molto migliorata rispetto a 23 anni fa quando ho iniziato a suonare, per dirla tutta è da un bel po’ che non mi capitano più comportamenti simili. E’ bello vedere che ci sono alcuni siti musicali che supportano amorevolmente e soprattutto rispettano il mondo femminile, come per esempio Women of Sludge/Stoner/Doom Metal che è in estremo contrasto con alcuni fliers o manifesti di concerti dove ti sbattono in bella vista cose tipo “cantante donna” oppure “band di sole donne”, come se per qualcuno sia una novità assoluta vedere una donna sul palco che suona in una band. Senza accantonare ne tantomeno ignorare il problema, il fatto è che spesso dietro il maschilismo si celano teste marce alle quali bisognerebbe in tutti i modi togliere il potere. Spacchiamo il culo sorelle!!
- Passiamo ora a tempi più recenti ovvero i Sonic Wolves, band nata nel 2012 con il nome Tsutar per mano tua e di Vita. Dopo vari cambiamenti, ora siete una formazione stabile con l'arrivo di Paolo Melotto (ex Psyconauts) alla chitarra/voce e Diniz (Temple Of Dust,Mexican Chili Funeral Party). Avete annunciato l'arrivo di un nuovo album con il singolo "He Said" pubblicato in vinile 7" edizione limitata per Taxi Driver Records, come siete entrati in contatto con Sara e Maso?
K: Per fortuna, grazie a Paul e Diniz, abbiamo finalmente una formazione che gira come dovrebbe. Tsutar aveva 5 elementi e dopo mesi buttati al vento cercando di far funzionare la band, Vita ed io capimmo che i due vecchi chitarristi non avevano ne creatività ne tantomeno idea di come ci si comporta in una band, ma soprattutto non hanno rispettato ciò che era stato accordato all’inizio di quell’avventura. I nostri progressi erano troppo lenti, in più Paul suonava le tastiere, cosa che non ho mai digerito perché lui è principalmente un cantante e chitarrista. Perciò decidemmo di far pulizia buttando le mele marce per ricominciare da capo, tenendoci le canzoni che avevamo scritto noi e cambiando il nome in Sonic Wolves. Ripensandoci ora, abbiamo sempre voluto Paul, anche ai tempi di Tsutar, alla chitarra/voce perché lui ed io in quel periodo suonavamo entrambi la chitarra in Psyconauts e sapevo bene che avremmo potuto lavorare tranquillamente insieme. All’epoca, Vita ed io, sapevamo che lui avrebbe potuto essere prima di tutto il chitarrista solista elegante e potente che cercavamo, ma anche un’equilibrata voce maschile per i cantati. E’ stato facile proporgli di rientrare nella nuova formazione. Diniz, invece, ci è stato presentato dal nostro amico Massimo Elia, fonico del Bloom di Mezzago. E’ stato un vero e proprio colpo di fortuna perché dal momento che l’abbiamo conosciuto abbiamo capito che era uno di noi. La prima prova insieme è stata incredibile, un grande chitarrista ritmico che sa gestire e completare perfettamente le atmosfere del nostro suono, un maestro nel riempire i vuoti con i suoi effetti (dovreste vedere la sua pedaliera). Paul e Diniz sono due musicisti abbastanza taciturni che parlano con le loro chitarre quando suonano e con questa formazione a 4 elementi, ormai, siamo insieme da 10 mesi ed abbiamo già raggiunto più obiettivi di quello che avremmo potuto immaginare. Stiamo suonando dal vivo ed abbiamo pubblicato un singolo 7” che presenterà l’album in uscita tra un paio di settimane. Insieme a Vita e Stefano Tocci (Deaf Eyes, Karl Marx Was A Broker ed ex I.C.O., nonché nostro fonico agli Ampire Studio a Pistoia per la demo Wolfwitch uscita ad Aprile 2015) nel Dicembre 2014 abbiamo messo le fondamenta per queste due uscite. Da quel momento fino a Novembre 2015 ci siamo lentamente amalgamati come band soprattutto con l’ingresso in formazione di Paul e Diniz, migliorando le canzoni e tornando agli Ampire Studio per ri-registrare sia tutte le chitarre che i cantati. Il risultato finale di tutto ciò si può sentire nel singolo He Said e nel disco di esordio Before The End Comes, che sarà prodotto da Taxi Driver Records. Conoscevamo Sara e Maso già prima di avere una formazione stabile. Vita e Maso si conoscono da anni, Ufomammut e Ghandi’s Gun/Isaak (quando Maso era al basso) hanno suonato qualche concerto insieme nel corso degli anni, mentre Sara l’abbiamo entrambi conosciuta bene nel 2013 quando Ufomammut suonò al Genova Urla Festival, lei era coinvolta nell’organizzazione. Dopo aver registrato la demo Wolfwitch, abbiamo dato a loro una copia che è piaciuta talmente tanto da fargli decidere di voler produrre sia il singolo che l’album. Sara e Maso sono due persone fantastiche che gestiscono un’etichetta ed un negozio di dischi che sono, giorno dopo giorno, in continua evoluzione. Siamo molto orgogliosi di collaborare con loro.
- Riguardo alla nuova uscita, come descriveresti il disco che sta per arrivare e a cosa vi siete ispirati per comporre i brani? Quali temi trattate nei vostri testi?
K: Il disco di esordio si chiamerà Before The End Comes, che è l’insieme di tutto ciò che abbiamo composto sin dai primi inizi nel 2012 fino a Novembre 2015. Abbiamo sempre voluto scrivere canzoni heavy che comprendessero tutti gli elementi dal rock dei 60/70 al metal. Questi due generi musicali sicuramente ci influenzano ma non eccessivamente, cerchiamo di avere il nostro stile ed il nostro suono senza essere troppo banali. L’unico tema ricorrente in queste canzoni è l’amore per il suono heavy esclusivamente suonato col cuore, qualsiasi cosa che deriva da ciò, i riff come i cantati od i testi, sono sporchi e pesanti con accordature ribassate. I cantati sono al limite dell’urlato, ma nonostante questo mantengono comunque una certa aggressività e libertà che, mescolati insieme, diventano il nostro personale modo di percepire l’essenza delle canzoni. In certi momenti abbiamo un suono pulito con dinamiche basse che si ingrossano fino a diventare un muro di suono, ci serviamo di effetti cercando di usarli in modo che non soffochino la canzone o che la discostino dall’essere una canzone heavy rock. I testi parlano indifferentemente di strani sogni ed incubi, di amore nelle sue infinite forme, di mitologie, visione delle religioni, desiderio di protesta o eventi storici. Vorrei parlare di due pezzi in particolare. Il primo si chiama Geronimo e non avrebbe bisogno di spiegazioni, ammiriamo il modo in cui ha combattuto per difendere la sua gente anche se, grazie alle ricerche che abbiamo fatto, abbiamo scoperto che non fu poi così popolare tra gli Apache Chiricauha come si pensa. Apparentemente, alcuni di loro pensavano che lui stesse peggiorando le loro vite molto di più di chi li aveva invasi, cioè coloro che Geronimo combatteva. Altri invece lo seguirono supportando la sua guerra per salvaguardare le loro terre e la loro libertà. Per noi lui combatté per la vera libertà schierandosi contro chi avrebbe cercato di schiavizzare gli altri, credo che dovremmo avere molti più Geronimo ai nostri giorni per contrastare la repressione e la tirannia. La seconda, altra canzone speciale per me, si chiama Freedom Is The Devil e ha un argomento sul quale mi piace spesso parlare, il seguire ciecamente i dogma religiosi piuttosto che pensare con la propria testa. Mi sorprende sempre vedere ancora oggi, nel 2016, come certe persone continuano a buttare la fede ed i loro soldi nella religione, quando da offrire ha solo vaghe promesse di una migliore vita terrena o nell’aldilà. Per me non ha mai avuto senso ne mai l’avrà. Trovo altresì interessante che questi seguaci giudichino chiunque non sia un credente, cioè chi ragiona con la propria testa, come qualcuno che è influenzato dal “diavolo”, di conseguenza dal “male”. Quella stessa “entità malefica” che arriva da un libro che potrebbe e dovrebbe essere soltanto una fiaba per bambini. Non sto dicendo che non ci sia cattiveria nel mondo ma senza dubbio pensare liberamente non è il male. In ogni caso, se trovi serenità nella fede religiosa per favore tienila per te, Amen!
- L'artwork è stato affidato a Michele Carnielli, frontman dei Kröwnn che negli ultimi tempi ha avviato il progetto grafico Seals Of Blackening. Com'è nata la collaborazione con lui? e come avete concepito l'artwork? c'è un significato dietro?
K: Come molte collaborazioni di oggi, anche questa tra di noi è cominciata su Facebook mentre buttavo un occhio nel profilo della band dove lui suona la chitarra, i Kröwnn. Vita conosce Michele da qualche anno e quando ho scoperto questo suo altro lato artistico abbiamo cominciato a parlare della possibilità di affidargli la cover art del disco dei Sonic Wolves. Era circa un anno fa, e da allora il concetto si è evoluto visto che inizialmente era a colori con molte immagini di Indiani Americani ed animali tipo falchi, bisonti e, naturalmente, lupi. Ora, i colori si sono ridotti al nero e oro per il singolo ed al nero e argento per l’album, con immagini similari ma incorporate in geometrie dal tema mistico. Ho spiegato a Michele che tipo di soggetto avrei voluto vedere sulle copertine ma è stata una sua totale creazione che potrebbe rappresentare qualcosa di diverso per lui. Io ci vedo la magia e la connessione a tutte quelle cose, ma soprattutto la forza, il potere della fedeltà ed il senso di protezione che i lupi hanno. In un modo o in un altro la musica che suoniamo rappresenta tutto questo per me, la forza del suono, la fedeltà con la quale ci approcciamo al nostro stile musicale e la protezione per mantenere vivi sia noi stessi che le nostre radici musicali. Mi sono sempre identificata e sentito una connessione coi lupi, trovo ispirazione nella loro natura. Non la “mentalità del branco” che spesso li raffigura quanto la loro bellezza e libertà di spirito, come il modo in cui la loro società è organizzata, l’intelligenza e i loro comportamenti rituali. C’è molto da imparare dai lupi e Michele ha immortalato queste bellissime idee nell’artwork, questa venerazione per loro mi fa pensare che le cover riflettono sia la mia percezione dei testi, sia il modo in cui la nostra musica si è evoluta attraverso la trasformazione creativa. E’ una specie di testamento su come facciamo funzionare ed organizziamo la band, la fedeltà verso lo stesso. Nella mia mente calza tutto a pennello.
- Avete già in progetto un tour in futuro, qua in italia o magari anche all'estero?
K: Assolutamente, era da tanto che aspettavo il momento di suonare dal vivo, come band e personalmente. Stiamo pianificando di suonare il più possibile, sia concerti singoli che tour, in Italia e resto d’Europa, Nord America, Australia, ecc.
- Salutandoti e ringraziandoti nuovamente per questa bella chiaccherata. Come domanda di chiusura, vorrei chiederti quali sono gli album fondamentali per te, quelli che in qualche modo hanno lasciato il segno nella tua vita.
K: Ancora grazie per l’intervista. Vediamo, ci sarebbero troppe cose da elencare.. Grand Funk Railroad-(The first "red album", Closer To Home, E Pluribus Funk, On Time), Jimi Hendrix (everything that great man did!) Steppenwolf(7, Slow Flux, For Ladies Only), Motorhead(Overkill, On Parade, Iron Fist, No Remorse- most of what they did), Atomic Rooster (Death Walks Behind You,In Hearing Of Atomic Rooster), Savoy Brown (Raw Sienna, Lion's Share), MC5 (Kick Out The Jams, Back In the USA), Cactus(One Way Or Another, Restrictions), Black Sabbath (Black Sabbath , Sabbath Bloody Sabbath, and Vol 4), Blue Cheer (Vincebus Eruptum, Outside Inside, The Original Human Being), Captain Beyond (Captain Beyond), Mountain (Climbing), Blue Oyster Cult (Tyranny and Mutation), Bang(Bang, Mother/Bow To the King), Budgie (Budgie, Squawk), Rainbow(Ritchie Blackmore's Rainbow, Rising), Kiss (Double Platinum, Alive II) , Deep Purple (In Rock, Burn, Stormbringer, Fireball, Machine Head),Pentagram (First Daze Here The Vintage Collection, First Daze Here Too, Relentless, Sub-Basement, Day Of Reckoning, Be Forewarned) AC/DC (High Voltage) Janis Joplin(Pearl), Shocking Blue(At Home),The Allman Brothers (The Allman Brothers Band, Eat A Peach),Lynyrd Skynyrd (Gimme Back My Bullets, Second Helping, Nothin' Fancy) The Groundhogs (Thank Christ For the Bomb) Metallica (Ride The Lightening, Master of Puppets, Kill 'Em All) Slayer (Reign in Blood, South Of Heaven), Unsane(Singles '89-'92, Scattered, Smothered and Covered), Grief (Dismal, Miserably Ever After), Kreator (Coma Of Souls) Black Flag (My War, Damaged, Slip It In) and Trouble(Manic Frustration)......piu' molte altre che sicuramente sto dimenticando...