martedì 3 maggio 2016

GRAVES AT SEA: The Curse That Is (Review)

SLUDGE / DOOM / CRUST
Presentato da un'artwork dal forte appeal e da una buona dose propagandistica da parte di Relapse: "The Curse That Is” è un disco invocato da più o meno una decade per chi segue i Graves At Sea sin dagli esordi e parliamo di una band che a seguito di svariate vicissitudini, split, tournée, cambi di formazione e quant'altro possa accadere dal 2002 al 2016; Finalmente si mostra in quest'anno bisestile con un debut album carico di aspettative, portato a compimento.
Ecco allora che chitarre massicce, graffianti, riff violenti si sviluppano man mano tra distorsioni e riverberi, a sottolineare ogni concetto ci pensa la voce carica di livore che risente di fortissime influenze crust a partire dalla timbristica alle tematiche dei testi. Si uniscono momenti più aggressivi, ad altri più introspettivi coronati da venature atmosferiche date dal contributo melodico del violino anche se traspare in ogni brano quel sapore aspro e quel "marciume" che da tempi non sospetti caratterizza il quartetto.

Otto brani, pesanti, meno caustici e più morbidi se si guarda al loro passato. Polemizzati da chi li voleva più variegati, apprezzati da chi cerca sensazioni pungenti, esistenzaliste e durevoli durante l'ascolto. Ciò che mi sento di dire è che "The Curse That Is” è un disco da ascoltare più volte per poter assimilare e contemplare tutti i brani che vanno a comporre questa fatica discografica, un punto fermo per una band che si credeva spacciata ma che in realtà a parer mio gode di gran vigore.


TRACKLIST
1. The Curse That Is
2. Dead Eyes
3. Tempest
4. The Ashes Made Her Beautiful
5. This Mental Sentence
6. Waco 177
7. Luna Lupus Venator
8. Minimum Slave


LINE- UP
Nathan Misterek - voce
Nick Phit - Chitarra
Bryan Sours - batteria
Jeff McGarrity - basso

INFO
ANNO: 2016
LABEL: Relapse Records
WEB: Facebook / Bandcamp

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