giovedì 31 maggio 2018

CORROSION OF CONFORMITY: No Cross No Crown (Review)

STONER
Mancava dal 2005, da quel "In The Arms of God" che tanto era piaciuto a critica e pubblico, tredici anni di assenza che hanno spostato i Corrosion of Conformity dai riflettori della ribalta underground. In effetti dalla dipartita di Pepper Keenan non erano stati pubblicati album miracolosi per i Corrosion of Conformity, album in grado di farci gridare al miracolo, la band si è trascinata e adagiata in uno stanco vivacchiare, dischi con poca verve compositiva e ancora meno coraggio di osare come ad esempio nel bellissimo America's Volume Dealer del 2000.
Fortunatamente il buon Keenan è tornato all'ovile e con lui l'estro creativo in seno ai nostri. Pepper  aiuta i compagni a confezione quello che è senza ombra di dubbio il miglior disco dal 2005 a questa parte. Non tanto per una chissà quale rivoluzione musicale (che sinceramente nemmeno vorremmo arrivati a questo punto di stallo) ma perché una volta ascoltati i singoli di apertura a nome Cast the Fire Stone e Wolf Named Crow si ha quell'intensa sensazione di dejavu difficile da scacciare. Una sensazione mai dolce come in questo caso; non c'è da pensare infatti all'accezione negativa del termine, ma a qualcosa che prevalica ogni cosa e che in realtà ci riporta agli albori, in una sorta di ritorno a casa dopo un lungo viaggio.
Gli ingredienti in fondo sono sempre quelli. Colate laviche di metallo di stampo Sabbattiano, poderosi riff che si fondono in quel pertugio lasciato libero a cavallo fra Blues e Southern, divagazioni Stoner, influenze psichedeliche, musica lisergica, forgiata nelle radici indistruttibili degli Stati Uniti del sud. La voce di Pepper poi è sempre la stessa, graffiante e calda come una tipica giornata in Carolina, loro terra natale. 
The Luddite apre le danze nel modo migliore, Little Man sa tanto di Lynyrd Skynyrd, Forgive Me deraglia prepotente grazie anche ad un groove pazzesco. Menzione particolare per la bellissima Nothing Left to Say che sa tanto dei Down di Learn From This Mistake. Insomma gli ingredienti ci sono tutti. No Cross No Crown è uscito per Nuclear Blast, un bel colpo per la label tedesca che ultimamente ha virato la sua attenzione anche verso questo tipo di sonorità (un tempo bannate). Un  ottimo ritorno quello di Keenan e soci, un ritorno che li pone nuovamente sul piedistallo griffato il cui gradino più alto appartiene sembra ombra di dubbio ancora alla band di Anselmo.

TRACKLIST:
01. Novus Deus
02. The Luddite
03. Cast The Fire Stone
04. No Cross
05. Wolf Named Crow
06. Little Man
07. Matre's Diem
08. Forgive Me
09. Nothing Left To Say
10. Sacred Isolation
11. Old Disaster
12. E.L.M.
13. No Cross No Crown
14. A Questo to Believe (A Call to the Void)
15. Son and Daughter

INFO:
ANNO: 2018
LABEL: Nuclear Blast
SITO: Website


CORROSION OF CONFORMITY: WOLF NAMED CROW


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