 |
| SONO I TORCHE |
Non è esagerato dire che Restarter è tra dischi più attesi di questo 2015, vuoi perché i Torche riescono a piacere a diverse fasce di ascoltatori, vuoi perché segna il loro debutto sotto Relapse.
Iniziamo allora a rassicurare gli animi: Restarter è decisamente valido, perfettamente calibrato tra varietà ed intensità di stili, con linee vocali accattivantissime, i riff che tutti abbiamo imparato ad amare e ritmiche semplicemente devastanti (un plauso qui all'ottimo lavoro del solito Kurt Ballou dietro il mixer), tutto fatto con molta classe e professionalità.
Iniziamo allora a rassicurare gli animi: Restarter è decisamente valido, perfettamente calibrato tra varietà ed intensità di stili, con linee vocali accattivantissime, i riff che tutti abbiamo imparato ad amare e ritmiche semplicemente devastanti (un plauso qui all'ottimo lavoro del solito Kurt Ballou dietro il mixer), tutto fatto con molta classe e professionalità.
Basta premere play e lasciar partire Annihilation Affair per capire di cosa stiamo parlando, difficile immaginare apripista migliore per questo quarto lavoro del quartetto della Florida, con i suoi due minuti iniziali che arpionano immediatamente la nostra attenzione per poi sfociare in un marasma dalle tinte noise.
Bishop in Arms è a dir poco epica, con delle ritmiche dal sapore tribale altamente evocative; il lento e cervellotico incedere di Minions è quasi una pausa di riflessione prima del micidiale terzetto Loose Men/Undone/Blasted, la prima liberatoria come una corsa in spazi sconfinati, la seconda violenta e dalla decisa tonalità sludge, la terza con dei riff dal sapore quasi math per quanto è godibile nelle sue strutture "geometriche". No Servants è una gemma finemente intagliata, a dir poco perfetta in ogni suo elemento e in grado di essere deliziosamente struggente sul suo ritornello. Believe It e Barrier Hammer aggiungono poco o niente a quanto già detto finora, ma la vera sorpresa deve ancora arrivare. La title track è indubbiamente il pezzo più sperimentale del disco, una lunga cavalcata elettrica, ermetica e spiazzante quanto il suo testo, che recita solo con fare quasi mantrico lo slogan "Our Leaders Are Done with Conversations", procedendo dritta versa la sua conclusione con variazioni risicatissime che vi stupiranno per come riusciranno a rapirvi per tutti i suoi otto e rotti minuti di durata.
Inutile dire che l'appuntamento è il 6 maggio a Milano, per la loro unica data italiana. Ci vediamo sotto il palco!
Bishop in Arms è a dir poco epica, con delle ritmiche dal sapore tribale altamente evocative; il lento e cervellotico incedere di Minions è quasi una pausa di riflessione prima del micidiale terzetto Loose Men/Undone/Blasted, la prima liberatoria come una corsa in spazi sconfinati, la seconda violenta e dalla decisa tonalità sludge, la terza con dei riff dal sapore quasi math per quanto è godibile nelle sue strutture "geometriche". No Servants è una gemma finemente intagliata, a dir poco perfetta in ogni suo elemento e in grado di essere deliziosamente struggente sul suo ritornello. Believe It e Barrier Hammer aggiungono poco o niente a quanto già detto finora, ma la vera sorpresa deve ancora arrivare. La title track è indubbiamente il pezzo più sperimentale del disco, una lunga cavalcata elettrica, ermetica e spiazzante quanto il suo testo, che recita solo con fare quasi mantrico lo slogan "Our Leaders Are Done with Conversations", procedendo dritta versa la sua conclusione con variazioni risicatissime che vi stupiranno per come riusciranno a rapirvi per tutti i suoi otto e rotti minuti di durata.
Inutile dire che l'appuntamento è il 6 maggio a Milano, per la loro unica data italiana. Ci vediamo sotto il palco!
TRACKLIST
- Annihilation Affair
- Bishop in Arms
- Minions
- Loose Men
- Undone
- Blasted
- No Servants
- Believe It
- Barrier Hammer
- Restarter
INFO
ANNO: 2015
LABEL: Relapse Records
WEB: Website
TORCHE: ANNIHILATION AFFAIR
