lunedì 30 marzo 2020

SATOR: Scorching Sunlight (Review)

SLUDGE/DOOM
Pubblicato un po' in sordina lo scorso natale, il nuovo lavoro dei Sator arriva due anni dopo l'ottimo Ordeal, disco che aveva segnato un notevole passo avanti nella qualità della proposta della band genovese.
In Scorching Sunlight il trio alza ulteriormente la posta in gioco: la title track, che apre l'album, copre praticamente metà dell'intero minutaggio, monumentale però non solo nella durata. Tra la pletora di band che si cimenta nella composizione di brani di questa lunghezza facendo spesso il passo più lungo della gamba, i Sator sono una doverosa eccezione, bravissimi a non adagiarsi mai su un singolo riff e riuscendo invece a mutare costantemente l'andamento del pezzo alternando momenti in cui dimostrano piena padronanza del loro pesantissimo sludge/doom a parti, più pacata, introspettive e psichedeliche.
La traccia successiva del resto, Mesmerism, che si apre e si chiude al suono di una campana, altro non è che un esperimento di ipnotismo tramite basse frequenze, risultante in un bad trip asfissiante e totalmente strumentale; Lament è un lento crescendo di malvagità, che mantiene l'ascoltatore in una costante tensione per l'attesa di un'esplosione di violenza sonora che rimarrà in realtà soltanto una minaccia. Chiude una soprendente cover di un classico dei The Cure, A Forest, estremamente ben arrangiata e credibile in questa sua nuova e oscura veste, che la fa sembrare quasi un pezzo dei migliori Electric Wizard.
Promossa con lode la terza fatica dei Sator, a conferma che spesso non è necessario cercare lontano da casa per trovare band in grado di estasiarci ancora con cascate di watt. Bravissimi.


TRACKLIST
  1. Scorching Sunlight
  2. Mesmerism
  3. Lament
  4. A Forest (The Cure)
INFO
ANNO: 2019
LABEL: Autoproduzione
WEB: Facebook

 
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