martedì 13 dicembre 2011

SLEEP: Sleep's Holy Mountain


STONER, DOOM, PSYCHEDELIC, SLUDGE
E se qualcuno vi dicesse che ci sono montagne sacre del sonno? Ci credereste? Al Cisneros, Matt Pike e Cris Hakius, ci credettero. Al punto tale da dare vita ad uno degli album più assurdi che si possa rimembrare. Sleep's Holy Mountain (1992), oltre ad essere infatti un esplicito elogio a quel capolavoro di follia che fu “The Holy Mountain” (di Alejandro Jodorovsky, 1973), è il secondo album della band Californiana, e lasciatemelo dire: la puzza di ganja, in questo caso la fa da padrona! Dopo aver pubblicato il più che egregio Volume One (1991), la Earache Records crede in questi tre (all'epoca) ragazzi di San Jose, e dà loro modo di registrare una pietra miliare dell'odissea asfittica del mondo doom!! Lasciate alle spalle le sonorità sludge dell'esordio (sonorità che già da sole hanno influenzato mezzo genere mondiale, per intenderci..), con questo album Cisneros e soci si dedicano a ripescare quelle atmosfere tanto care ai fanatici dei Black Sabbath, degli Zeppelin e dei Blue Cheer. E il lavoro è mastodontico, perchè sin dal pezzo introduttivo intitolato “Dragonaut”, la classe si percepisce, e il gioco comincia a farsi duro.
Il basso di Cisneros, contrariamente a tutte le altre band dell'epoca, si fa sentire con grande chiarezza e caparbietà, spiazzando l'ascolto in modo insostituibile, e adagiandosi perfettamente alle linee ritmiche di Hakius, oltre che ovviamente a quelle melodie orgasmiche che solo il buon Matt Pike ha saputo produrre in modo unico a suo tempo con quest'opera strepitosa!! Ma lasciatemi dire di più: quest'album, ha superato sè stesso. In che senso? Semplice. Pensate solamente ai testi: assolutamente visionari, oppiacei, innovativi e sicuramente filo-lovecraftiani. Cose impensabili nel pieno degli anni '90 così razionali, palestrati e per così dire, “plastici”. Con questo lavoro, gli Sleep affondano duri colpi all'udito, inondandolo con brani fenomenali del calibro di “Aquarian”, “Evil Gipsy” e “Inside The Sun”. Cose da pazzi, mai sentite prima, specie se si pensa che Blues For The Red Sun uscirà quasi in concomitanza con quello di cui parliamo (passato ahimè molto più inosservato dello stra-lodato lavoro dei Kyuss).

Consideriamo anche alcuni aspetti divertenti, e di non poco conto: con questa registrazione, gli Sleep pongono progressivamente (di fatto) fine al modello “album a tracce stagne”: si aprirà in questo modo un varco che donerà ai gruppi doom uno dei marchi di fabbrica più impressionanti, ossia il legame tra le tracce, quasi vi fosse un filo conduttore invisibile che le unisce! Con Jerusalem (1999), questo concetto verrà poi addirittura sfondato ed estremizzato, fino ad assumere connotati ancora più influenti a favore di chiunque si misurerà con il genere dopo il 2000. In SHM, c'è quasi un principio di scorrevolezza straordinario che tende a voler legare ogni brano agli altri, tanto che al raggiungimento fatidico della traccia numero 6 (Holy Mountain), si prova quasi un senso di liberazione, manco si avesse appena finito di affrontare un cammino in pendenza. Degno di nota è poi l'ottavo brano, From Beyond, che non solo si lascia ascoltare in modo pressoché magnetico, ma peggio ancora, infila nell'udito una maledettissima nostalgia degli anni '70, con quel suo giro introduttivo che ricorda tanto (per atmosfera blues) il miglior Butler dei tempi andati!

Mandate affanculo chiunque vi parli male di questo lavoro megagalattico.
Per quale ragione? Non lo deve avere mai ascoltato. Altrimenti saprebbe di che mondi onirici si è tentato miseramente di parlare con questa puerile recensione.

Away from earth and all its misery..” (Inside The Sun)



Tracklist
"Dragonaut" – 5:43
"The Druid" - 4:52
"Evil Gypsy / Solomon's Theme" - 7:07
"Some Grass" - 0:48
"Aquarian" - 5:38
"Holy Mountain" - 8:45
"Inside the Sun" - 5:45
"From Beyond" - 10:34
"Nain's Baptism" - 3:02


Info

Anno: 1993
Paese: USA
Sito: MYSPACE


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