lunedì 28 ottobre 2019

ZU: Terminalia Amazonia (Review)

KOSMISCHE MUSIC/AMBIENT DRONE
Ormai gli Zu di quel bellissimo e singolare intreccio sonoro che inglobava math-rock, avant-metal, psichedelia, post-hardcore e noise, che culminò con l’ormai decennale capolavoro “Carboniferus”, non ci sono più: già dal precedente album, probabilmente mossi dalla loro voglia irrefrenabile di sperimentare, diedero alle stampe, per la meravigliosa etichetta House of Mythology, un album che rompeva completamente con quel passato tanto spettacolare quanto ingombrante ed irripetibile. Jhator era ed è altro: lasciate da parte tutte le influenze e le derive schizoidi fin lì sperimentate, rimase solo un soffio drone e ambient che strizzava l’occhio a certa space music e progressive anni ’70. Due lunghe composizioni (20 minuti cad.)che crescevano tra aneliti oscuri e psichedelici, in eterno crescendo, unendo (magistralmente come sempre) i Pink Floyd ai Tangerine Dream, i Neu! a certa ambient music nera ed oscura.
Due anni dopo la formula non cambia, il percorso tracciato da quell’album procede, estremizzandosi, distruggendosi e ricomponendosi per rinascere a materia sonora quanto mai cinematica e splendidamente coinvolgente.
Terminalia Amazonia, come esplicato dal titolo stesso, è una fotografia, la fotografia di un viaggio, a cui il quartetto si è sottoposto realmente, tra le radure amazzoniche, visitando e stando a contatto, mente e corpo, con un villaggio indigeno vicino il fiume Ucayali, tra Perù e Brasile, immergendosi totalmente nella cultura Shipido-Conibo ed i suoi rituali e antiche tradizioni. Quello che ne viene fuori è un incrocio di tradizioni, rituali antichi e modernismi, 4 lunghe suite che attraverso l’uso di campionamenti recuperati in loco e synth analogici come EMS Synthi, OSCar, Roland System‐100M, ARP 2600, Octave‐Plateau Voyetra‐8, disegnano scenari mentali profondissimi e preziosi, permeati da coltri di ambient scuro con reminiscenze kosmische e kraut, ricordando non poco alcuni capolavori come Zeit (Tangerine Dream) e Hosianna Mantra (Popol Vuh), soltanto traslati in un contesto più terreno che cosmico.
I 4 italiani ci trasportano in un viaggio ipnotico e bellissimo, non facile e parecchio lungo, ma che tra le sue spirali sa regalare affascinanti momenti di grande lirismo auditivo.
Gli zu sono tornati, proiettati sempre verso l’oltre, e non potevano farlo meglio di così.


TRACKLIST
  1. Porta Arborea
  2. Memoria Antica
  3. Dimora Ancestrale
  4. Futuro Remoto
INFO
ANNO: 2019
LABEL: House of Mythology
WEB: Website


ZU: DIMORA ANCESTRALE


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...