STONER ROCK |
Prendete tre skaters, date loro degli strumenti e lasciate che realizzino la colonna sonora ideale per gli assolati pomeriggi californiani passati sulla tavola: questa la ricetta alla base dell'omonimo disco di debutto degli Arctic.
Il riferimento alla California non è casuale, giacchè i tre provengono dalla stessa terra di Earthless, Sleep, Mammatus e compagnia cantante e il loro chitarrista, Justin "Figgy" Figueroa, milita già negli Harsh Toke, altra band della scena che ha recentemente fatto uscire uno split con i sopracitati Earthless.
Sempre questi ultimi sembrano essere la principale fonte d'ispirazione del terzetto, che propone mezz'ora scarsa di stoner rock strumentale ruvido e dalla composizione chiaramente frutto di jam realizzate tra amici in sala prove. Ciò che non convince di quest'album è proprio la sensazione di trovarsi costantemente ad ascoltare un semplice divertissement che ha alla base più del sano cazzeggio che non una precisa idea musicale. Con questi presupposti, a meno che i componenti della tua band non facciano di cognome Mitchell, Eginton e Rubacalba, difficilmente ne verrà fuori qualcosa di realmente valido.
Va da sè che l'album è assolutamente privo di reali sprazzi creativi e lascia l'ascoltatore nella più totale indifferenza, vista la piena mediocrità del prodotto in questione. Viene da chiedersi se ci fosse davvero il bisogno di spendere dei soldi per questo disco, scomodando addirittura un maestro come Arik Roper per realizzarne la copertina. Per inciso, anche di quelle il buon Arik ne ha realizzate decisamente di migliori. Senza senso.
Il riferimento alla California non è casuale, giacchè i tre provengono dalla stessa terra di Earthless, Sleep, Mammatus e compagnia cantante e il loro chitarrista, Justin "Figgy" Figueroa, milita già negli Harsh Toke, altra band della scena che ha recentemente fatto uscire uno split con i sopracitati Earthless.
Sempre questi ultimi sembrano essere la principale fonte d'ispirazione del terzetto, che propone mezz'ora scarsa di stoner rock strumentale ruvido e dalla composizione chiaramente frutto di jam realizzate tra amici in sala prove. Ciò che non convince di quest'album è proprio la sensazione di trovarsi costantemente ad ascoltare un semplice divertissement che ha alla base più del sano cazzeggio che non una precisa idea musicale. Con questi presupposti, a meno che i componenti della tua band non facciano di cognome Mitchell, Eginton e Rubacalba, difficilmente ne verrà fuori qualcosa di realmente valido.
Va da sè che l'album è assolutamente privo di reali sprazzi creativi e lascia l'ascoltatore nella più totale indifferenza, vista la piena mediocrità del prodotto in questione. Viene da chiedersi se ci fosse davvero il bisogno di spendere dei soldi per questo disco, scomodando addirittura un maestro come Arik Roper per realizzarne la copertina. Per inciso, anche di quelle il buon Arik ne ha realizzate decisamente di migliori. Senza senso.
TRACKLIST
- Over Smoked
- Cryptic Black Sun
- Burnt Ice
- Daewon
- Higher
ANNO: 2016
LABEL: Outer Battery Records
WEB: Facebook
ARCTIC: BURNT ICE