GIACOMO BOEDDU |
Quando mi è stato proposto di fare il report per il Genova Urla sapevo che non sarebbe stato semplice. In effetti dopo averlo vissuto posso dire che è decisamente impossibile: si riassumerebbe con un "bravi tutti".
Allora da bravo reporter ho deciso di fare quattro chiacchiere con il maestro della cerimonia: Giacomo Boeddu. Ok, non è stato difficile essendo un amico e soprattutto un quarto della band in cui suono. Il senso di questa intervista però non è farsi il classico "pompino a vicenda" ma scoprire qualche dietro le quinte di un festival che è giunto alla terza edizione:
Maso: Genova Urla sembra il nome di un poliziottesco anni 70, quelli alla Napoli Spara, Roma Violenta, Genova A Mano Armata. Però quel "Urla" trasmette un senso di energia, di voglia di farsi sentire. E' un nome che è un manifesto programmatico. Ma cosa ha da urlare Genova?
Giacomo: Genova Urla … mi ricordo esattamente il momento in cui abbiamo coniato questo “slogan”. Eravamo io ed Andre Repetto (ai tempi nel collettivo del BorbeRock Festival), ci serviva un titolo per un evento al Lab. Buridda, qualcosa che esprimesse l’energia che tante realtà locali avevano in quegli anni (ormai 5/6 anni fa) per tirar su una serata con band storiche Genovesi, cosa che facemmo e che andò davvero molto bene.
Ho sentito subito che questo nome sarebbe stato adatto ad esprimere qualcosa di più, non solo la voglia di fare e l’energia delle realtà locali, ma anche la fame che la città stessa ha (ed aveva) di eventi di questo tipo, dove scoprire, condividere ed ascoltare qualcosa che troppo spesso non trova spazio a Genova.
M: 3 anni fa la prima edizione di Genova Urla con Unsane e Big Business, lo stesso giorno della seminfinale degli europei di calcio Italia-Germania. Cosa ricordi di quell'esperienza?
G: Eravamo ancora a Villa Bombrini la vecchia location, ricodo che credevamo tutti sarebbe andata molto male come edizione, pur avendo una line up di tutto rispetto, perché si sa … in italia tira più un pelo di Calcio che un pelo di “metal”, eppure la gente continuava ad arrivare, ora dopo ora.
Fu anche la prima “indiretta” collaborazione con il Solo Macello Fest & Corrado di HardStaff Booking, infatti Unsane & Big Business (assieme a Napalm Death e molti altri) suonarono anche all’edizione del loro festival quell’anno, edizione indimenticabile.
TUTTI I COLORI DEL BUIO |
M: L'anno scorso Genova Urla arriva in centro città nella particolare location dei Giardini Baltimora, un luogo misterioso anche per i genovesi. Un parco incastrato tra grattacieli e centro storico, una speculazione edilizia senza precedenti in città. Praticamente dopo aver subito i bombardamenti della seconda guerra mondiale la politica cittadina decise di radere al suolo il borgo medievale "Madre di Dio", spostare i residenti in un altra zona e cancellare una fetta di memoria della città. Il risultato sono appunto i Giardini Baltimora e i grattacieli attorno. Come arriva Genova urla in questo contesto "cyberpunk"?
G: Ci arriva grazie ad un grande lavoro delle associazioni CRESTA & Arbusti in collaborazione con il Comune di Genova, loro assieme a Mattia Cominotto e Riccardo Armeni del Green Fog Studio (e della nostra “gemella” Green Fog Night) mi hanno permesso di andare avanti con questo progetto, in cui credo tanto quanto me. Un grande lavoro di condivisione ed una splendida e fortunata collaborazione. Questa location è assolutamente perfetta, e merita di essere preservata ed aiutata, per molti anni dire “Giardini di Plastica” era sinonimo solo di degrado, ora, grazie al lavoro di queste realtà non è più così.
EREMITE |
M: Questa edizione a parere mio è stata molto azzeccata ma anche rischiosa: hanno suonato nomi che non hanno un pubblico guadagnato negli anni (vedi appunto Unsane o gli headliner dello scorso anno gli Ufomammut) ma band che sono sulla rampa di lancio. Questa cosa coincide con la tua prima volta da spettatore al top dei festival "underground": il Roadburn. Cosa si può imparare dalla madre di tutti i festival "stoner"?
G: Si impara a non avere paura, a credere che se una cosa è fatta bene, funziona, che il blasone di una band non è direttamente sempre proporzionato alla qualità della stessa.
M: Ma oltre al Roadburn festival una bella influenza del Genova Urla è il Solo Macello, che quest'anno ha visto proprio gli organizzatori del festival nelle vesti di Dj, ricambiando un po' il favore di un paio di anni fa in cui noi due facemmo la stessa cosa al Magnolia...
G: I ragazzi del Solo Macello Fest e tutto quello che gira in torno a loro, sono stati la mia ispirazione per anni, non sbagliano un colpo e sanno riconoscere le realtà italiane ed estere meritevoli di rispetto e supporto. Vivere i loro eventi e conoscerli di persona mi ha fatto crescere molto, ho trovato delle ottime persone dietro a quelle croci rovesciate c’è si tanto metal ma anche tanta passione per quello che fanno.,da gente così, anzi mi correggo da amici così, c’è solo da imparare.
M: Genova è una città stoner e noi lo sappiamo bene. I Gandhi's Gunn (ora Isaak) non potevano che nascere qui e abbiamo avuto terreno fertile fin da subito. Da anni stai portando in città band internazionali come Los Natas, Church Of Misery, Karma To Burn, Truckfighters, Samsara Blues Experiment, Big Business, così come band italiane. Io stesso ho deciso di aprire un negozio di dischi con un forte carattere stoner/doom/sludge. Quali pensi siano i motivi di questo "successo" in una città particolare come Genova?
G: Ti devo correggere, non credo che Genova sia una città Stoner, l’ho sempre vista più Hardcore/Punk, credo che sia una città con un sacco di voglia di esprimersi, solo che soprattutto negli ultimi anni, è stata talmente soffocata che molti si sono persi per strada. Qualche anno fa c’era una bella scena musicale che passava dal metal all’hc, stoner, doom etc … non dico che nn ci sia più, ma l’aver perso nel tempo i luoghi di riferimento per eventi di questo tipo, ha sicuramente indebolito il tutto. L’evento di quest’anno però mi fa guardare al futuro con un bel ghigno.
BELZEBONG |
M: Per la prima volta si è visto un pubblico diviso equamente fra genovesi e foresti. Solitamente sono i genovesi ad andare in giro per concerti! Eppure ad Agosto sembra la scelta più saggia: venire a visitare Genova o andare al mare in riviera e poi godersi una bella serata a base di chitarre heavy. Cosa pensi sia cambiato rispetto a qualche anno fa? Se un nome di "culto" come i Belzebong ha suonato davanti a centinaia di persone cosa succederebbe se al Genova Urla suonassero, chessò, i Red Fang o i Melvins? E' possibile che ciò accada?
G: Bel quesito …direi cerchiamo di scoprirlo già dal prossimo anno!
M: Chiudiamo con uno spot personale? Che stiamo combinando con gli Isaak? Diamo qualche scoop a Doommabbestia?
G: A giorni entreremo in studio per registrare un brano unico che finirà su uno split … con chi, per chi, perché? Non ho intenzione di dirvelo ancora !!!
M: Ciao Giacomo, e grazie!
G: Grazie Doommabbestia ma permettimi di ringraziare tutto lo Staff del Genova Urla: senza di loro non sarebbe stato possibile tutto questo!!