STONER, HARD, SOUTHERN |
Ritengo che ogni disco meriti il proprio approccio quando viene ascoltato e, ancor di più, quando viene recensito.
Il disco di fronte al quale ci troviamo oggi è, secondo il personalissimo ascolto di chi scrive, il prodotto di quell'approccio ancestrale ma sempre vivo e attivo di coloro che vogliono spaccare tutto, produrre musica potente, sfruttare al massimo le distorsioni e sporcare in maniera dannata - forse fino all'eccesso - la voce, per creare un altro buco al culo del mondo.
Ponendo questo, probabilmente, come priorità rispetto ad altri parametri che si possono considerare nella musica, come la composizione e l'originalità.
Non voglio dire che No Job sia un brutto disco, anzi nelle sue finalità è perfettamente riuscito con le sue 5 tracce che ripercorrono il cuore del repertorio heavy conosciuto e i suoi potenti 20 minuti...un vero fulmine a ciel sereno!
Sebbene sia riconoscibile come filo conduttore l'imponente influenza di quello stoner/southern alla Down, descriverei le tracce come segue: Ass to Ass Dust To Dust (titolo geniale, a mio parere!) è una traccia permeata fino al proprio midollo di bluesettone, decorato da quella cavalcata heavy resa meno seriosa dal ritmo godibile dello stoner.
Bye Dad I Go Rehab si presenta inequivocabile con i suoi armonici artificiali, resi grassi da una non esagerata accordatura abbassata, e il suo assolone a metà pezzo delayato.
Viene rivisitato con la title track il lato più punk, quasi un hardcore rallentato, ma ugualmente cattivo, che spara a zero su un fantomatico "boss" che lascia i propri dipendenti "with no job", appunto. Notevole a metà pezzo il mini assolo di basso, strumento che senza dubbio predomina sugli altri (voce compresa) anche per quel che riguarda tutto il resto dell'album.
Pig Farm Massacre trova, invece, il risvolto più sabbathiano della band, non solo per l'intro dal gusto decisamente '70s, ma soprattutto per quello che riguarda la struttura della canzone, la quale sembra evolversi senza fine e invece riesce sempre a tornare su se stessa in un loop costante.
Stessa struttura viene destinata al pezzo di chiusura, Shit Avenue, la traccia alla quale, più di tutte, può essere imputata l'influenza del nuovo gruppo di Anselmo, con quei giri fondati sulla pentatonica che, però, alla fine più che blues rendono un risultato decisamente heavy.
Che dire? I Bang Bangalow ci hanno ben mostrato che cosa sanno fare riprendendo filoni già sondati da altri, sarei curiosa di sentire di cosa sarebbero capaci cimentandosi in composizioni più personali.
Il disco di fronte al quale ci troviamo oggi è, secondo il personalissimo ascolto di chi scrive, il prodotto di quell'approccio ancestrale ma sempre vivo e attivo di coloro che vogliono spaccare tutto, produrre musica potente, sfruttare al massimo le distorsioni e sporcare in maniera dannata - forse fino all'eccesso - la voce, per creare un altro buco al culo del mondo.
Ponendo questo, probabilmente, come priorità rispetto ad altri parametri che si possono considerare nella musica, come la composizione e l'originalità.
Non voglio dire che No Job sia un brutto disco, anzi nelle sue finalità è perfettamente riuscito con le sue 5 tracce che ripercorrono il cuore del repertorio heavy conosciuto e i suoi potenti 20 minuti...un vero fulmine a ciel sereno!
Sebbene sia riconoscibile come filo conduttore l'imponente influenza di quello stoner/southern alla Down, descriverei le tracce come segue: Ass to Ass Dust To Dust (titolo geniale, a mio parere!) è una traccia permeata fino al proprio midollo di bluesettone, decorato da quella cavalcata heavy resa meno seriosa dal ritmo godibile dello stoner.
Bye Dad I Go Rehab si presenta inequivocabile con i suoi armonici artificiali, resi grassi da una non esagerata accordatura abbassata, e il suo assolone a metà pezzo delayato.
Viene rivisitato con la title track il lato più punk, quasi un hardcore rallentato, ma ugualmente cattivo, che spara a zero su un fantomatico "boss" che lascia i propri dipendenti "with no job", appunto. Notevole a metà pezzo il mini assolo di basso, strumento che senza dubbio predomina sugli altri (voce compresa) anche per quel che riguarda tutto il resto dell'album.
Pig Farm Massacre trova, invece, il risvolto più sabbathiano della band, non solo per l'intro dal gusto decisamente '70s, ma soprattutto per quello che riguarda la struttura della canzone, la quale sembra evolversi senza fine e invece riesce sempre a tornare su se stessa in un loop costante.
Stessa struttura viene destinata al pezzo di chiusura, Shit Avenue, la traccia alla quale, più di tutte, può essere imputata l'influenza del nuovo gruppo di Anselmo, con quei giri fondati sulla pentatonica che, però, alla fine più che blues rendono un risultato decisamente heavy.
Che dire? I Bang Bangalow ci hanno ben mostrato che cosa sanno fare riprendendo filoni già sondati da altri, sarei curiosa di sentire di cosa sarebbero capaci cimentandosi in composizioni più personali.
TRACKLIST
- Ass To Ass Dust To Dust
- Bye Dad I Go Rehab
- No Job
- Pig Farm Massacre
- Shit Avenue
INFO
ANNO: 2012
LABEL: Bestialito Productions
WEB: MySpace
BANG BANGALOW - ASS TO ASS DUST TO DUST