mercoledì 30 novembre 2011

GODFLESH: Streetcleaner

SLUDGE, METAL, INDUSTRIAL, VISUAL
Ho sempre creduto che in pochi, ancora oggi, abbiano capito cosa siano stati i Godflesh per l'intera linea evolutiva dell'alternativa alla musica alternativa. E forse, è giusto così, perchè credo che in fondo, gli eroi vivono nel silenzio, lontano dalle masse, nascosti in qualche grotta, al di fuori di tutto e di tutti. Justin Broadrick, a mio modesto parere rientra in questa schiera di figure, e con i suoi indelebili Godflesh, me lo ricorda quotidianamente. Quando uscì Streetcleaner, la gente si cotonova ancora i capelli, ma di lì a poco le cose sarebbero cambiate, probabilmente anche grazie all'oscuro contributo di questo fondamentale cimelio dell'epopea industrial-sludge. Sì, nessuno lo direbbe mai, ma senza i Godflesh, band come gli Eyehategod non emetterebbero nemmeno un misero singulto. Prima di questo cd, vi erano soltanto Ministry, Foetus e qualche altro disgraziato troppo incompreso per essere socialmente accettato. Dopo questo disco (e dopo circa dieci anni), gente come Steve Albini veniva addirittura venerata a mo' di budda reincarnato. Ma basta con la storia e le nostalgie.
Veniamo al disco. STREETCLEANER è una scoria radioattiva. Una mina pronta ad esplodere nelle mani di chiunque se la passi tra le mani. Studiata a regola d'arte, questa composizione musicale di brani è una pietra miliare da cui ogni gruppo o gruppetto doom-stoner-sludge ha tratto ispirazione. Mettiamola così, Streetcleaner sta al fuoco come la musica moderna sta alla carne: senza quest'album, non si sarebbero fatti moltissimi passi avanti, specie sul fronte visual. Canzoni fendenti e dopate dall'uso di armoniche sferraglianti, falciano tutto quello che di vomitevole era stato prodotto negli eighties, per creare uno squarcio verso l'altrove che oggi conosciamo. Brani come Like Rats, Devastator o Christbait Rising, distorcono le viscere e dilatano le pupille per portarvi in un mondo inizialmente inconcepibile, ma in realtà molto simile, se non addirittura sovrapponibile a quello in cui viviamo! E poi, lo ripeto spesso, gli effetti vocali: urla sgraziate a parte, i delay sono in questo caso stra abusati in modo del tutto innovativo, dando l'avvio a tutta una schiera di "praticanti" del culto in materia. Le chitarre, in questo senso invece, si dimostrano proto-sludge: accordatura bassa, e tanto, tanto metallica (ma attenti, non mi riferisco alla celebre band filo-loureediana!).

Quindi, quando andate a vedere band doom o stoner che indossano una maglietta con su scritto GODFLESH, non spaventatevi, non sono degli stupratori, ma solo persone che hanno capito tutto, ma proprio tutto dalla vita, e che non hanno bisogno di rifugiarsi dietro qualsivoglia stereotipo settario del cazzo, per ammettere la grandezza della band di cui sto parlando!

Non posso dirvi altro: cercatevi quest'opera omnia e apprezzatela in tutta la sua potenza.

(PICCOLA ANNOTAZIONE: quello stronzo di Broadrick sarà al Roadburn con tipo 3 progetti diversi, fra i quali anche GODFLESH.. l'animaccia delli pejo mortacci sua...)

TRACKS

1. 'Like Rats'
2. 'Christbait Rising'
3. 'Pulp' (Godflesh)'
4. 'Dream Long Dead'
5. 'Head Dirt'
6. 'Devastator'
7. 'Mighty Trust Krusher'
8. 'Life Is Easy'
9. 'Streetcleaner'
10. 'Locust Furnace'
11. 'Tiny Tears'
12. 'Wound'
13. 'Dead Head'
14. 'Suction'


Info


Recorded May–August 1989
Genre Industrial metal
Length 66:16
Label Earache, Combat
Producer J. K. Broadrick, G. C. Green





MIGHTY TRUST KRUSHER


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