venerdì 28 settembre 2018

THOU: Magus (Review)

DOOM/SLUDGE
Con gli americani Thou è tutto o niente. Dopo ben 4 anni di silenzio, i nostri se ne escono prima con ben 3 Ep usciti nel giro di pochissimo tempo (tutti prodotti da case discografiche diverse), per poi chiudere l’estate con il nuovo successore del precedente Heaten, il quale risponde al nome di Magus.
Questa politica del “niente mezze misure” si accosta perfettamente anche alla loro proposta musicale: un doom sludge putrescente e il più nero possibile. Magus non è un disco facile da digerire nella sua interezza, infatti parliamo di una creatura che, con i suoi 77 minuti di durata, si può definire con un solo aggettivo: tombale. La sola iniziale Inward è una dichiarazione d’intenti, con i suoi 10 minuti (durata media dei brani presenti nel disco, ad eccezione di alcuni intermezzi abbastanza futili) si proclama come manifesto della visione apocalittica del mondo e della musica adottata dal gruppo. Chitarre droneggianti sovrastano e distruggono qualsiasi cosa attorno a loro mentre la voce di Bryan Funck vomita fuori discorsi sui piaceri e dolori provocati dalla noia e dall’alienazione. 
E siamo soltanto agli inizi. Il susseguirsi di tracce come Transcending Dualities, Sovereign Self o In the Kingdom of Meaning ha come unico obiettivo quello di trascinare l’ascoltatore a piena forza in un baratro sempre più nero e profondo. I Thou dimostrano per l’ennesima volta di essere degli ottimi compositori, riuscendo a fondere riff degni dei migliori Eyehategod con melodie tipicamente black in modo molto naturale e per niente forzato. Unica nota negativa del disco è probabilmente la sua eccessività: essendo caratterizzato da delle produzioni e un sound così caotici e disturbanti  è davvero estenuante riuscire ad ascoltarlo nella sua totalità.
A conti fatti è un disco promosso a pieni voti. È un’esperienza che si consiglia specialmente a chi va a genio o intriga un tipo di musica che cerca di estremizzare al massimo un genere come, in questo caso, è il doom/sludge. Certo, non si tratta di un ascolto semplice e per molti il cercare di metabolizzarlo potrebbe risultare frustante, ma se preso a piccole dosi sicuramente riuscirà a far piacevolmente sanguinare le orecchie a molti.


TRACKLIST:
  1. Inward
  2. My Brother Caliban 
  3. Trascending Dualities 
  4. The Changeling Prince 
  5. Sovereign Self
  6. Divine Will
  7. In the Kingdom of Meaning 
  8. Invocation of Disgust
  9. Elmination Rhetoric
  10. The Law Which Compels
  11. Supremacy

INFO:
ANNO: 2018
LABEL: Sacred Bones Records
WEB: Bandcamp


THOU - IN THE KINGDOM OF MEANING
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