STONER |
Era dal 2007
con Into The Exam Room degli Hermano, che sua maestà John Garcia non pubblicava
un album con la A maiuscola.
Si perché dai tempi dei rave desertici con i Kyuss
ne è passata di acqua sotto i ponti. A quei tempi erano capaci di suonare per
giorni con una manciata di band di amici ad alternarsi sul “palco”, fiumi di birra
e allucinogeni vari nel bel mezzo del nulla, musica, sballo e peyote (Homme per il nome delle sue Desert Session prese spunto proprio da qui).
Da allora la
vita di John ha preso una piega diversa. I vecchi amici si sono separati, i
Kyuss hanno ottenuto il giusto riconoscimento solo postumo, c'è chi ha fatto molta
più strada di quanta egli stesso si sarebbe aspettato (Homme), c’è chi ne ha
percorso la stessa strada per un breve periodo (Oliveri con i QOTSA) e chi ha intrapreso
una carriera solista con discreto successo ed altalenante qualità (Bjork) e
infine c’è chi ha cambiato molte band cercando di trovare spesso la quadra del cerchio,
sino a riformare gli stessi Kyuss, poi rinominati Kyuss Live dopo una battaglia
legale che ha posto la parola fine ad una fantomatica reunion con Homme.
La storia la conoscete tutti, così come conoscete le molteplici band che hanno visto il buon Garcia tra le proprie fila, e così dopo il primo - deludente - album solista e l’ultima band in ordine cronologico, gli Zun, accompagnati dal clamore di un ottimo singolo e poi disciolti al sole di un album descreto e null’altro, riecco il nostro sciamano preferito.
La storia la conoscete tutti, così come conoscete le molteplici band che hanno visto il buon Garcia tra le proprie fila, e così dopo il primo - deludente - album solista e l’ultima band in ordine cronologico, gli Zun, accompagnati dal clamore di un ottimo singolo e poi disciolti al sole di un album descreto e null’altro, riecco il nostro sciamano preferito.
Per fortuna
The Coyote Who Spoke In Tongues è davvero un ottimo disco, ispirato dai suoi
ultimi tour acustici, il buon John non si è lesinato nel tirar fuori il suo
lato da crooner desertico, incastonando fra le note di questo piccolo gioiello,
pezzi vecchi rivisitati come l’immortale Green Machine o le splendide Space
Cadet, Gardenia, El Rodeo, intervallate da canzoni nuove di zecca come la
coinvolgente Kylie, (primo singolo estratto di cui è disponibile il video in
calce alla pagina) o le altrettanto affascinanti Give me 250ml e Argblen II.
Distribuito
da Napalm Records, registrato e mixato da Steve Feldman e Robbie Waldman e
masterizzato da Gene Grimaldi agli Oasis Masterin Studios in california, The
Coyote Who Spoke in Tongues (secondo Garcia il più difficile e impegnativo da
comporre di tutta la sua carriera) è un album che richiama a se la stessa
immagine posta in copertina, fra riti sciamani persi tra gli ululati del vento, le onde del deserto e soffi cosmici scanditi dai dettami di un universo mai
così stellato come in questo caso per il buon John. Bentornato.
TRACKLIST:
01. Kylie
02. Green Machine
03. Give Me 250ML
04. The Hollingsworth Session
05. Space Cadet
06. Gardenia
07. El Rodeo
08. Argleben II
09 Court Order
INFO:
ANNO: 2017
LABEL: Napalm Records
SITO: John Garcia
TRACKLIST:
01. Kylie
02. Green Machine
03. Give Me 250ML
04. The Hollingsworth Session
05. Space Cadet
06. Gardenia
07. El Rodeo
08. Argleben II
09 Court Order
INFO:
ANNO: 2017
LABEL: Napalm Records
SITO: John Garcia