lunedì 11 marzo 2019

BEES MADE HONEY IN THE VEIN TREE: Grandmother (Review)

DOOM/HEAVY PSYCH/DRONE
Quando decidi di mettere su una band e di darle un monicker liberamente e palesemente ispirato ad un disco che è un caposaldo di quel mare magnum sonoro composto da drone, psichedelia, doom, stoner, non puoi evitare di creare grandi aspettative tra appassionati e addetti ai lavori (e magari anche in Dylan Carlson stesso, chissà).
L’esordio del quartetto di Stoccarda, Medicine, risale al 2017 Medicine: lavoro sicuramente interessante – per quanto acerbo e abbastanza derivativo – che era riuscito a dare ai Nostri una ristretta ma comunque significativa visibilità nell’ambiente.
Grandmother è un album ambizioso, lo dimostra la durata dei pezzi: quattro composizioni per un totale di poco più di quaranta minuti, altrettanti viaggi sonori che ben rappresentano la cifra stilistica del gruppo tedesco.
L’opener Cinitus, con i suoi 17 minuti, appare come un vero e proprio monolite sonoro, sicuramente il miglior biglietto da visita per il gruppo. Le tese, efferate atmosfere post rock creano un pathos emotivo che avvolge e ammalia, con la voce di Simon Weinrich che di tanto in tanto si fa largo nel distorto muro di suono come fuoriuscisse da chissà quale antro ultraterreno.
La rilassata e atmosferica parte centrale aiuta a riprendere momentaneamente fiato dal dannato viaggio sonoro intrapreso. I quattro ragazzi tedeschi fanno sul serio e vogliono metterlo subito in chiaro.
Germania, si era detto. E non è un caso, perché ascoltando Craving non possono non venire alla mente i magnifici Colour Haze, alfieri dello psych/stoner tedesco e assoluti maestri della materia. Il brano in questione sgorga dal versante più puramente psichedelico dei Bees, una lunga suite sorniona che disegna paesaggi immaginifici e che lascia respirare dopo lo sforzo metafisico di Cinitus.
Come in ogni buon album del genere che si rispetti, il climax sonoro e sensoriale arriva quando il basso si prende prepotentemente la scena: è soprattutto il caso della titletrack, in cui il suono corposo e granitico dello strumento di Christopher Popowitsch sorregge da solo l’intera struttura del pezzo, preparando poi la strada alle ferali e immancabili esplosioni chitarristiche.
È proprio che quando si pensa di essere arrivati alla conclusione che irrompe il baccanale sonoro di Dionysus (nomen omen), che, con il suo ritmo frenetico e incalzante, scuote di nuovo anima e corpo. Un’orgia sonora che sembra voler dar sfogo alle ultime inquietudini rimaste prima di sfociare in un’improvvisa e salvifica atmosfera riflessiva, quasi placida.
Il rito è compiuto, la montagna scalata: quello di Grandmother è un viaggio sonoro che vale la pena esser fatto. Mente e corpo.

TRACKLIST:
  1. Cinitus
  2. Craving
  3. Grandmother
  4. Dionysus

INFO:
ANNO: 2019
LABEL: Pink Tank Records
WEB: Bandcamp

BEES MADE HONEY IN THE VEIN TREE: GRANDMOTHER

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