PROTO DOOM/OCCULT ROCK |
Gli eredi di sangue dei Pentagram, questo rappresentano oggi
i Dunbarrow, rappresentano il meglio che la scena proto doom possa offrire in
questo momento. Provenienti da Trondheim, Norvegia, la band da alle stampe il
primo omonimo full lenght su lunga distanza dopo il mini lp a nome When It’s
All Over - sotto Heksekunst Productions - ed
è un gran bel sentire.
Ma non c’è solo una chiara discendenza Pentagram nella
musica dei nostri, ovviamente il movimento rock settantiano, gli onnipresenti Black
Sabbath e i Witchfinder General sono influenze massicce nella musica sconsacrata
dell’ensemble scandinavo, oltre a questo c’è un approccio molto simile agli
utimi Demon Head, è musica misteriosa, dal fascino arcano, che ama richiamare
la mente a storie antiche, a lembi di magia occulta che si arrampicano alle
sinapsi e alle radici del tempo attraverso liriche cupe e che trova il suo culmine
compositivo in pezzi come My Little Darling - vero highlight dell’album e
autentica droga uditiva – e Lucifer’s Child, per il quale è stato montato un
video con copertina del singolo e testo della canzone. Molto bella anche You Knew I Was a Snake, quadrata e dall’approccio
ossessivo che esplode nel ritornello e nel riffing malato, il blues è ovviamente parte
integrante di questa musica, e ricalca le impressioni esoteriche di band attuali
come i primi Graveyard.
Anche laddove l’attenzione si sposta verso lidi acustici
come in Guillotine, si esce pienamente soddisfatti, il che lascia trasparire
una certa duttilità da parte dei nostri nel maneggiare la materia in ogni suo
aspetto ed una sensibilità che gli permette di scrivere canzoni magnetiche
senza mai scadere nel banale, un aspetto questo molto importante, considerando la moltitudine
di band che oggigiorno proprongo le medesime - datate - coordinate stilistiche
applicate al presente.
Un’ultima considerazione va fatta per il manifesto finale a
nome Witches of Doom, unico pezzo che supera i sei minuti all’interno di una
tracklist che non va oltre i trentacinque minuti di musica, una scelta tutto
sommato giusta che permette all’ascoltatore di non annoiarsi mai. Il pezzo è un
tetro viaggio nelle segrete dell’occult rock che sarebbe piaciuto moltissimo ai
Kadavar del primo album, con tanto di break centrale ultra sabbattiano.
Insomma nulla di nuovo ovviamente, ma se il buongiorno si
vede dal mattino direi che i Dunbarrow di luce – nera – ne irradiano a palate,
superando l’ostacolo del mero clichè e costruendo delle architetture sonore che
crescono ad ogni ascolto, grazie anche ad un’ottima prova, sia strumentale che
vocale e spazzando via ciò che molte band – vedi il tentativo a metà degli
Orchid del primo album – hanno provato a fare invano, e cioè costruire un
lascito personale che andasse oltre la semplice venerazione del Sabbath sound,
a favore di una credibilità che oggi solo i Dunbarrow e pochi altri possiedono.
TRACKLIST:
01. Try and Fail
02. The Wanderer
03. You Knew i Was a Snake
04. My Little Darling
05. Lucifer's Child
06. Guillotine
07. The Crows Ain't Far Behind
08. Forsaken
09. Witches of Doom
INFO:
ANNO: 2016
SITO WEB: Dunbarrow
LABEL: Heksekunst Productions