lunedì 6 aprile 2020

LILI REFRAIN: Ulu (Review)



RITUAL AMBIENT / DRONE

Sono passati sette anni dall’ultimo disco di Lili Refrain “Kawax”, lavoro di grande spessore che l’aveva lanciata tra i progetti più interessanti degli ultimi anni in Italia. Sette anni sono passati, e si sentono tutti.
Siamo chiari sin da subito: uscito a marzo, “Ulu” è già uno dei candidati a disco dell’anno.
La maturità dell’artista romana è aumentata a dismisura, e ciò è dimostrato anche nella concentrazione presente in questo lavoro. Si tratta di un unico pezzo, diviso in tre parti (Gula, Terra 2.0 e Mul), dalla durata di poco più di 22 minuti, registrato in presa diretta. Quest’ultima cosa è la chiave: si tratta di una vera e propria live session, che ci colpisce come una bomba e ci placa l’animo.
Guidati dai suoni di chitarra e dalla voce di Liliana, si inizia a viaggiare in un mondo parallelo che cambia di continuo. Si tratta di un vero e proprio percorso dentro sé stessi alla ricerca di un qualcosa di antico ma familiare. Come ogni viaggio, si affrontano percorsi lineari e percorsi più tortuosi, ma alla fine l’unica cosa che si pensa è una: ancora, ne voglio ancora. Ed è proprio questo il difetto più grande di “Ulu”, la durata.
Si tratta, tuttavia, di una carenza egoistica. Il cammino dura esattamente quanto dovrebbe durare, né più né meno. Ma come ogni bella esperienza insegna, non ce n’è mai abbastanza.
Fortunatamente stiamo parlando di un disco, quindi si rimette play fino allo sfinimento, cercando di cogliere maniacalmente ogni minimo dettaglio e ogni minima sfumatura.
Aria fresca.

VOTO: 87/100

TRACKLIST:

01. Gula
02. Terra 2.0
03. Mul

INFO:
ANNO: 2020
LABEL: Subsound Records
WEB: Facebook
LILI REFRAIN: MUL

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