lunedì 6 febbraio 2012

STONEHELM: Stonehelm

STONER-DOOM, METAL
Fermi tutti, perchè quello di cui si parla oggi ha dell'incredibile. Proprio quando si pensa che certe cose non possano accadere mai più come nel passato, vengono alla luce situazioni incredibili, uniche, assurde. E' il caso dei californiani Stonehelm, tre ragazzotti di robustissima costituzione provenienti da Ventura, paese situato a poca distanza dal confine con il Messico. Da diversi anni (all'incirca dal 2008), ero a conoscenza della loro esistenza anche se al principio non ne ero rimasto particolarmente colpito. Passano quattro anni, e cosa scopro? Che questi sacerdoti estremi dello stoner-metal, hanno pubblicato un lavoro di ben 8 tracce producendolo sotto un'etichetta denominanta come Dead Earth Records. E quì, finisce la prima metà della storia. Dopo averne ascoltato l'album, procedo a chiedermi se siano in attività, e dove abbiano suonato fino ad ora scoprendo però con estrema tristezza che la contemporaneità li ha fulminati senza alcuna pietà: ebbene sì, anche i doomster americani più drogati ed incalliti hanno un cuore, ammettendo sul loro stesso blog che per cause legate alla crisi economica americana, il loro fondo spese per la band è andato a farsi benedire, e che devono stare vicini alle loro famiglie, combattendo i propri "demons and financial problems".

In due parole: anche nella tana del lupo, dove fiumi di Ganja scorrono a badilate, lo stoner e il doom si sono dovuti fermare a prendere una gran boccata d'aria. Ritengo opportuno allora ricordare a tutte le persone che credono che tenere in piedi una band sia un giochetto per bambini, una scusa attraverso cui scopare, o un modo per giustificare la propria tossicodipendenza, sia in realtà qualche cosa di estremamente dispendioso, di spossante, di logorante. Arrivare a guardare il frutto del proprio lavoro, esattamente come questi ragazzi hanno saputo fare in quattro anni, e avere la dignità di ammettere di avere fallito, nella speranza di poter ri-ascendere a tempi migliori, è qualche cosa di assolutamente impareggiabile, e dimostra una dignità, una forza e una tempra che difficilmente mi è capitato di vedere in una band emergente (benchèmeno americana..). Quindi, chiudo questa introduzione dicendo: rispetto massimo per gente di questo tipo, che fa della propria esistenza la propria arte e che nonostante (come da loro stessi amesso) consumi quintali di weed, mantiene anche la dignità di abbassare il sipario al momento opportuno, senza fronzoli o eccessive scenografie di chiusura. Cose certamente IMPENSABILI nel nostro sciagurato paese..

Quanto all'album, non posso che continuare questo mio elogio.
Signore e signori, abbiamo probabilmente a che fare con un tipo di lavoro che difficilmente trova oggi comparazioni in giro per il mondo. Innanzitutto, un po' di geografia: i cari Stonehelm, vivono in una zona della California assai familiare a gente come Kyuss, Sleep e a tutta quella meravigliosa schiera di band che hanno influenzato lo stoner-metal più visionario a noi tutti ben noto. Inutile quindi asserire come certe sonorità in questo cd ricordino certi "momenti" di Welcome To Sky Valley, o addirittura e con grandissimo stupore, le gracchianti e roboanti fenditure valvolarizzate della mastodontica Jerusalem di sleeppiana memoria. Ma ecco il punto: cosa ci fanno gli Electric Wizard quì dentro? Tanto, anzi, troppo!! E bene anche. Mi spiego. Immaginatevi di poter unire lo stoner d'oltre oceano con le sonorità classiche degli Wizard di Dopethrone o Come My Fanatics, beh, otterrete qualcosa di veramente impareggiabile!! Muri di chitarre scavate nella pietra più ostica, crolleranno sui timpani ammorbidendosi poi lungo la caduta con il grooveggiante potere che soltanto una testata valvolare sa concedere. Non per ripetermi in ogni recensione.. ma.. cose da matti!!

Sfido, con estrema convinzione a trovare una band che sia riuscita (oggi, e alle prime armi) a saper raggiungere una qualità, una affinità, i tempi e le ritmiche, così univoci e compatti come nel caso degli Stonehelm. Il loro è un modo di suonare estremamente posato, ricercato e allo stesso tempo profondamente imbevuto di quell' 'abc' che soltanto i primi (ed unici) Black Sabbath seppero descrivere ai restanti mortali. 

E così, via, verso l'infinito. 

Concludendo: sappiate che mentre nel nostro continente in molti si fustigano al solo pensiero che tutto quello che fu mai più potrà tornare, in California, c'è un trio di persone che ci ha creduto e che probabilmente crede ancora nella possibilità di dare vita ad una neo-rinnovata scena stoner-doom come non la si vedeva da almeno un decennio abbondante. E non sto scherzando.

Ascoltare per credere!

TRACK LISTING: 
1. Hyborian Tale
2. Tower Of Black
3. Deep Space Doom
4. Zombie Apocalypse 420
5. Scumbag
6. Acid Blur (Green Tab)
7. Vault Dweller 13
8. So High We Hail (Lord In Green)

INFO:

Anno: 2010
Paese: USA
Label: Dead Earth Records
Sito: S T O N E H E L M





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