Cominciano a trapelare le prime informazioni sulla prossima edizione del Roadburn Festival, che si terrà dal 16 al 19 aprile nella consueta cornice di Tilburg (Olanda).
Prima di iniziare questo live report vorrei mettere in
chiaro quattro cose:
Si è trattato del mio primo (e sicuramente non
ultimo) Roadburn festival, le aspettative erano alte e la carica era papabile
da due mesi prima dell’effettivo viaggio verso Eindhoven.
Ho sempre visto il Roadburn, da fuori, come un
vero e proprio paese dei balocchi per chiunque bazzicasse il tipo di generi
proposti, e dopo i quattro giorni e mezzo passati a Tilburg posso smentire la
mia aspettativa. È stato molto di
più.
Non voglio parlare dei concerti analizzandoli
nel dettaglio delle setlist e parlando di ogni canzone. Sono del parere che se
un live merita, lo fa per intero. Quindi non aspettatevi, a parte dovute
menzioni, un’analisi pezzo per pezzo, ma dell’intero set.
Per dovere di cronaca, devo ammettere che alcune
sensazioni potrebbero essere state ampliate dall’uso di sostanze che in Italia
sono considerate stupefacenti, ma mi raccomando: "La droga fa male, non drogatevi e restate a scuola” – Al Cisneros.
Mentre è stato annunciato il sold out dei biglietti per i tre e quattro giorni del festival, il Roadburn ha nel frattempo messo in vendita i biglietti per le singole giornate e ha annunciato una carrellata di nuove band.
I pesantissimi Bismuth hanno annunciato la data d'uscita del loro nuovo studio album.
Realizzato come coproduzione da Dry Cough, Rope or Guillotine, Medusa Crush e Tartarus Records, il disco si intitola The Slow Dying of the Great Barrier Reef e uscirà il 2 novembre.
Già resi noti, artwork, tracklist ed un trailer (qui sotto).