lunedì 15 febbraio 2016

IZO: Izo (Review)

STONER/DOOM/SLUDGE/POST ROCK
L’inizio graffiante di We Are What We Are ci introduce nel mondo degli Izo, sensazionale stoner/doom/sludge band nostrana, per la precisione di Lecce, che arriva al primo album su lunga distanza grazie all’ottimo lavoro di Acid Cosmonaut Records, che a breve pubblicherà anche il nuovo atteso lavoro degli ottimi DSW.
We Are What We Are – già presente come anteprima nella nostra compilation MARIJUANAUT VOL 2 che trovate in download gratuito a questo indirizzo: http://doommabbestia.bandcamp.com/ – è il pezzo più duro del lavoro, trascinato dalla terremotante sezione ritmica di Francesco De Pascali e Luca Greco, rispettivamente basso e batteria e dal riffing prezioso e variegato di Polo Barone e Maurizio Calò, che viaggia tra passato e presente tirando in ballo mostri sacri come Sleep, Karma to Burn, Wo Fat, Ufomammut e Mastodon.

Ma il meglio deve ancora venire, accompagnato dall’intro arpeggiata di Hikikomori, che si abbandona ad un cupo post rock, lasciando presagire una minaccia imminente, una minaccia che si aggira costantemente come un avvoltoio sulla sua preda. Le chitarre rarefatte si fanno strada fra le macerie, sgomitando per trovare il loro posto, gonfiando il loro spettro sonoro sino a vette lisergiche di incommensurabile goduria, vette sporche di blues - marcio dalla teste ai piedi nelle note che lo dipingono - e da un inconfondibile sapore Karma to Burn/Belzebong, per poi ricadere in territori post rock che tanto devono ai Pelican e ai Cult of Luna di Somewhere Along the Highway . Un manifesto che dura oltre otto minuti e che ci regala momenti di grande spessore artistico propri di una band navigata più che di un gruppo giunto a malapena al debut album.
Ma tutto il lavoro – sei tracce per poco meno di quaranta minuti di musica – si mantiene su livelli eccelsi, come nei suoni liquidi di Kikusai che tratteggiano fulgidi tramonti desertici degni dei migliori Kyuss e indirizzano alla circolarità degli Isis di In The Absence of Truth, mentre buona parte di EuTONEsia rimanda addirittura alla strisciante dialettica dei Tool grazie ad un’altra mostruosa prova di Luca Greco alla batteria come di tutta la band che nulla ha da invidiare ad ensemble ben più blasonati a livello internazionale.
La bellezza degli Izo si nasconde non tanto nelle eccelse capacità tecniche che questi ragazzi mostrano, ne tantomeno nella maestria che possiedono nel saper mischiare le varie influenze rendendole proprie e personali, la grandezza degli Izo è dovuta soprattutto alla loro innata sensibilità artistica che gli permette di tuffarsi con estrema disinvoltura dai panni di una delicata geisha alle prese con le sue arti, a quelli di un devastante lottatore di sumo, ed uscirne in modo talmente naturale da far risultare la loro bravura quasi imbarazzante.

TRACKLIST:

01. Izo (Intro)
02. We Are What We Are
03. Hikikomori
04. Kikusai
05. EuTONEsia
06. MudMut (Outro)

INFO:

ANNO: 2016
SITO: Izo





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