Partecipare ad un festival organizzato da SoloMacello è
sempre un piacere, qualunque nome esso abbia. Le Doommabbestie e soci arrivano
al Circolo Magnolia verso le 20.30, giusto nell’orario in cui lo stomaco
reclama! Ci si fionda, allora, verso l’area ristorazione…pizza? Mmm…hamburger,
salamella e birra! 10 e lode al servizio, carne davvero ottima!
Allieta la nostra attesa in coda al cibarolo questo
simpatico personaggio chiamato Johnny Mox, un one-man-show esibito sul Mexican
Stage, ovvero quello che sfida audacemente il vicino Main Stage. Sentito non lo
abbiamo sentito benissimo, ciò che abbiamo capito, tuttavia, è che si trattava
di un tizio da solo sul palco che musicalmente sembrava parente di Mike Patton. Di facce perplesse ce n’erano
parecchie…
Finiamo di cibarci giusto in tempo per l’inizio
dell’esibizione dei Gandhi’s Gunn sul Main Stage.
Eravamo ansiosi di sentirli e il loro live, seppure di soli 30 minuti, ha del tutto soddisfatto le aspettative: la maggior parte dei pezzi venivano da nuovo album, come ci si poteva aspettare, e noi ne eravamo assolutamente contenti! Le teste si muovevano, gli applausi partivano spontanei. Unico neo dell’esibizione è stato il volume troppo basso che come sempre si è costretti a tenere, e che in un palco così grande all’aperto fa disperdere troppo il suono. Ma questo non dipendeva certo dalla band.
Eravamo ansiosi di sentirli e il loro live, seppure di soli 30 minuti, ha del tutto soddisfatto le aspettative: la maggior parte dei pezzi venivano da nuovo album, come ci si poteva aspettare, e noi ne eravamo assolutamente contenti! Le teste si muovevano, gli applausi partivano spontanei. Unico neo dell’esibizione è stato il volume troppo basso che come sempre si è costretti a tenere, e che in un palco così grande all’aperto fa disperdere troppo il suono. Ma questo non dipendeva certo dalla band.
L’ascolto successivo cade sui Mombu, duo di batteria e
sax. Quest’ultimo non poteva che arrivare dagli Zu, confermando la sua
caratteristica di potenza e acidità, dedicandosi alle note molto di più, però,
che con il trio, dove il suo ruolo viene concentrato più che altro sulla
creazione di ambientazioni noise.
Decisamente soddisfatti ci spostiamo – di poco – e ci
prepariamo per quella che è stata considerata la prima vera chicca della serata,
ovvero l’esibizione degli Unsane.
Basta guardare lo stato della Telecaster e del Precision usati per entrare subito nella giusta ottica: strumenti potenti, dalle sonorità più calde, ma sgraziate, rovinati, corrosi, manipolati con (in)sicurezza, effettati con maestria. Una voce proveniente direttamente dall’ileo, sgraziata ma perfettamente in linea con la musica. Sonorità talvolta doom, rock’n’roll, metal e punk si alternano per dar vita ad un live dove il pogo nasce spontaneo, dove, nonostante l’età, i componenti della band sembrano non averne alcuna. Forti le lamentele, anche in questo caso, dovute al volume basso, ma si sa che in Italia non conta se un locale è a un passo da un aeroporto…la tua musica sarà sempre più fastidiosa del turbinìo di motori di un aereo in decollo!
Basta guardare lo stato della Telecaster e del Precision usati per entrare subito nella giusta ottica: strumenti potenti, dalle sonorità più calde, ma sgraziate, rovinati, corrosi, manipolati con (in)sicurezza, effettati con maestria. Una voce proveniente direttamente dall’ileo, sgraziata ma perfettamente in linea con la musica. Sonorità talvolta doom, rock’n’roll, metal e punk si alternano per dar vita ad un live dove il pogo nasce spontaneo, dove, nonostante l’età, i componenti della band sembrano non averne alcuna. Forti le lamentele, anche in questo caso, dovute al volume basso, ma si sa che in Italia non conta se un locale è a un passo da un aeroporto…la tua musica sarà sempre più fastidiosa del turbinìo di motori di un aereo in decollo!
Finita l’esibizione sentiamo da lontano quella di Bologna
Violenta, una ulteriore one-man-band dove il protagonista alla chitarra riesce a creare qualcosa di industrial. L’ascolto è avvenuto da lontano, solo che il poco che si è sentito non ci ha
invogliati ad avvicinarci.
Apprezzabile, però, l’audacia dei ragazzi di Solo
Macello, che li conduce a portare sul palco non il solito metal trito e ritrito,
riuscendo ad offrire, nell’ambito di un mini-festival, tipologie di musica che
vengano in contro ai diversi tipi di ascolto.
Ascoltiamo, poi, qualche minuto dei Napalm Death, ma di
più non riusciamo a resistere. Sono la seconda chicca della serata, ma stando a
quanto detto sopra, le orecchie non sono tutte uguali. Decidiamo, perciò di
allontanarci e dirigerci verso l’Outfrog Stage, dove sono in procinto di
esibirsi una delle nostre vecchie conoscenze, ovvero i Grime.
Potentissimi dal vivo, una cassa Green alta quanto un giocatore di basket è l’ultima cosa che si nota prima di essere travolti dal loro imponente doom. Eseguito al bacio.
Potentissimi dal vivo, una cassa Green alta quanto un giocatore di basket è l’ultima cosa che si nota prima di essere travolti dal loro imponente doom. Eseguito al bacio.
Bel festival in una location che definire azzeccata è
poco.
Tutto il resto è Solo Macello.