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lunedì 2 gennaio 2012

Fase 5: I giorni nostri

GRAND MAGUS
Ovvero, breve panoramica sulle direzioni che sta prendendo il genere negli ultimi anni, quali filoni hanno ancora molto da dire e quali sono morenti, quali nomi si sono segnalati come interessanti...
Probabilmente il modo migliore per trattare l'argomento è tramite una sommaria divisione per sottogeneri, la stessa che utilizzeremo dopo per segnalare i dischi fondamentali. Si tratta di una tassonomia molto approssimativa, come tutte le volte che si compie un'operazione del genere, e quindi opinabilissima. Perdonerete eventuali errori od omissioni.

martedì 27 dicembre 2011

Fase 4: Antico e Moderno

YOB
ISIS
Si stava parlando di YOB e dei loro legami con Neurosis e compagnia. La band di Mike Scheidt resta comunque ancora fortemente legata al doom strettamente detto, ma che dire di tutte quelle band che doom non sono ma che comunque ne sono influenzate in maniera più o meno forte? Si tratta di gruppi che si distinguono da tutti quelli che abbiamo trattato finora perché non affondano le loro radici nel metal tradizionale (l'”antico” del titolo), quanto piuttosto in una versione “moderna e intelligente” dell'hardcore. Quando vennero fuori si parlò di postcore, un termine che in fondo voleva dire tutto e niente perché comprendeva band strettamente hardcore come i Converge a fianco di altre più legate ad altri generi (come gli splendidi Breach). Cosa c'entra tutto questo col nostro discorso? C'entra, perché alcuni dei capostipiti di quella scena hanno preso molto dal doom, in maniera più o meno manifesta. Delineare una tassonomia e una storia di queste band sarebbe compito improbo e al di là di quello che è lo scopo di questo lavoro. Si tratterebbe infatti di parlare di band storiche come Godflesh (che

mercoledì 7 dicembre 2011

Fase 3.2: “Terra! Terra!”, ovvero “di come conquistammo l'America”

Le radici del doom sono saldamente in Europa, si è detto. Vero? In parte. I primissimi epigoni dei Black Sabbath, praticamente loro contemporanei, vengono da Arlington, in Virginia. Sono in giro dal 1971, con nomi e formazioni diverse (Bedemon, Macabre), ma sono noti al pubblico metal come Pentagram. I loro dischi suonano come l'ideale incrocio di Black Sabbath e Blue Cheer, e fin dal debutto su full length (l'omonimo del 1985) hanno rappresentato il lato più puro e vintage del doom. Come loro, una lunga serie di altre band analoghe hanno costruito la loro carriera su una ripresa più o meno pedissequa del suono dei Sabbath: vale la pena citare i Trouble (anche loro capisaldi della scena americana), gli svedesi Count Raven (il cui debutto risale al 1990), i Solitude Aeturnus (grandi amici dei Candlemass), i già menzionati Witchfinder General e una scena collaterale, più legata all'epic metal classico, composta da band come Manowar, Cirith Ungol, Manilla Road e altri.
C'è da notare, comunque, come tutte le band citate sopra (esclusi ovviamente Pentagram e Trouble, per ragioni storiche) siano legate al suono Sabbath ma anche alle derive più “europee” del doom: Candlemass e Solitude Aeturnus andarono spesso in tour insieme, i Count Raven suonano tremendamente old-style e sono svedesi, persino gli iper-tradizionalisti Reverend Bizarre (una sorta di Manowar del doom metal) sono di origine finlandese e non americana.
Quand'è che il suono americano si è definitivamente staccato dalla tradizione per dare vita alla sua personalissima visione del doom?

Siamo nel 1984, in California, tra spiagge assolate e thrash metal. I grandi della scena (Metallica, Megadeth, Slayer, Testament e compagnia) facevano a gara a chi suonava più veloce, brutale e incazzato. Fu quindi con una certa sorpresa che venne accolta l'uscita del disco di debutto di una band che si era formata col nome di Tyrant nel 1979. Guidata dal chitarrista Dave Chandler, e ispirandosi per il cambio di nome ad una canzone dei Black Sabbath (guarda un po'), la band pubblicò per la SST (etichetta di Henry Rollins) il disco omonimo dal titolo “Saint Vitus”. Canzoni lente, grezze, cupamente psichedeliche, pregne di un'atmosfera morbosa e malata che mancava ai quasi contemporanei Pentagram e Trouble, e che andava a pescare a piene mani dal debutto dei Sabbath . Nessuna ambizione progressiva o in qualche modo “estetica”, solo becera teatralità e voglia di suonare qualsiasi cosa nel modo più nero possibile. Dal secondo disco, “Born Too Late”, la band sostituirà l'originario cantante Scott Reagers con una delle figure simbolo del doom americano: Scott “Wino” Weinrich. Teatrale, esagerato, da sempre dedito al culto di Ozzy e della musica nera, Wino è in egual misura amato e odiato dai doom fan, un po' come succede a Messiah Marcolin dei Candlemass. Che lo si trovi insopportabile o meraviglioso, non si può non riconoscere a Wino una passione infinita per la “sua” musica, come dimostrano anche gli altri suoi progetti, primi fra tutti The Obsessed e Spirit Caravan.

venerdì 2 dicembre 2011

Fase 3.1: Questo lato dell'Atlantico

Candlemass
L'Europa (i paesi nordici in particolare) diventa la vera “terra promessa” nei primi anni '90, con la “sacra triade” inglese e tutta la scena che gravitava loro intorno. Non si può però parlare di doom senza fare un salto in Svezia nei primissimi anni '80. Qui un estroso bassista di nome Leif Edling, già leader dei Nemesis, fonda nel 1984 i Candlemass. Ispirandosi in egual misura ai Black Sabbath e a certo metallo “epico” di scuola Manilla Road e (ebbene sì) Manowar, gli svedesi hanno scritto almeno due album fondamentali per lo sviluppo musicale e concettuale del genere: “Epicus, Doomicus, Metallicus” e soprattutto “Nightfall”. I riff sono chiaramente di matrice sabbathiana, la voce di Messiah Marcolin (sostituto del primo cantante Johann Lanqquist) è esasperatamente teatrale in pieno stile Ozzy, ma la lentezza e l'emotività delle composizioni sono a modo loro un unicum nel panorama del tempo. Si stava sviluppando il lato più “europeo” del doom, quello più legato a fiumi di lacrime che a scapocciamenti e droghe, per intenderci.
Cathedral

La strada aperta dai Candlemass (e da altri gruppi, vedi ad esempio i Witchfinder General) verrà poi battuta e allargata a dismisura da una delle figure più importanti nella storia della musica estrema: Lee Dorrian. Già cantante e scrittore dei testi di un disco fondamentale come “Scum” (Napalm Death), nel 1989 lasciò la band grind per fondare i Cathedral.
I loro primi lavori, e cioè l'EP “In Memorium”e il full “Forest Of Equilibrium”, sono esempi perfetti di doom metal chiaramente ispirato ai Black Sabbath, ma molto, molto, molto più lento, marcio e fondamentalmente triste. Stiamo parlando dei primi vagiti di una scena che estremizzerà il concetto di “emozioni negative”, avvalendosi anche dell'apporto di altri generi estremi.

giovedì 24 novembre 2011

Fase 2: Morte (apparente) e resurrezione

Dal 1970 al 1973 i Black Sabbath hanno dunque contribuito a creare e definire qualcosa di completamente nuovo. Musica lenta, sofferta, teatrale e oscura, equamente divisa tra visioni di mondi “altri” e urla di odio verso “questo” mondo. Pochi sono i gruppi nati in quegli anni che andarono loro dietro, vuoi per l'originalità della proposta vuoi per la scomodità delle tematiche. Tra questi vale la pena di citare Blue Cheer, High Tide, Iron Butterfly, Black Widow, Coven e il “lato oscuro” della scena prog italiana (Jacula soprattutto). Stiamo però parlando di gruppi vicini ai Sabbath per le tematiche più che per l'aspetto prettamente musicale. Evidentemente il blues infetto dei quattro di Birmingham non aveva (ancora) quell'appeal necessario a far nascere un genere. Bisognerà attendere la fine degli anni '70 per imbattersi nei primi, credibili epigoni dei Black Sabbath.

giovedì 10 novembre 2011

Tutto ebbe inizio........

Fase 1: Figure in black which points at me
Stanno finendo gli anni '60 quando John Michael “Ozzy” Osbourne, Anthony Iommi, Bill Ward e “Geezer” Butler fondano la Polka Tulk Blues Band, formazione di blues rock che conosce una breve stagione di notorietà a livello locale. Siamo a Birmingham, città natale di un altro gruppo di una certa qual importanza per la musica “dura”. Anche i Polka Tulk (poi Earth), come i concittadini Led Zeppelin (parlavamo di loro, ovviamente), mostrano le influenze più varie: oltre all'immancabile blues (matrice di tutta la musica leggera o quasi), i quattro si appassionano al folk europeo e alla psichedelia. Dove sta allora il colpo di genio, la scintilla, la cesura con tutta la tradizione precedente? Cosa rende i Black Sabbath un gruppo sostanzialmente diverso?
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