venerdì 20 maggio 2016

YOUNGBLOOD SUPERCULT: High Plains (Review)

HEAVY PSYCHEDELIC BLUES
Credo di essere consapevole dell'esistenza di Topeka soltanto grazie ad un numero della serie di Tex. Del resto, a parte per l'omonima band o per il suo essere scenario ideale per vari western, non è che lo stato del Kansas venga spesso menzionato, a parte per la presenza di gruppi dalla mentalità non esattamente aperta.
Fortunatamente questi tristi contesti sembrano costituire da sempre un fertile terreno per la buona musica, come nel caso degli Youngblood Supercult. Giovane formazione (2013), aveva esordito nel 2014 con un buon album (Season of the Witch) debitore di sonorità smaccatamente retrò, carino, ma senza esagerare.
Vicessitudini varie e idee diverse a livello musicale hanno poi portato il quartetto a ridursi ad un duo composto da Bailey Smith (chitarra) e Weston Alford (batteria) fino all'inserimento di David Merrill che si è fatto carico di rivestire il duplice ruolo di cantante e bassista. Questa nuova formazione a tre ha dato il via alla seconda vita della band che, aggiungo, sembra essere decisamente più promettente della precedente, se è riuscita a realizzare un album come High Plains.
Sarà per l'ottimo gusto mostrato dalla Smith nel creare riff (la ragazza ha talento da vendere), sarà per la voce del nuovo arrivato Merrill (molto più melodica e meno hard rock del suo predecessore) o per la violenta virata verso sonorità dal sapore smaccatamente blues, ma questi tre ragazzi sono riusciti a creare una delle più belle sorprese di questo 2016.
L'acchiappantissima intro di Stone Mountain Blues è solo la prima di una sequela di pezzi che ti ritrovi ad ascoltare felice come un bimbo, godendo del fatto che ci sono ancora band in grado di dare vibrazioni simili con la propria musica. Psichedelia e blues sono perfettamente combinate, risultando in pezzi eccezionali come Monolith, Nomad, Mind Control, White Nights, Hell Hath No Fury e Forefather, che da soli valgono il prezzo il biglietto. Non è un disco esente da qualche momento di calo, sia chiaro, ma è talmente genuino in ogni sua parte da donare un'ora di ascolto piacevole come ormai poche band agli inizi sanno fare.
Noi possiamo solo ringraziare per l'esistenza di una band così promettente e augurare  loro (egoisticamente) una lunga e soddisfacente carriera. Se continuano a questi livelli, ne sentiremo delle belle.


TRACKLIST
  1. Stone Mountain Blues
  2. Monolith
  3. Nomad
  4. Before the Dawn
  5. Mind Control
  6. White Nights
  7. Hell Hath No Fury
  8. Forefather
  9. Black Hawk
  10. Acid Tongue
  11. Down 75
INFO
ANNO: 2016
LABEL: Autoproduzione
WEB: Facebook


YOUNGBLOOD SUPERCULT: MONOLITH

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