STONER ROCK |
Un ritorno che stavamo aspettando al varco: questo è il secondo disco degli Elevators to the Grateful Sky, dopo che l'eccellente Cloud Eye aveva dato pieno sfogo alle potenzialità espresse nel fortunatissimo EP di debutto. I siciliani devono confrontarsi a questo giro con l'ardua sfida data da un lavoro che si propone di confermare quanto di buono già fatto col precedente capitolo, riuscendo però al contempo a mostrare la loro crescita come band.
Obiettivo perfettamente centrato, stando alla title track dell'album, meraviglioso brano strumentale che riesce a catturare l'essenza del miglior desert rock (un plauso alla coppia Trombino/Ferrara per delle chitarre da fare invidia a Gary Arce), retto da una batteria raffinata e mai invasiva, con tanto di sax nella parte finale a dare un'ulteriore prova della bravura del quartetto.
Oppure prendiamo Mountain Ship, che invece dà sfogo al lato più aggressivo della band, fatto di riff maestosi, ritmiche durissime e dall'ottima prestazione dietro il microfono di Sandro Di Girolamo (autore anche dei testi). Ma ci sono altri esempi assolutamente degni di nota, come la splendida ballata Unwind (le cui parti di archi sono semplicemente celestiali), l'ottimo attacco dato dall'opener Ground, l'improvvisa trasformazione in un brano reggae di Mongerbino oppure la folle corsa di All About Chemistry, prova tangibile di come in pochi riescano ad eguagliare gli ETTGS quando si tratta di premere sull'acceleratore.
Oppure prendiamo Mountain Ship, che invece dà sfogo al lato più aggressivo della band, fatto di riff maestosi, ritmiche durissime e dall'ottima prestazione dietro il microfono di Sandro Di Girolamo (autore anche dei testi). Ma ci sono altri esempi assolutamente degni di nota, come la splendida ballata Unwind (le cui parti di archi sono semplicemente celestiali), l'ottimo attacco dato dall'opener Ground, l'improvvisa trasformazione in un brano reggae di Mongerbino oppure la folle corsa di All About Chemistry, prova tangibile di come in pochi riescano ad eguagliare gli ETTGS quando si tratta di premere sull'acceleratore.
Il problema è che il resto del disco, eccezion fatta per il bellissimo assolo di sax dedicato a Mark Sandman (Laura), si assesta su una generica sufficienza, risultando sì godibile, ma stonando prepotentemente con la qualità dei pezzi finora elencati ed ottenendo il risultato di trasformare tutto in un semplice buon album. Con qualche testa tagliata in più ci saremmo invece trovati di fronte ad uno dei dischi che avrebbero reso questo 2016 degno di essere ricordato sotto il lato musicale.
Nulla di grave per una band ancora giovane, che meriterebbe comunque molta più attenzione di tante altre realtà osannate e riverite, penalizzata purtroppo anche da una dislocazione geografica sfortunata. Fossero bavaresi, sarebbero sicuramente sulla bocca di tutti gli appassionati del genere.
TRACKLIST
- Ground
- Bullet Words
- All About Chemistry
- Dreams Come Through
- A Mal Tiempo Buena Cara
- Kaiser Quartz
- I Wheel
- Mongerbino
- Cape Yawn
- We're Nothing at All
- Laura (One for Mark Sandman)
- Mountain Ship
- Unwind
ANNO: 2016
LABEL: HeviSike Records
WEB: Facebook
ELEVATORS TO THE GRATEFUL SKY: GROUND