venerdì 18 ottobre 2019

JUGGERNAUT: Neuroteque (Review)

PROG POST METAL
A cadenza quinquennale eccoli di ritorno i capitolini Juggernaut: il primo album, quel “… Where Mountains Walk” che mi sbalordì non poco nel miscelare influenze Neurosisiane a vaghi spunti death doom e death prog alla Opeth, Katatonia, e compagnia piangente uscì la bellezza di 10 anni or sono; dopodichè a 5 anni esatti uscì il secondo disco, “Trama!” Che si discostò non poco dal disco precedente soprattutto per via dell’abbandono del cantante e dell’approccio puramente strumentale alla materia rock e post metalleggiante, con inserti jazzati, addirittura vicini alla bossa nova in alcuni frangenti che mi ricordarono non poco quel grande capolavoro di avanguardia che fu The Painters Palette dei compianti Ephel Duath (Davidino Tiso, ma la smetti di fare il prog metaller canonico, quando tutti sappiamo la genialità che hai in corpo?).
Quindi 2009, poi 2014, adesso 2019 ed abbiamo tra le mani questo nuovo “Neuroteque” che conferma che le scelte e le direzioni prese dal precedente album non erano soltanto un esperimento una tantum nella loro discografia ma che invece proprio il debut era solo un embrionale passo alla ricerca di una via da seguire che oggi si fa lucida e ben chiara. 
Quindi si riparte in territori, passatemi il termine, avant-metal, totalmente strumentale: una miscellanea di post rock, post metal, psychedelic space rock (la suadente Ipnonauta con quei saliscendi emozionali tra la terra, lo spazio e la mente), intermezzi jazzati (Aracnival), shoegaze, aperture prog dal forte retrogusto seventies (la bellissima Titanismo; qualcuno si ricorda dei pur loro italiani Areknames e del loro capolavoro Love Hate Round Trip?), chitarre dissonanti, synth dai suoni retrò ma mai fuori posto, sezione ritmica da urlo per varietà, creatività, potenza, impatto e profondità d’esecuzione, il tutto amalgamato insieme da un gusto e da un’eleganza che li rendono, se non originalissimi, personali fino al midollo. 
Neuroteque è la riprova che il nostro bel paese sa ancora sfornare grande, grandissima musica, personale, coinvolgente ed emozionante, e che dopo la fine dei succitati Ephel Duath, questi qui possono prendere la loro navicella, lasciata in disuso da qualche parte, per farla ripartire alla grande su coordinate avanguardiste ancora tutte da esplorare! 
Bravi, Avanti così!!!


TRACKLIST
  1. Limina
  2. Astor
  3. Ipnonauta
  4. Charade
  5. Titanismo
  6. Aracnival
  7. Orbitalia
INFO
ANNO: 2019
LABEL: Subsound Records
WEBSITE: Bandcamp

JUGGERNAUT: ORBITALIA


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