Foto di Serena Dattilo |
Abbiamo fatto una bella chiaccherata con una delle band più interessanti del panorama italico, L'Ira del Baccano, che hanno allietato le nostre orecchie lo scorso anno con il loro bellissimo album Terra 42. Ha risposto alle nostre domande Alessandro Santori, chitarrista e "regista" della band.
Ciao
Alessandro! Iniziamo parlando del vostro recente minitour nel sud
Italia: com'è andato, come è stata l'accoglienza?
Ciao Luca!! Il nostro mini tour, ribattezzato L'Ira Del Sud, e' andato molto bene direi. E' stata un'esperienza interessante e stimolante sotto diversi punti di vista. Era parecchio che non ci capitava di fare più date attaccate e, anche se da una parte è un po' come andare in bicicletta, ci siamo dovuti riconfrontare con alcuni aspetti organizzativi che a causa dell'attività più sporadica degli ultimi due/tre anni un po' ci eravamo dimenticati e che sicuramente ora dopo questa esperienza abbiamo rielaborato per massimizzare ogni aspetto delle future trasferte. Per quanto riguarda il lato musicale e' stato bellissimo tornare a suonare al sud e anzi questa volta spingerci fino a Lecce. I concerti sono andati tutti molto bene e abbiamo incontrato e conosciuto alcune persone eccezionali che veramente fanno un gran lavoro per cercare di portare un certo tipo di musica in quelle zone e anzi, ti dirò, parlando con loro delle tante difficoltà che incontrano, tra cui qualche volta anche la, chiamiamola, "non disponibilità" di certe band anche blasonate a suonare giù, ci siamo sentiti ancora piu contenti e fieri del viaggio e di essere riusciti ad organizzare questi tre giorni. Tutti gli organizzatori ci hanno fatto sentire veramente, e non scherzo, a casa. La gente accorsa ai concerti e' stata calorosa e attenta e come al solito quando finiamo di suonare ci sentiamo sempre per primi noi in dovere di applaudire chi è stato lì a sentirci per più di un'ora. Anche le bands con cui abbiamo diviso i palchi sono state eccezionali e gentilissime. DSW, The Quinlians e i Teverts, con cui abbiamo suonato a Benevento e a Napoli e che ci hanno portato a mangiare e bere in un posto fantastico. Insomma, speriamo di tornare presto da quelle parti come avrai intuito, ma per ora ci godiamo la felicita' di aver portato pezzi del nostro ultimo disco TERRA 42 e dal primo SI NON SEDES IS a tanta nuova gente e di avere oggi questi nuovi "ricordi" a cui pensare nel futuro!!!
A fine 2014 avete fatto uscire Terra 42, dopo sei anni dal precedente Si Non Sedes Is, vostro primo capitolo discografico. Come mai questa pausa tra i due lavori?
I motivi per il lungo tempo intercorso tra i due album sono veramente molteplici, iniziando dal fatto che il tempo vola veramente, soprattutto quando si incomincia ad avere una certa eta' e vari impegni personali di quelle che sono quattro persone che formano una band si intrecciano. La passione è una cosa meravigliosa, ma diciamolo chiaramente: quando si è piu giovani si ha più tempo... e quando il tempo passa a meno che non ci si possa permettere a livello economico di girare in tour con i cachet di questi anni andandoci, se dice bene, in pari, bisogna fare delle scelte e dare la priorità ad altro. Al di la' comunque di questa riflessione "sociale" c'è da considerare che quando uscì nel 2008 Si non sedes iS noi non avevamo la minima intenzione di rientrare in quello che era il "giro" ufficiale. La band aveva cambiato nome da LOOSIN'O'FREQUENCIES a L'IRA DEL BACCANO quando decidemmo di diventare ufficialmente strumentali, ma appunto all'epoca più che altro ci incontravamo per il piacere di jammare insieme. Poi successe che decidemmo di organizzare un concerto nel locale dove io e l'altro chitarrista eravamo soci e lavoravamo e quel concerto fu registrato. Piu tardi riascoltando decisi di mixarlo e diventò Si non sedes iS. Era l'epoca di MySpace, facemmo la nostra pagina e mettemmo il disco in free download senza nessun progetto in quel momento riguardo a future mosse. Il disco pero' incominciò a girare per conto suo e incominciarono a moltiplicarsi i contatti, uscirono recensioni in varie parti del mondo senza che nessuno di noi avesse mandato una sola mail. Dalla fine del 2009 quindi incominciarono a chiamarci per concerti e partecipammo a vari festival come lo Stoned Hand of Doom per due volte e lo Sweet Leaf. Poi però dopo il 2010 varie vicissitudini personali portarono ad un rallentamento in quello che doveva essere il passo naturale, cioè sfruttare al meglio il momento ed uscire il prima possibile con un altro disco. Nel frattempo anche a livello di social network ci fu una bella rivoluzione con l'abbandono della piattaforma MySpace per facebook e devo dire che in quel momento, data la non attività, non riuscimmo a captare l'importanza della cosa e non iniziammo subito a "lavorare" a livello promozionale sul nuovo social network, cosa che credo ci penalizzò molto due/tre anni fa. Comunque nel 2013 finalmente incominciammo le registrazioni di quello che poi e' diventato TERRA 42, che tra una cosa e l'altra è uscito quasi a fine 2014.. .ed eccoci qui... con la barba bianca! Ahahahah!
Come
è nata la collaborazione con Subsound Records?
Abbiamo incominciato a "parlare" durante le prime fasi della registrazione di Terra 42. La Subsound Records è una delle migliori realtà a livello europeo per quanto riguarda qualità e differenziazione dei gruppi che produce; questo grazie probabilmente al fatto che Davide Cantone, boss dell'etichetta, è un vero appassionato di musica s 360 gradi. Quando ho iniziato la produzione del disco la mia intenzione era, una volta finito, di mandare in giro dei promo, ma avendo appunto intavolato già una comunicazione
Terra
42 sembra avere uno stretto legame con le opere di Douglas Adams, è
una mia impressione?
Sì, Terra 42 ha numerosi riferimenti, fin dal titolo, con il mondo, anzi universo di Adams e della sua Guida Galattica per Autostoppisti; ma una cosa che tengo a specificare spesso parlandone in giro è che nel disco non abbiamo tentato in nessuno modo di raccontare la storia in musica, non e' insomma un concept in quella che può essere la definizione classica, quando ci si riferisce al fatto che un disco abbia un tema portante. Abbiamo piuttosto utilizzato alcuni concetti presenti nella Guida che in qualche maniera si adattavano a come vedevamo la musica messa in queste composizioni. La prima meta' del disco, che viene definita Fase 1, e' presa da un pezzo diviso in 3 parti, "The Infinite Improbability Drive", della durata di 32 minuti totali; la caratteristica di questo pezzo e' che non si ripete praticamente quasi mai nel corso di questi 32 minuti. L'idea era quella di prendere l'ascoltatore in un viaggio "tutto in avanti fino alla fine", soprattutto durante il primo ascolto ovviamente. Il titolo, che nella versione italiana e' tradotto con "propulsione ad improbabilità infinita", nella storia di Adams indica un modo di viaggiare nello spazio passando per ogni punto di ogni concepibile universo non sapendo con certezza dove si andrà a finire e cosa si sarà all'arrivo. Abbiamo quindi pensato che questo concetto potesse andare bene per la Fase 1, dove appunto volevamo strutturare la musica senza ripetizioni, non rendendo sicuro l'ascoltatore della destinazione finale. Come dicevo anche il titolo dell'album racchiude un riferimento, anzi due, alla Guida. Nella storia il numero 42 viene dato come "risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto". La terra invece, dopo essere stata distrutta all'inizio, viene ricostruita in una nuova seconda versione. Noi abbiamo semplicemente messo insieme le due cose in maniera... improbabile... come è giusto che sia!!
Chi
si è occupato del meraviglioso artwork dell'album?
Tutto l'artwork del disco e' stato curato dall'artista romano Fabio Listrani. Fabio e' un fan della band fin da Si non Sedes iS e nel corso degli anni ci siamo incrociati più volte sul web attraverso i vari social network. Io d'altra parte sono sempre stato un fan dei suoi lavori, anche se fino ad ora si era occupato più di cose cyber. Già in precedenza mi era capitato di pensare che il suo stile si sarebbe potuto adattare a quello che avevo in testa per il nostro artwork, quindi prima di finire il disco lo contattai chiedendo se fosse interessato. Da li incominciammo una fitta comunicazione di idee e concetti che poi ha portato allo splendido risultato che è tutta la parte visiva di TERRA 42. Sono veramente soddisfatto del risultato di questa collaborazione con Fabio e credo ci saranno altre possibilità in futuro di portarla avanti. Per ora comunque lui ha curato il design anche delle nostre nuove t-shirt.
Foto di Serena Dattilo |
A
maggio suonerete di supporto ai mitici Ozric Tentacles, come vi state
preparando all'evento? Emozionati?
NON VEDIAMO L'ORA!!! Gli Ozric sono sempre stati una delle nostre band preferite e sono senza dubbio il vero gruppo cult "moderno" per quanto riguarda certe sonorità space-prog che sono una delle tante sfaccettature de L'IRA DEL BACCANO.
Quindi puoi immaginare la nostra contentezza quando gli organizzatori ci hanno contattati per l'apertura alla loro data romana. La prima volta che li vidi credo sia stato il 1997 e ad oggi rimane per me uno dei concerti più belli a cui abbia assistito. Noi faremo un set di trenta/quaranta minuti. Ancora non so esattamente come imposteremo la cosa: trenta minuti non sono moltissimi per noi visto la durata media dei pezzi e soprattutto visto il fatto che normalmente live cerchiamo sempre di avere dei momenti "aperti" all'improvvisazione che possono far variare anche di minuti alcuni brani. Cercheremo comunque, visto che avremo opportunità di farci sentire anche da molti che non ci conoscono, di mostrare le differenti "facce" della nostra proposta musicale, dalla più psichedelica a quella più heavy.
Quindi puoi immaginare la nostra contentezza quando gli organizzatori ci hanno contattati per l'apertura alla loro data romana. La prima volta che li vidi credo sia stato il 1997 e ad oggi rimane per me uno dei concerti più belli a cui abbia assistito. Noi faremo un set di trenta/quaranta minuti. Ancora non so esattamente come imposteremo la cosa: trenta minuti non sono moltissimi per noi visto la durata media dei pezzi e soprattutto visto il fatto che normalmente live cerchiamo sempre di avere dei momenti "aperti" all'improvvisazione che possono far variare anche di minuti alcuni brani. Cercheremo comunque, visto che avremo opportunità di farci sentire anche da molti che non ci conoscono, di mostrare le differenti "facce" della nostra proposta musicale, dalla più psichedelica a quella più heavy.
Sei
un attento osservatore della scena heavy-psych: come reputi lo stato
attuale della scena italiana (qualità/quantità band, locali,
eventi, webzine, etc.)? E come ti sembra sia percepita dall'estero
la scena italiana?
Uhm, qui si va su qualcosa di abbastanza complesso. L'Italia ha sempre avuto moltissimi gruppi validi in diversi generi e derivazioni del rock, per dirla in generale, e questo può essere vero anche oggi. Il fatto che ci siano tantissime band attualmente non credo che significhi che ci sia per forza una scena italiana, almeno non in quello che poteva essere il concetto di anni fa riferito a certi generi, come ad esempio il punk-hardcore, dove si poteva effettivamente parlare di un "modo italiano" di fare un certo genere musicale. Questo probabilmente e' successo con lo svilupparsi di internet: a causa della velocità con cui ci arrivano le cose da fuori si ha meno tempo di far propria un'idea plasmandola secondo il proprio essere e sensibilità artistica, quindi si prendono solo alcuni elementi tipici che attirino l'attenzione e i "mi piace" e li si butta sul web. Questo e' valido poi ovviamente a livello mondiale e non solo da noi immagino, grazie o per colpa appunto di Facebook... ma sembra che ormai ci siano ondate che vanno di otto mesi in otto di band che hanno nel nome la parola che va in quel momento, che sia witch, goat, bong... Gli ultimi anni hanno visto per me una vera inflazione di gruppi sludge/doom e di revival '70, generi che sono a forte rischio "copia carbone". Per quello che e' il mio parere sulle band, più che altro mi auguro che non ci sia, come pare questo ultimo periodo, un appiattimento verso ciò che il mercato estero ci fa arrivare ormai in tempo reale tramite Facebook, in termini di cosa suonare fino ad arrivare a che parole usare per i titoli delle canzoni. Per quanto riguarda la percezione all'estero di questa "scena italiana": se pensiamo che una scena sia florida e qualitativamente alta oggi, osservando il fatto che molte band vanno in giro a suonare in Europa bisogna considerare ed analizzare anche il cambiamento del mercato e della vita di una band. Attualmente è più importante girare dal vivo, a prescindere che si abbia qualcosa da proporre, e non penso sia in generale una buona cosa. Non parlo ovviamente dell'importanza e della bellezza del suonare live, sia chiaro, ma del fatto che possa portare ad una serie di meccanismi un po' diabolici che poi si legano anche ai locali, al lavoro dei promoters, etc. Gli spazi son quelli che sono, le band tante. il rischio è (e secondo me è già una realtà) quello di un gioco al ribasso, dove i locali vogliono pagare sempre meno ed i promoters devono piazzare ad ogni costo le date, magari anche perchè una grossa percentuale di questi e delle booking agency è gente di gruppi che deve scambiare date con atre band, eccetera. Tutto questo aumenta la possibilità che tra un po' in giro ci andrà veramente solo chi può permettersi economicamente di partire con una rimessa piuttosto grossa di soldi... e questo ha poco a che fare con la qualità di una proposta musicale direi. Detto questo, tornando all'unica cosa che dovrebbe veramente contare, cioè la musica, i gruppi italiani che sono giustamente apprezzati all'estero ci sono e anzi ce ne sono molti altri secondo me che meriterebbero di essere più valutati, iniziando anche qui da noi.
Cosa
dobbiamo aspettarci da L'Ira del Baccano in futuro?
Ah, guarda, ormai sono diventato paurosamente scaramantico quando si tratta di cosa farà la band nel futuro, ahahah! Posso dirti che abbiamo materiale per più di un album e che lo stiamo già arrangiando. Continueremo la nostra esplorazione musicale che si basa esclusivamente su quello che vien fuori quando comunichiamo tra di noi con i nostri strumenti, senza pensare di dover essere stretti in un genere o in un suono specifico. Cercheremo poi ovviamente di organizzare più date possibili dopo l'estate... sempre che i milioni di gruppi sludge e revival lascino qualche posto libero in giro... Ahahah!
Grazie
mille per l'intervista Alessandro, un ultimo messaggio per i lettori
di Doommabbestia?
Grazie a te Luca e a Doommabbestia per la chiacchierata e lo spazio. Non sono decisamente bravo in queste cose, quindi a parte ovviamente invitare tutti ad andare sulla pagina Bandcamp del gruppo per ascoltare e magari comprare i nostri album nelle varie versioni, auguro a tutti di scoprire sempre nuova musica e gruppi e di essere curiosi sempre!!!