martedì 28 agosto 2018

IO E I MIEI DISCHI: Saffo Fontana (Giöbia)


Torna, dopo la pausa estiva, la nostra rubrica "Io e i miei dischi", dedicata alla conoscenza del rapporto tra i musicisti della nostra scena underground e la loro collezione di dischi.
In questa puntata ha risposto per noi Saffo Fontana, tastierista dei grandissimi Giöbia.

1. Il primo disco che hai comprato 
Sicuramente The Final Countdown degli Europe, in audiocassetta. Avevo 6 anni e Joey Tempest mi sembrava davvero un figo stratosferico. L’ho rivisto da Magalli secoli dopo con i capelli castani lisci tipo caschetto e il cappello da cowboy e sono rimasta davvero traumatizzata! 

2. L’ultimo disco che hai comprato 
Penso sia The occultation of light dei Mondo Drag, bellissimo, anche se il precedente album è davvero difficile da superare… non so quante volte ho ascoltato Rising Omen… attualmente sono una delle mie band preferite, quello che mi piace di band californiane attuali come loro (o i Sacri Monti) è che nonostante il mix di tante influenze riconoscibili nel loro sound (Pink Floyd, The Doors, Deep Purple, Hawkwind, Jethro Tull…) hanno saputo creare un suono a loro volta riconoscibile, retrò, sanguigno e psichedelico al tempo stesso. 

3. Il disco che ha cambiato la tua vita 
Non saprei, ce ne sono tanti in diverse fasi della vita…sicuramente in rapporto ai Giöbia tra i più importanti cito The Piper at the Gates of Dawn (Pink Floyd) e Paranoid dei Black Sabbath… anche se ce ne sono molti altri.

4. Il disco che ti vergogni di possedere 
Mmmmh, ce ne sono tanti di cui non proprio mi vergogno, ma non faccio ascoltare a tutti perché… non saprebbero apprezzare… eheh… soprattutto italiani… i primi album di Vasco, Battisti, il disco con la traccia Prigioniero del mondo ad esempio mi fa venire i brividi. Alcuni ascolti è giusto goderli nella propria intimità perché ti riportano in dimensioni e tempi differenti dalla realtà che vivi nel presente. 

5. Il disco con la copertina che preferisci 
Ce ne sono tante, alcune le amo per il loro valore simbolico, ad esempio in The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators c’è tutta la simbologia dell’occhio che anche con i Giöbia abbiamo ripreso in Magnifier (cover disegnata dall’ artista Laura Giardino)… sono molto affezionata alla copertina (e non solo) di Disintegration dei Cure, a quella di Forever Changes dei Love o a quella di Profondo Rosso dei Goblin, semplice ma efficace.

6. Il disco che hai sempre sognato di avere 
Sempre sognato non lo so… di solito prima o poi quello che desidero lo trovo, magari online, anche se la ricerca tra negozietti e mercatini in tour è tutta un’altra soddisfazione, un po’ come per i libri, i dischi ti chiamano… ci sono vinili che desideri avere perché racchiudono universi che non vuoi dimenticare, il prossimo che mi comprerò potrebbe essere la prima versione in 45 giri di Impressioni di settembre della Pfm o Milano calibro 9 degli Osanna (ho un debole per le colonne sonore). Tra i più riusciti acquisti degli ultimi anni mi viene in mente l’omonimo dei Witch, Blood Lust degli Uncle Acid & the Deadbeats, l’album debutto dei Kadavar con Purple Sage, Can... Soundtracks quello con Mothers Sky… Air, The Virgin Suicides… mi viene in mente però un disco che sogno di riavere, nel senso che dopo averlo comprato l'ho lasciato in custodia in una bancarella, quella sera suonavo con i Giöbia e non ho più trovato né il disco né la bancarella, era un doppio vinile dei Cream, Wheels of Fire.

7. Quanto è grande la tua collezione?
Non li ho mai contati, tra CD e vinili qualche centinaio, sicuramente abbastanza vari per generi. 

8. Che ordine segui (se è ordinata)? 
Più che un ordine è un frammentazione obbligata tra studio, casa, casa di campagna, su vari scaffali, li ammucchio qua e là un po' come i libri a seconda del mood del momento e di quello che mi propongo di ascoltare in un dato periodo… suppongo che il collezionismo sia un’altra cosa.

9. CD o vinile? 
A livello di qualità di suono naturalmente vinile tutta la vita, soprattutto se ascolti generi nati con il vinile o che si rifanno a quel determinato sound, poi il rituale di appoggiare il vinile sul piatto ti mette già in uno stato d’animo predisposto all’ascolto, a godersi il momento… l’oggetto vinile anche senza essere dei fanatici ha un suo perché, poi la copertina te la godi appieno, una volta che sei abituato al vinile è difficile guardare una copertina in formato ridotto con gli stessi occhi con cui la guardavi una volta… non so da quanto non compro più un CD… Il CD è utile in macchina, quando viaggi… anche se ormai non è più necessario neanche quello…
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