mercoledì 28 agosto 2019

THEE OH SEES: Face Stabber (Review)

PSYCH/GARAGE
A distanza di una settimana sono usciti gli album di alcune tra le band più pazze e anti commerciali che ci sono nel panorama rock contemporaneo, accomunate da scelte stilistiche spesso fuori da ogni logica e da una credibilità che definirei disarmante, soprattutto pensando alla quantità infinita di uscite discografiche che ogni anno ci propinano i nostri eroi. Face Stabber è il ventiduesimo album per John Dwyer e la sua ciurma di squilibrati mentali.
Dopo l’ottimo Smote Reverser, dello scorso anno, era lecito attendersi qualcosa di nuovo dal buon John che non ci ha delusi nemmeno questa volta. Face Stabber non è qualcosa di completamente nuovo, basti ascoltare l’assalto all’arma bianca ai limiti dello space rock/metal ultra fuzzato della titletrack, ma questa volta l’approccio alla materia ha un sapore prepotentemente prog oriented. Assoli vorticosi, strutture sperimentali, psichedelia heavy e quel solito retrogusto garage retro che da sempre contraddistingue la band. Per il resto si sa, Dwyer è completamente avulso all’uso di classiche strutture e di ritornelli di facile presa, ma sa come tessere ottime melodie vocali che finiscono per essere semplici schiave al servizio della musica, che anche questa volta è davvero ben costruita e incastrata in un puzzle dai mille colori. Fu Xi è un fulgido esempio di devianza mentale, con tanto di Pam Pam Pam ad accompagnare linee musicali dal forte retrogusto asiatico. The Experimenter, come si evince dal titolo è un compendio di sonorità schizoidi, mentre la bellissima Snickersnee si eleva per un songwriting più catchy e sensuale che si imprime in testa sin dal primo ascolto. Il fulcro del lavoro sono però le due suite. Scutum & Scorpius è la prima e dura oltre i quattordici minuti, mostrando elementi retro rock grazie al suo organo, ai limiti del funky, che accompagna i lunghissimi assoli di chitarra. Un pezzo free form dal grande feeling settantiano. Poisoned Stones, già presentata come singolo, è un pezzo che richiama da vicino album come Mutilator Defeated at Last e A Weird Exits. Gholu e Heartworm sono due brevi assalti frontali. Garage nella sua forma più violenta. La prorompente di Psych-Ops Dispatch è uno dei pezzi migliori del disco. C’è addirittura il tempo per un pezzo ambiente come Captain Loosley prima della jam session finale da oltre venti minuti a nome Henchlock che non stanca mai, grazie ai suoi richiami jazzati e alle sue lunghissime cavalcate elettriche che disegnano paesaggi aridi e assolati. 
Penso che di parole ne abbia spese abbastanza, lascio la parola alla musica straripante e non per tutti dei Thee Oh Sees, in questa calda estate italiana una sana boccata di aria fresca e pazzia da parte di Ty Segall, Thee Oh Sees e King Gizzard ci voleva proprio. Chissà se si sono messi d’accordo a far uscire i loro album tutti insieme, di sicuro un sentito e appagato grazie da parte mia è d’obbligo. Buon ascolto, magari in spiaggia, sorseggiando un buon cocktail e leggendo un bel libro, ve ne consiglio uno bello intrippato visti i contenuti musicali della vostra colonna sonora estiva.


TRACKLIST:

01. The Daily Heavy
02. The Experimenter
03. Face Stabber
04. Snickersnee
05. Fu Xi
06. Scutum & Scorpius
07. Gholü
08. Poisoned Stones
09. Psy-Ops Dispatch
10. S.S. Luker’s Mom
11. Heartworm
12. Together Tomorrow
13. Captain Loosely
14. Henchlock

INFO: 
ANNO: 2019
WEB: Website
LABEL: Castle Face


THEE OH SEES: THE DAILY HEAVY

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