27 Dicembre, Milano;
Una giornata di neve e foschia, quella che ci accompagna verso l'ultima serata per quel che riguarda i live dell'annata 2014 all'arci Lo-Fi di Milano zona stazione Rogoredo. Gremito di persone accorse un pò da tutta Italia per godersi una serata che sembra quasi porre in cornice una fotografia simbolica e generazionale dell'underground metal a partire dall'apertura, affidata agli Hyperwülff, duo di Bologna formatosi proprio in quest'anno, a seguire i Grime in campo dal 2010, portabandiera dello sludge Italiano specialmente all'estero, fino ad arrivare alla band in cima alla scaletta,oramai diventati punto di riferimento per quello che è il doom qua in penisola ovvero gli Ufomammut, il tutto servito su di un piatto d'argento, in un'unica intensa nottata.
Inizio concerti ore 22.30 trovo scritto sul foglio all'entrata, lo leggo mentre pago aspettando di essere marcata con il timbro "Urgente". Fin da subito noto un'incredibile varietà di persone, facce nuove e volti già visti, fasce di età di ogni tipo, i ragazzi dietro al bancone bar lavorano senza sosta. Allestiti vicino al mixer ci sono i tavoli del merchandising delle varie band e non manca nemmeno il gustoso banchetto di Solo Libri/Vinili, croce e delizia di ogni appassionato di dischi, una varietà incredibile di vinili, di cui alcuni piuttosto difficili da reperire...non mi avvicino troppo perchè ne potrebbe risentire il mio stato economico (seriamente).
Ci si piazza sotto al palco mentre i selvatici Hyperwülff addentano i loro strumenti, sono loro ad aprire le porte degli inferi, il demone Pazuzu è dalla loro parte, carico di energia, intriso di una fierezza malefica come il loro suond, inevitabile non lasciarsi travolgere dalle loro ritmiche mai scontate , partono headbanging, si ribalta qualche birra e si puntano verso l'alto le cosidette "horns up". Entrambi, mentre suonano, sembrano essere in uno stato di trans, una fusione violenta di grande impatto uditivo e visivo, occhi ribaltati per il cantante/chitarrista ed espressioni assassine del batterista rendono il tutto ancora più potente. Terminano il loro set alla grande, la gente non è ancora sazia, i due lupi hanno fatto centro.
Le tempistiche giuste per riuscire a fumare una sigaretta, prendere da bere ed ecco che si passa direttamente per il tritacarne assieme ai Grime. Si espandono ritmiche che colorano di bitume nero l'intero locale, si trovano a loro completo agio sul palco, talmente tanto che per un attimo mi chiedo se sono finita in uno scantinato della Louisiana. I quattro musicisti sono un concentrato anarchico, acido, schietto, sludge stradaiolo che perfora fino al midollo osseo. L'intera scaletta non perdona ma l'apice viene raggiunto con il pezzo Pouring Out The Hatred, "ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi". Un'ondata reale di disagio emotivo da parte degli spettatori sotto il palco. Si rimane polverizzati a fine concerto, mentre posano gli strumenti ancora rincoglionita ed immobilizzata nella sala, penso a come potrà essere il loro nuovo disco annunciato per il 2015...
Arriva il turno degli attesissimi Ufomammut, inutile dire che la
sala si riempe istantaneamente di persone, fortunatamente riesco a prendere posto sotto al palco. Uno schermo gigante proietta una carrellata di immagini psichedeliche, i volumi si alzano e parte Vita, dietro le pelli a scandire il tempo come un battito cardiaco. Tutto trema, i tre musicisti sono penetranti come non mai, flussi di suoni e riverberi che ti entrano nelle ossa, nella carne, non sono umani sono alieni e ci stanno bombardando a colpi di melodie cosmiche i meandri della mente. Urlo diventa entità unica con il suo basso il quale, collegato come da una grossa vena, giunge ad una pedaliera madre, è quasi un equilibrio mistico di corde tra lui e Poia. Ci trasportano verso un intensa ipnosi di massa, anche il solo osservarli è di per sè un'esperienza ascetica, lo stato di coscienza è alterato per l'intero set, si perde la cognizione del tempo e della realtà finchè si giunge alla fine di questo tragitto sublime.
Non vorresti mai vederli spegnere le casse e posare gli strumenti, "15 anni di attività ed ancora riescono ad innalzarti da terra", "sempre una garanzia" questi sono i commenti di chi è ancora nella sala concerti che man mano si svuota, sono poche le incertezze, questa serata la ricorderemo per parecchio tempo .
sala si riempe istantaneamente di persone, fortunatamente riesco a prendere posto sotto al palco. Uno schermo gigante proietta una carrellata di immagini psichedeliche, i volumi si alzano e parte Vita, dietro le pelli a scandire il tempo come un battito cardiaco. Tutto trema, i tre musicisti sono penetranti come non mai, flussi di suoni e riverberi che ti entrano nelle ossa, nella carne, non sono umani sono alieni e ci stanno bombardando a colpi di melodie cosmiche i meandri della mente. Urlo diventa entità unica con il suo basso il quale, collegato come da una grossa vena, giunge ad una pedaliera madre, è quasi un equilibrio mistico di corde tra lui e Poia. Ci trasportano verso un intensa ipnosi di massa, anche il solo osservarli è di per sè un'esperienza ascetica, lo stato di coscienza è alterato per l'intero set, si perde la cognizione del tempo e della realtà finchè si giunge alla fine di questo tragitto sublime.
Non vorresti mai vederli spegnere le casse e posare gli strumenti, "15 anni di attività ed ancora riescono ad innalzarti da terra", "sempre una garanzia" questi sono i commenti di chi è ancora nella sala concerti che man mano si svuota, sono poche le incertezze, questa serata la ricorderemo per parecchio tempo .
Report: Mari Knox Knox
Foto: Eugenio Crippa (ADVENT PRODUCTIONS)