giovedì 3 agosto 2017

MAGNOLIA STONE FEST: Circolo Magnolia 01/08/2017 (Live Report)


Un’atmosfera decisamente californiana quella di ieri sera al Circolo Magnolia (MI), il Magnolia Stone 2017 parte proprio col piede giusto. E’ il mio primissimo live report per Dommabbestia e “per non fare tardi forse ho cantato da dio” alle 19 sono già sotto palco. 
Il caldo torrido e le zanzare non hanno fermato gli amanti del genere che si riversano in massa nel parco del locale ed è subito un po’ Palm Desert anni 70, quando il rock psichedelico la faceva da padrone: jeans a zampa, cappelli colorati, stivali di pelle, addirittura un kilt. La gente ride, beve birrette sulle sdraio, freme in attesa dei live. C’è una coppia con dei bambini, ci sono dei ragazzi in trasferta da lontanissimo, un variegato insieme di persone di tutte le età a creare un clima davvero da festival.
I King Buffalo iniziano puntualissimi e, anche se i 30 e rotti gradi non lo rendono necessario, scaldano subito l’ambiente. La band è giovane, ma sa il fatto suo e conquista immediatamente larghi consensi tra la folla. 
E’ il momento dei Child, e confesso di essere davvero incuriosita, quel che ho visto online mi ha colpita e non vedo l’ora di vederli. Il trio australiano riesce facilmente ad impossessarsi dell’attenzione del pubblico, l’intensa voce soul del cantante e i riff heavy blues saturano l’aria ferma dell’agosto meneghino e riempiono le orecchie. E’ un successo, tanto che da dietro le transenne, i veri patiti del genere applaudono e chiedono plettri e bacchette quasi a consacrare la buona riuscita della performance. 
Reduci da un tour che li ha portati a toccare anche qualche altra città in Italia, i Sasquatch salgono sul palco in un clima di entusiasmo collettivo. Di loro ho molto sentito parlare, aspetto la fine del cambio palco con quell’ansietta di chi non sta più nella pelle e finalmente ci siamo, rigorosamente fedeli alla tabella di marcia. Il sound dei Sasquatch è decisamente più rock’n’roll delle band precedenti, il rickenbacker di Jason satura l’ambiente, mentre la chitarra di Keith mi riporta subito alla mente le sonorità degli Unida. Un live decisamente carico di sentimenti con suoni allo stesso tempo nuovi e nostalgici, consacrato da un pubblico letteralmente in delirio in un insieme di teste che scapocciano all’unisono. 
E’ ora di lasciare spazio al sesso debole, che di debole in questo caso non ha proprio nulla. Gli Acid King salgono sul palco e l’atmosfera volta subito allo psichedelico. Le loro sonorità potenti ed energiche, i riff cupi e ritmi lenti, tipici del doom, riportano la mente ai Pentagram o ai Black Sabbath. E’ la voce di Lori S. (moglie di Dale Crover dei Melvins) la vera ciliegina sulla torta, strascicata e straziante, accompagna in un viaggio davvero irresistibile. 
Gli Elder sono gli headliner della serata, tutti aspettano fremendo di vederli suonare. Già durante il cambio palco il pubblico della prima fila chiede ai ragazzi di fare Red Sunrise e domandano a Jack Donovan come mai non stia indossando la sua tipica camicia hawaiana, in un clima festoso, sereno e familiare che altri generi dovrebbero solo invidiare allo stoner. Gli ampli sono pronti e si parte con il live. Brani lunghi con un’aura epica, ritmi volutamente lenti, riff pesanti di chitarra, contrasti sonori e tecnicismi assortiti. 
La gente esplode con loro, si scatena, tutti sudatissimi e contenti di aver incendiato la notte. 
Attraverso il parco per tornare alla macchina e non riesco a non pensare a come siano belli ed importanti eventi come questo. E a quanto sia fortunata io a fare questo lavoro. 
Un ringraziamento speciale ai ragazzi di Hardstaff Booking Agency e a tutto lo staff del Circolo Magnolia, perché senza di loro non esisterebbe nulla di tutto ciò e saremmo tutti un po’ più tristi, un po’ più soli, un po’ più vuoti.

(testo e foto a cura di Francesca Cortese, FC_Photoproject)





























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