mercoledì 30 settembre 2015

GRAVEYARD: Innocence & Decadence (Review)

HEAVY PSYCH/BLUES ROCK
Sin dal loro omonimo esordio per Tee Pee Records (che mi rendo conto solo ora essere uscito quasi dieci anni fa...), i Graveyard hanno conquistato un posto privilegiato tra i miei ascolti, grazie anche a quel capolavoro che risponde al titolo di Hisingen Blues. Quando una band diventa così importante nel proprio mondo musicale, ogni annuncio di un nuovo disco è accolto sempre con una mistura agrodolce di felicità per il nuovo materiale e di paura che non sia all'altezza dei lavori precedenti.
Introduzione necessaria per spiegare lo stato d'animo con cui mi sono approcciato all'ascolto di Innocence & Decadence, quarto capitolo della loro saga discografica.
Perciò, è con un certo sollievo che Magnetic Shunk allontana la mia metà pessimista col suo classico ed unico stile degli svedesi, fatto dalla roboante voce di Joakin Nilsson, dalle inimitabili sonorità blues delle loro chitarre e dalle coinvolgentissime parti ritmiche. Rinfrancato, non presto certo troppa attenzione a The Apple & the Tree, già ascoltato in quanto prima anteprima del disco e classificato come il classico singolo promozionale, magari non eccezionale, ma di certo non indicativo della qualità del resto dell'album. Purtroppo, non appena mi rendo conto che Exit 93, primo pezzo lento del disco (solitamente la categoria da me preferita nei loro dischi) non vale un'unghia di ballate come The Siren, Uncomfortably Numb e Slow Motion Countdown il mio atteggiamento positivo deve infrangersi contro una scogliera di diffidenza. Grazie a Never Theirs to Sell e a Can't Walk Out arrivo a valutare The Apple & the Tree come uno dei brani più gradevoli dell'album, trattandosi probabilmente di due dei pezzi peggiori mai composti finora dalla band. Purtroppo, se la breve parentesi di Too Much is Not Enough sembra riportare tutto a livelli quantomeno accettabili (nonostante dei cori femminili abbastanza fuori luogo), scopro che il peggio è tutto contenuto nella seconda metà dell'album, fondamentalmente una successione di tracce così poco ispirate e imbarazzanti da costringermi ad accettare la realtà dei fatti: sto ascoltando il disco più brutto dei Graveyard. 
Non basta di certo il finale tutto sommato godibile della struggente Stay for a Song a salvare questo disco dal dimenticatoio a cui sembra destinato. Scivolone non da poco per una band di questa levatura e, da fan affezionato, ammetterlo mi costa tanto.


TRACKLIST
  1. Magnetic Shunk
  2. The Apple & The Tree
  3. Exit 97
  4. Never Theirs to Sell
  5. Can't Walk Out
  6. Too Much is Not Enough
  7. From a Hole in the Wall
  8. Cause & Defect
  9. Hard-Headed
  10. Far Too Close
  11. Stay for a Song
INFO
ANNO: 2015
LABEL: Nuclear Blast
WEB: Facebook


GRAVEYARD: TOO MUCH IS NOT ENOUGH

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