martedì 6 dicembre 2011

UFOMAMMUT: Godlike Snake

SPACE-DOOM, PSYCHEDELIC, VISUAL
Capitolo primo dell'avventura Ufomammut, questo album, consentitemelo, parla da solo! L'Italia è un paese fortemente ambiguo, e difficilmente si potrebbe pensare che certe cose nascano e lentamente prendano forma proprio in questo paese così spesso bistrattato. Nel caso della band quì proposta, è però necessario creare un discorso a parte. E' il 2000, quando questa navicella aliena stracolma di weed atterra sul nostro misero pianeta, e il botto inizialmente non si sente, ma credetemi, c'è stato eccome! Fino a quel momento, il massimo delle aspettative alternativo-sonore, erano tutte orientate ad una puerile e sterile esterofilia-nazionale che niente dava più di quanto già si conoscesse. Dopo questo album, il nostro paese ha forse per la prima volta nella storia visto crescere una realtà artistica che non solo ha saputo tenere duro per anni, ma che nello stesso corso del tempo, ha potuto addirittura influenzare le band doom-stoner più recenti che noi tutti oggi ascoltiamo con frequenza. Cosa dire allora di Godlike Snake? Prima cosa: questo, al contrario di come si possa intendere, non è space rock. No, e nemmeno space-stoner o limitazioni del genere..
Questo E' space-doom. Sì. Difficilmente prima di quest'album, avremmo potuto concepire di ascoltare sintetizzatori moog sopra note di pura cacofonia dronica. In parole più semplici: un lavoro di una pesantezza spaziale che trova difficili comparazioni nell'intera storia del genere a cui facciamo riferimento. In molti continuano a ripetermi che il loro successivo lavoro (Snailking, 2004), sicuramente più maturo e curato, troverebbe maggiore incidenza in materia di innovazione. Signori, credo che quest'album sia molto sottovalutato, e credo che in pochi abbiano colto quanto di genuino vi sia in ognuno dei brani se presi attentamente in considerazione. Mi dispiace, ma è così.

Accordature infernali e bassissime da fare rabbrividire gli Wizard, fendenti feedback ultracosmici, voci appena accennate in una strozzatura "mega-delayana", fanno di questo album una perla schizzata a tuono nell'iperspazio. Ancora una volta, amanti dell'Universo Doom, non potrete restare insoddisfatti! Cogliere poi con piacere, quanto di meglio influente c'è entro questo lavoro, mi rende felice ancora di più che un presidente del consiglio in un harem: molti appassionati dei Sons Of Otis, scopriranno in pezzi come Nowhere o Hozomeen (20 minuti primi e 55 secondi!!!), un gradevole ritorno a sonorità violentemente spaziali mai così azzeccate per un album d'esordio!

E che dire invece del modo in cui i brani si legano l'uno all'altro?? A tratti, alcuni passaggi fanno addirittura affiorare alla mente album pinkfloydiani tra i più disparati! Cose dell'altro mondo..

Non perdetevi per nessun motivo il capitolo primo di una saga tutta italiana, che nel corso del tempo sta prendendo pieghe sempre più mastodontiche. Personalmente, lo devo dire: che sarebbe stato della mia vita senza questa band (e quest'album!!!)? Non oso immaginarlo.

A tutti i neofiti: datevi una mossa, ascoltateveli!!

TRACKLIST

  1. U.F.O. Pt. 1 (4:42)
  2. Satan (3:26)
  3. Oscillator (2:57)
  4. Snake (3:53)
  5. Zerosette (3:14)
  6. Smoke (9:14)
  7. Nowhere (2:43)
  8. Superjunkhead (5:52)
  9. Hozomeen (20:55)
  10. Mammut (5:52)
  11. Where? (traccia bonus video)
Info

Anno: 2000
Label: Beards OfStar
Provenienza: Italia
Sito: U F O M A M M U T

SATAN


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