STONER |
Giungono al
quarto album gli americani Red Fang, Only Ghosts a detta loro è il lavoro più
oscuro che la band abbia mai fatto, ciò nonostante lo spirito goliardico che li
contraddistingue sembra non essere svanito nemmeno in questo caso.
Di sicuro
dopo il buonissimo Whales and Leeches del 2013, questo nuovo disco era molto atteso
visto che i nostri, sin dal debut del 2009, hanno sempre dimostrato di non essere
una band ferma su se stessa. Il sound si è via via fatto più immediato,
stessa cosa dicasi per le linee vocali,
Aaron Beam (basso e voce) ha preso piede in modo preponderante nello scacchiere
della band americana, è così che il qui presente Only Ghosts si fa portavoce di
un nuovo corso intrapreso con coraggio dai nostri, in cui è proprio la voce
pulita di Beam a recitare da protagonista, a sfavore di un Bryan Giles (voce e
chitarra) la cui presenza è sempre molto viva all’interno dei brani, ma non più
dominante.
L’evoluzione
dei Red Fang mi ricorda in tutto e per tutto quella intrapresa dei Mastodon di The
Hunter, band con la quale (non a caso) vengono spesso accumunati e che risulta
come sempre la maggior fonte d’ispirazione dei nostri. Certo i Red Fang possiedono
un’anima più marcatamente stoner a differenza dei Mastodon, ma lo snellimento
dei brani e la loro immediatezza ricalca in pieno il modus operandi di cui
sopra.
Flies parte
aggressiva nella strofa, nel classico stile della band, il chorus è melodico e
facilmente memorizzabile, l’alternanza delle due voci funziona perfettamente.
Cut it Short è uno dei pezzi migliori dell’album, forse il più accessibbile mai
scritto dalla band, in cui un riff stoppato di chiara matrice Queens of the
Stone Age viene arricchito da un chorus davvero coinvolgente.
Tutto il lavoro
è pervaso da una grande energia, non battere il piede per tenere il tempo a
volte risulta impossibile, l’ottima Shadows ne è un esempio assai calzante (andatevi
a vedere il video ufficiale davvero divertente).
No Air e la
title track risultano più oscure, ma comunque vincenti, soprattutto con il
passare degli ascolti e con un Giles sugli scudi, mentre Not For You ricalca la
strada intrapresa da Cut is Short, altro pezzo molto immediato quindi, ma
ancora una volta per nulla stucchevole, ben costruito e impreziosito da un
altro splendido chorus. Più riflessiva e strisciante The Smell of the Sound,
che stavolta si apre ad un ritornello malinconico e sofferto. Chiudono il cerchio
The Deep (la meno riuscita del lotto) e l’aggressiva e buonissima Living a Lye.
Tirando le somme
siamo al cospetto di un ottimo album che lascia intravedere la strada tracciata, alla ricerca di una continua evoluzione. La sensazione è che Only Ghosts rappresenti una scossa di assestamento in
una faglia in continuo movimento, la curiosità su dove queste scosse porteranno
regna sovrana, lasciarsi andare e godere appieno di quest’album è l’unica via
percorribile in questo momento. Quindi mettetevi comodi e preparatevi a questo
viaggio interiore, alla ricerca dei fantasmi che albergano nell’anima di ognuno
di voi.
INFO:
ANNO: 2016
LABEL: Relapse
SITO UFFICIALE: Red Fang
TRACKLIST:
01. Flies
02. Cut It Short
03. Flames
04. No Air
05. Shadows
06. Not For You
07. The Smell of the Sound
08. The Deep
09. I Am a Ghost
10. Living a Lye