SLUDGE - STONER - DOOM |
Se "We Will Lead You To Glorious Time" (2004) è per
determinati motivi la rifrazione di un lavoro la cui dedizione ha
lasciato alcune perplessità, con questo disco, editato e
pubblicato nel 2007, i Ramesses confermano line-up, capre (o capretti?)
ma anche cavoli: amari per la precisione, in quanto non c'è dubbio
alcuno sul fatto che ci si trovi di fronte ad uno studio sulle sonorità
che batte, dispiace quasi a dirlo, il precedente operato. Questo nuovo
cd suona parecchio più accurato rispetto al precedente e per così dire,
accontenta tutti. Greening e Bagshaw (ex- Electric Wizard) sta volta
fanno i reduci, ma lo fanno con onore di causa, donando dapprima a se
stessi, ma secondariamente e in forma più importante alla propria
creatura mostruosamente Doom, una leva più infernale e di piacevoliSSimo
ascolto.
Come già esplicitato nella recensione della loro prima registrazione,
anche quì i legami con il passato sono riscontrabili sotto forma di
allucinazione derivata da allucinazione: un terrorifico habitat in cui
la nebbia di Dorset, con i suoi boschi desolanti, riesce a penetrare le membra dell'audio sino a compiacerle, adularle e poi seviziarle,
come in un macabro rituale "sabbatthiano" in cui gli acidi prendono
posto accanto alla marijuana, specchiandosi in un
miscuglio orgiastico di urla e samples di voci (rigorosamente prese in
prestito da film horror anni 70-80, ah la tradizione..) e alle quali non
resta che abbandonarsi sino alla fine dell'ultima traccia. La
composizione questa volta ha decisamente la meglio, notando l'attenzione
con cui i tre si pongono l'interrogativo primo di affidare non più al
solo muro di chitarre, ma anche alla sfumatura tutta del sound (con
arpeggi distorti mooolto sabbatthiani) la purificazione di una sonorità
che ben poco ha di puro, ma che sta volta è ben pregna di misticismo e
lisergicità. La voce di Richardson, spesso growleggia, a volte sussurra
parabole disaffettive e quasi sempre compete con i sopracitati samples,
lasciando un più che convincente retrogusto la cui pesantezza e
indigesta fattura niente hanno a che vedere con i nauseabondi urlacci
nu-metal e/o cross-over (?). Un vero e proprio soundtrack il loro, volto
a canzonare quello che è lo stato attuale della provincia inglese (e
perchèno, a tratti a noi molto simile in taluni casi) fatta di
desolazione industriale, parcheggi desertici, centri commerciali e
perdizione tutta. Un disegno sociale che viene questa volta ben
interpretato dai tre menestrelli di Satana e specialmente ben riprodotto
sotto forma di ciò che l'orecchio ben riesce ad intendere. E' poi speciale quella che è la sintonia verso cui i tre si spingono,
brano dopo brano, conducendoci per mano verso deserti esistenziali che
sembrano conoscere decisamente bene e verso i quali chiunque a mio
avviso riscontrerebbe molta (poco) equivoca famigliarità. Ancora
indecisi? Peccato, perchè devo dire che questa è roba che merita come
minimo un accenno di rispetto, anche se particolarmente pachidermica per
alcuni, ma che ha il grandissimo pregio di saper risuonare originale,
intendendo per questo aggettivo, la rara capacità di sapere figurare nel
logo della band o nel nome stesso, il proprio suono, come un marchio di
fabbrica a cui pochi rimangono veramente affezionati.
In conclusione: quelle che sono le aspettative lasciate nel limbo
dell'album passato, vengono materialmente bruciate da questo bel lavoro
che ho scoperto con grande piacere avere un forte seguito soprattutto in
patria e nell'europa continentale tutta (o quasi). Perchè questo
spassionato ed apparentemente scontato parere? Ma è molto facile: perchè
non sono molte le band come questa, ovvero line-up che abbiano la
capacità di saper trasportare l'ascoltatore verso mondi allucinogeni e
psicopatici senza fare neanche un passo dal proprio appartamento.
La speranza ultima è infine quella di aspettare che in molti seguano
l'esempio e la luciferina (quanto scherzosa) metrica da questi tre
applicata e reinventata, al fine di evitarci numerose fatiche
intellettuali verso aborti musicali che oramai corroborano le nostre
menti sino al parossismo più insensato.
Datevi da fare, oh settari di tutto il mondo, cercatelo e scaricatelo.. non si sa mai che la fatina dell'oppio vi arrechi danni o paste sotto il cuscino..
TRACKLIST
1. | Ramesses Part 1 | ||
2. | Ramesses Part 3 | ||
3. | Lords Misrule | ||
4. | Coat Of Arms | ||
5. | Terrordactyl | ||
6. | Before The Jackals | ||
7. | Earth Must Die |
Info:
- Type: Full-length
- Release date: April 30th, 2007
- Label: Feto Records
- RAMESSES PART I