martedì 27 dicembre 2011

BONGZILLA: Apogee

STONER, DOOM, METAL
Immaginate un mondo verde, dove al posto di foreste di larici, lunghi e snelli fusti di canapa dominano le terre. Questo, è molto probabilmente il tipo di pianeta in cui andrebbero a vivere i soggetti di cui si intende parlare in questa recensione. Formatisi nel Wisconsin, i quattro criminali dell'udito dall'inequivocabile nome di Bongzilla, hanno saputo dare nel corso della loro attività notevoli contributi all'evoluzione della scena stoner-doom statunitense, sapendo influenzare con grandissima caparbietà una vagonata di band locali che fino a quel momento erano costrette ad usare apparecchiature ancora poco inclini al mastodontico culto dell'amplificazione. Mike Makela, infernale voce e chitarra, colpisce subito i neofiti a causa del suo acidissimo uso delle linee canore: sgraziate, rasentanti la possessione demoniaca e (purtroppo) a molti non gradite. Le sonorità delle chitarre per contro, trovano estimatori infiniti da più e più varianti della realtà doom, dimostrandosi essere uniche, compatte e di grandissimo spessore data la loro imponenza.

Come vere e proprie muraglie, i torrenziali riff proposti sono veramente pesanti e carichi di una struttura sabbathiana di non poco conto (!). Ed è su queste basi che si fonda il loro quarto lavoro intitolato Apogee (2000), testimonianza vivente (in tutti i sensi), della grandezza di una band che ha un valore e tutto un'insieme di capacità purtroppo e per fortuna poco prese in considerazione. Il lavoro di inizio millennio, è una vera e propria sorta di compilation costituita da tre brani registrati in studio (Salvation, Grim Reefer, Hp Keefmaker), e quattro pezzi ripresi dal vivo (Witch weed, Dealer McDope, Sacred Smoke, American).

Perchè ascoltare questo disco? Per il semplice motivo che è da questo disco in avanti che i Bongzilla hanno squarciato il velo dell'anonimato proponendosi dal vivo con più regolarità e facendosi conoscere in modo molto più vasto. Esattamente come un curriculum, Apogee si presenta come un identikit unico, le cui fattezze permetteranno di tracciare le linee fisionomiche di un sound tra i più violenti e pachidermici dello stoner dopato e visionario che tanto incoraggiamo ad ascoltare. Ma permettetemi di far notare anche quanto siano stati importanti questi brani entro la schiera dell'amplificazione valvolare. Sentite questi pezzi, e poi ditemi, con sincerità, se vi è mai capitato di ascoltare un suono così gracchiante e magmatico.
Fino ad allora, l'America ancora si accontentava di casse e teste Marshall di fortuna, prima di scoprire la potenza tonante delle fantasmagoriche testate Green (Matamp).

Merito incontrastato degli Zilla del Bong, è anche questo: aver saputo portare un po' di sani e marci anni 70 in un genere che non stava aspettando altro!! Stesso discorso (ovviamente) per gente come Electric Wizard e Weedeater, idealmente accomunati da questa importantissima via di interpretazione del set strumentale.

Concludendo: questo cd parla e suona da solo.
Come un elicottero Apache che bombarda di Napalm una piantagione chilometrica di Marijuana.


TRACKLIST

01.H.P. Keefmaker


02.Salvation


03.Grim Reefer


04.Witch Weed [Live]


05.Dealer McDope [Live]


06.Sacred Smoke [Live]


07.American [Live]

INFO

Anno: 2000
Label: Relapse Records
Paese: USA
Sito: BONGZILLA MYSPACE





































Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...