lunedì 1 ottobre 2018

BLACK ELEPHANT: Cosmic Blues (Review)

HEAVY STONER 
Esiste una terminologia ben definita nell’universo stoner, un vocabolario collaudato da cui potheads di tutto il globo attingono per dare un nome al loro progetto musicale e un titolo ai loro lavori. Ci siamo cascati tutti più di una volta: appena leggiamo sulle copertine di dischi certe parole-chiave scatta un riflesso pavloviano che stimola la nostra curiosità, come se i rimandi a un immaginario prestabilito fossero una garanzia di qualità in grado di soddisfare i nostri bisogni e desideri.
Il vademecum per il perfetto musicista stoner comprende le seguenti categorie:
- La droga
- Witches e goats di di tutti i generi, razze, luoghi
- Altri animali assortiti, con speciale predilezione per i pachidermi 
- Spazio e derivati (Cosmic, galaxy, voyage, cosmonauts, comets, planets)
- Luoghi mortiferi (Graveyards, crypts, churches, temples)
- Personaggi fantastici di gioco di ruolo (Wizards, giants, magus, trolls, goblins, etc) 
- Gradi di parentela (Uncles, mothers, etc.)
Tutta questa inutile premessa per dire che la combo "nome della band/titolo del disco" in questo caso raggiunge un coefficiente di curiosità abbastanza significativo anche prima dell’ascolto dei sette brani che compongono l'album. I quattro heavy rocker di Savona confermano abbondantemente le aspettative grazie a una proposta musicale di indubbio spessore. Tutto suona perfettamente, tutto è esattamente dove dovrebbe trovarsi in un disco stoner metal: riff monolitici, cantato in inglese corrosivo, cambi di tempo, assoli ben assestati, un approccio rude e rabbioso. La prima parte di Cosmic Blues trasuda dedizione verso la causa e dimostra le indubbie capacità tecniche della band, ma allo stesso tempo lascia trasparire il bisogno di adesione a un canone perfettamente incastonato nell’immaginario citato all’inizio della recensione. Spesso nella svolta verso la ricerca di una maturità artistica c’è il rischio di incappare nell’effetto opposto: si perdono di vista l’identità e le sfumature che avevano contribuito a definire il proprio sound e ci si inabissa nell’emulazione senza alcun valore aggiunto. In brani come Helter Skelter (non è una cover) o nell'ancora più vibrante singolo Walking Dead sto ascoltando esattamente quello che mi era stato promesso dalla copertina del disco, né più né meno. Ed è un peccato, perché i Black Elephant con i precedenti lavori avevano dimostrato di avere sia l'ambizione che soprattutto una spiccata attitudine che permetteva loro di essere un unicum nel panorama rock/metal underground nazionale. Dove sono finiti gli adorabili cazzoni di Bifolchi Inside e di Spaghetti Cowboys? Quelli che ci hanno regalato mitragliate punk’n’roll con testi surreali in italiano e tenevano alto il paradossale e intrigante vessillo thrash-stoner con orgoglio e ignoranza? Cosmic Blues suona maledettamente serio e convenzionale proprio in quei pezzi che definiscono lo scarto tra l’abiura del passato e la velleità cosmopolita del presente, mentre gli highlights del disco sono proprio gli unici due brani cantati in italiano: la lugubre marcia sabbathiana Baby Eroina e il conclusivo, stratosferico epilogo di Inno. Lungi da me evocare spettri patriottici o nazionalistici, soprattutto in un periodo come quello in cui stiamo vivendo. Ma in ambito strettamente musicale incorporare o mantenere un tocco di personalità, anche usando il cantato nella lingua madre, aiuta ad arginare un appiattimento concettuale e artistico che sfocia nel pericoloso calderone dello stoner meme generator (esiste, l’ho provato, non fa nemmeno ridere). Cosmic Blues è un disco musicalmente compiuto che attesta la piena maturità dei Black Elephant nella creazione di architetture strumentali di prim’ordine. Manca ancora quel quid in più per alzare l’asticella e fare la differenza. Con un approccio meno subordinato ai grandi del genere e il recupero di peculiarità già sperimentate in passato potrebbero diventare la next big thing italiana esportabile nel mondo.

TRACKLIST:
  1. Cosmic Soul
  2. Helter Skelter
  3. Chase Me
  4. Walking Dead
  5. Baby Eroina
  6. Cosmic Blues For Solitary Moose
  7. Inno
INFO:
ANNO: 2018
LABEL: Small Stone Recordings
WEB: Bandcamp

BLACK ELEPHANT - WALKING DEAD

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