HEAVY PSYCH/STONER |
Alla luce della defezione di Richard Behrens, bassista della band sin dagli esordi, non è difficile capire perché sono passati ben quattro anni da Waiting for the Flood, l'ultimo bellissimo album dell'ormai consolidatissima formazione tedesca. Oltre alla perdita di un membro storico, va considerata poi la decisione dei Samsara Blues Experiment di reimmaginarsi come terzetto anzichè andare in cerca di un sostituto: così Hans Eiselt è passato al basso e Christian Peters è rimasta l'unica chitarra della band, con il fedelissimo Thomas Vedder sempre dietro le pelli.
Un album che era quindi atteso al varco, vista la curiosità di sapere se e come il sound della band sarebbe stato rivoluzionato.
Possiamo quindi affermare senza indugi che One with the Universe è SBE al cento per cento, aggiungendo anzi che è uno di quei rari casi in cui un restringimento di formazione è risultato essere totalmente positivo.
Il gruppo ha probabilmente realizzato il loro disco migliore, quarantacinque minuti di perfezione caratterizzata da tutti gli elementi che hanno sempre reso unico il loro stile. Ci sono le suggestioni indiane, il blues incendiario, il rock altamente psichedelico, le atmosfere misticheggianti, tutto però sembra messo più a fuoco, riuscendo addirittura a migliorare il picco di eccellenza già raggiunto con il precedente album. Poi c'è la voce di Christian Peters, unica (in senso buono) nel suo genere, in grado di amalgamarsi senza sbavature alla parte strumentale, uno dei pochi cantanti che anzichè disturbare il viaggio mentale dell'ascoltatore riesce invece a migliorare la sua esperienza sensoriale.
Non so davvero quale altra band attualmente potrebbe riuscire a realizzare un disco del genere, la cui title track è una splendida fusione di quindici minuti tra Hendrix e raga.
Dopo aver spodestato i loro compaesani Colour Haze dal trono psichedelico d'Europa, adesso possiamo facilmente immaginarceli contendere agli Earthless il primato mondiale. Uno degli album di questo 2017 che nessun appassionato del genere può permettersi di perdere.
Un album che era quindi atteso al varco, vista la curiosità di sapere se e come il sound della band sarebbe stato rivoluzionato.
Possiamo quindi affermare senza indugi che One with the Universe è SBE al cento per cento, aggiungendo anzi che è uno di quei rari casi in cui un restringimento di formazione è risultato essere totalmente positivo.
Il gruppo ha probabilmente realizzato il loro disco migliore, quarantacinque minuti di perfezione caratterizzata da tutti gli elementi che hanno sempre reso unico il loro stile. Ci sono le suggestioni indiane, il blues incendiario, il rock altamente psichedelico, le atmosfere misticheggianti, tutto però sembra messo più a fuoco, riuscendo addirittura a migliorare il picco di eccellenza già raggiunto con il precedente album. Poi c'è la voce di Christian Peters, unica (in senso buono) nel suo genere, in grado di amalgamarsi senza sbavature alla parte strumentale, uno dei pochi cantanti che anzichè disturbare il viaggio mentale dell'ascoltatore riesce invece a migliorare la sua esperienza sensoriale.
Non so davvero quale altra band attualmente potrebbe riuscire a realizzare un disco del genere, la cui title track è una splendida fusione di quindici minuti tra Hendrix e raga.
Dopo aver spodestato i loro compaesani Colour Haze dal trono psichedelico d'Europa, adesso possiamo facilmente immaginarceli contendere agli Earthless il primato mondiale. Uno degli album di questo 2017 che nessun appassionato del genere può permettersi di perdere.
TRACKLIST
- Vipassana
- Sad Guru Returns
- Glorious Daze
- One with the Universe
- Eastern Sun & Western Moon
ANNO: 2017
LABEL: Electric Magic Records
WEB: Website
SAMSARA BLUES EXPERIMENT: VIPASSANA