sabato 26 novembre 2016

PATER NEMBROT: Nusun (Review)

HEAVY PSYCH
Chi ha il coraggio di dire ancora che in Italia non ci siano grandi band alzi la mano. Se qualcuno di voi ha qualche dubbio di sorta gli consiglio vivamente di ascoltare il nuovo album dei Pater Nembrot. Il lavoro in realtà è uscito a Febbraio, ma vista la sua qualità ci sembrava doveroso presentarvelo nel modo migliore visto che siamo al cospetto di una band di elevatissima caratura, che nulla ha da invidiare ad act ben più blasonati.



La bellezza della proprosta dei cesenati risiede nella loro capacità di inglobare influenze diverse tra loro senza per questo scadere nella banalità o nel già sentito.
Ci troviamo dinanzi ad un Heavy Psych acido di chiara matrice Stoner/Doom e dalle fortissime inclinazioni Grunge. Considerando che i generi sopracitati rappresentano per me il meglio che la musica moderna e non mi possa offrire, potete immaginare la mia felicità alla fine di questo lungo (quanto appagante) ascolto.

Nusun (edito per Go Down Records) è un album dal sound ricercato, potente e dai connotati di chiara elevazione lisergica che esprime il suo potenziale già dall’iniziale Lostman, ballata dolorosa per piano e voce che innalza sin da subito le intenzioni dei nostri cercando di colpire l’ascoltatore dal punto di vista emotivo. Ogni brano è un gioiello prezioso all’interno di una tracklist che condanna di diritto i Pater Nembrot nel gotha del panorama musicale italiano di riferimento.
L’interpretazione sentita di Philip, la chitarra sofferente di Ramona e la quadrata sezione ritmica di Jack e Clarence costruiscono mattone dopo mattone Nusun. Dalla possente Stitch, alle strutture oblique di El Duende capaci di stemperarsi dentro melliflue visioni psichedeliche, al capolavoro Architeuthis, totem di oltre dieci minuti in cui le anime della band si abbracciano tra sussulti alla Alice in Chains e vibranti divagazioni strumentali da pelle d’oca e dall’alto tasso d’acidità. Overwheldem è un altro highlights, questa volta a metà strada fra Soundgarden e Goatsnake e mentre The Rich Kids of Teheran scala la pachidermica montagna dell’ Heavy Psych, la chitarra acustica di Dead Polygon ci accompagna verso la soglia di un album dai cui perimetri emozionali risulta davvero difficile uscire. 


TRACKLIST:

01. Lostman
02. Stitch
03. Architeuthis
04. Young Rite
05. El Duende
06. Overwhelmed
07. Uknap
08. The Ricj Kids of Teheran
09. Dead Polygon

INFO:

ANNO:2016
LABEL: Go Down Records
WEB: Pater Nembrot



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