lunedì 2 dicembre 2019

ESOTERIC: A Pyrrhic Existence (Review)

FUNERAL DEATH DOOM
Parto con il dire che proprio adesso, in questo periodo, in questo preciso lasso della mia vita, tornare ad ascoltare gli Esoteric, dopo averli lasciati e relegati ben 8 anni fa (2011, anno del loro precedente lavoro/capolavoro “Paragon Of Dissonance”), fa veramente male al cuore e all’anima, per via di un periodo di profondo cambiamento che sta investendo la mia vita, ma dovevo per forza scriverla io questa recensione, perché? Perché li seguo da Metamorphogenesis, anno 1999, uscito per Eibon Rec., non propriamente il loro inizio (che risale al 1992) ma il lavoro che me li fece amare a dismisura.
 Quindi, sono partito nell’ascolto dell’album con profondo spirito autolesionista, sapendo che m’avrebbe dilaniato più di qualsiasi altra musica (e non ascolto mica funk io), sapendo che avrebbe buttato sale sulle ferite aperte e sanguinanti. Perché sono da sempre, o almeno da “Subconscious Dissolution into the Continuum”, 2004, lavoro che impennò la loro proposta a dismisura, proiettandola ai vertici dell’empireo Funeral Death Doom, portando la band di Birmingham come una dei capisaldi del suddetto genere. 
A Pyrrhic Existence è un monolite, nero e profondissimo, emozionante e dilaniante, pesante e psichedelico, lento e pachidermico: un ora e mezza di sofferenza trasposta in musica come solo loro e i compianti Khanate (seppur di genere un pelino diverso) sapevano fare. Un’ora di chitarre lente, accelerazioni death, la voce profondissima di Greg Chandler, synth quasi space, partiture che si estendono dai 15 ai 27 minuti senza stancare mai, ricche come sono di saliscendi emotivi, atti a creare quell’atmosfera senza speranza e drammattico di cui i nostri sono indiscussi maestri. 
Difficile fare un track by track, un’opera così lunga e monolitica va vissuta nella sua interezza, nella sua brutale efficacia. 
È stata dura tirare le somme su un album che al primo ascolto ti mostra solo la superficie, su un album che va eviscerato per essere capito, ma alla fine ci sono riuscito, conseguendone che gli Esoteric, dopo 8 anni, pur non apportando alcuna modifica al loro suono, hanno tirato fuori un altro capolavoro, un altro album che fermerà il tempo, che vi scaraventerà negli abissi più profondi della vostra anima per uscirne un’altra volta sgretolati ma pronti per ripartire. 
Però adesso basta, torno a Romeo Santos!


TRACKLIST
  1. Descent
  2. Rotting in Dereliction
  3. Antim Yatra
  4. Consuming Lies
  5. Culmination
  6. Sick and Tired
INFO
ANNO: 2019
LABEL: Season of Mist
WEB: Bandcamp


ESOTERIC: CONSUMING LIES

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...