PSYCHEDELIC/STONER ROCK |
Non faccio segreto di essere stato tra i (credo) pochi a non aver apprezzato in toto il precedente lavoro in studio degli Elder. Cito dalla recensione: "Il lato sperimentale di Lore appare a tratti eccessivamente contorto, al
punto da sembrare quasi forzato, sacrificando spesso un impatto più
diretto in favore di un'ossessiva ricercatezza, che lascia poco e nulla
nei ricordi dell'ascoltatore".
Mi sono accostato quindi con molta più diffidenza al nuovo album dei tre, curioso (o forse meglio dire ansioso) di scoprire se fossero riusciti a realizzare finalmente il degno successore di Dead Roots Stirring.
Sarà stato l'inserimento di due nuovi componenti in studio (Michael Samos e Michael Risberg, che sembra essere ormai probabilmente destinato ad essere il quarto componente della band) o una maggiore consapevolezza in fase di scrittura, posso annunciare lieto che gli Elder hanno finalmente trovato la quadratura del cerchio che avevano tentato di raggiungere con risultati imperfetti nel terzo album.
Reflections è un album vastissimo, ricco e probabilmente difficile da metabolizzare al primo ascolto: c'è un'attenzione tutta particolare ai pezzi che lo compongono, pieni di sonorità diverse e di variazioni che difficilmente lasciano l'ascoltatore libero di rilassarsi. Parti aggressive si alternano a momenti di una delicatezza commovente, in uno sfoggio di magnificenza che riesce a rendere perfettamente giustizia alla statura fuoriclasse di questa band. Sei brani perfetti in termini di composizione, che riescono a coniugare in maniera esemplare l'immediatezza del migliore heavy-psych con la raffinatezza del progressive, con il tacito obiettivo di riuscire a realizzare sempre la migliore canzone possibile.
Il trio (o quartetto?) ha con tutta probabilità raggiunto la sua piena maturità e Reflections of a Floating World è il capolavoro/testimonianza di questo passaggio nell'età adulta. Uno degli album che ricorderemo con più piacere di questo 2017.
Mi sono accostato quindi con molta più diffidenza al nuovo album dei tre, curioso (o forse meglio dire ansioso) di scoprire se fossero riusciti a realizzare finalmente il degno successore di Dead Roots Stirring.
Sarà stato l'inserimento di due nuovi componenti in studio (Michael Samos e Michael Risberg, che sembra essere ormai probabilmente destinato ad essere il quarto componente della band) o una maggiore consapevolezza in fase di scrittura, posso annunciare lieto che gli Elder hanno finalmente trovato la quadratura del cerchio che avevano tentato di raggiungere con risultati imperfetti nel terzo album.
Reflections è un album vastissimo, ricco e probabilmente difficile da metabolizzare al primo ascolto: c'è un'attenzione tutta particolare ai pezzi che lo compongono, pieni di sonorità diverse e di variazioni che difficilmente lasciano l'ascoltatore libero di rilassarsi. Parti aggressive si alternano a momenti di una delicatezza commovente, in uno sfoggio di magnificenza che riesce a rendere perfettamente giustizia alla statura fuoriclasse di questa band. Sei brani perfetti in termini di composizione, che riescono a coniugare in maniera esemplare l'immediatezza del migliore heavy-psych con la raffinatezza del progressive, con il tacito obiettivo di riuscire a realizzare sempre la migliore canzone possibile.
Il trio (o quartetto?) ha con tutta probabilità raggiunto la sua piena maturità e Reflections of a Floating World è il capolavoro/testimonianza di questo passaggio nell'età adulta. Uno degli album che ricorderemo con più piacere di questo 2017.
TRACKLIST
- Sanctuary
- The Falling Veil
- Staving Off Truth
- Blind
- Sonntag
- Thousand Hands
ANNO: 2017
LABEL: Stickman Records/Armageddon Shop
WEB: Facebook
ELDER: THE FALLING VEIL