lunedì 6 febbraio 2017

ALL THEM WITCHES: Sleeping through the war (Review)

HEAVY BLUES DESERT ROCK
Approcciarsi al nuovo disco degli All Them Witches presuppone un’apertura mentale di base, uno scarto necessario per decodificare un progetto che fa dell’avanguardismo musicale il proprio marchio di fabbrica. 
E infatti l’iniziale Bulls rivela subito quanto la componente destabilizzante sia insita nel DNA della band, portando a domandarsi se questo oggetto sonoro non identificato sia l’incipit del loro nuovo disco o un pezzo degli Echo & The Bunnymen partito per errore. Atmosfere dreamy e cantato melodico, controvoce femminile, inediti synth arrivati dagli anni ‘80. Quasi una rivoluzione copernicana da parte di una band famosa per l’estro sperimentale ma finora facilmente circoscrivibile dentro il calderone ribollente dello stoner blues americano. 
È tutto il trittico di partenza a confermare l’abbandono delle coordinate legate ai dischi precedenti: clamorosi echi grunge in Don’t bring me the coffee scivolano su un dignitoso rock muscolare, mentre nella successiva Bruce Lee scatta l’ennesimo e repentino cambio di marcia con un’anomala cavalcata space-kraut fluttuante tra i deliri dei sommi maestri Hawkwind e l’immediatezza quasi pop di nuovi rampolli dell’aristocrazia neopsichedelica come Toy o DIIV. Solo dal quarto brano, il singolo 3-5-7 già da tempo rilasciato sul profilo Spotify, la band torna verso territori già esplorati, immergendosi nelle melliflue atmosfere southern dove la voce di Charles Michael Parks Jr. accarezza e ammonisce con il carisma di un consumato e lisergico predicatore. È nella seconda parte dell’album che l’intensità raggiunge il suo zenith, riconciliando l’ascoltatore con la deriva notturna del precedente Dying Surfer Meets His Maker e l’afflato sciamanico di Lightning at the door del 2013. I quattro di Memphis procedono con un esemplare lavoro di sottrazione, edificando un rinnovato immaginario musicale (l’ennesimo di una discografia in perenne evoluzione) spogliato dalla ruvidità del passato, levigando a dovere un sound sempre e comunque teso a scandagliare l’oscurità nell’anima umana. 
La peculiarità di fondo in Sleeping through the war è un’atmosfera più introspettiva, una nuova forma di consapevolezza sonica, se possibile ancora più algida e plumbea. Un disco post-mortem che si dimena in una dimensione lontana, trasognante (Am I going up) e addirittura danzereccia (la tribaleggiante Alabaster), trasudante gotico americano, volutamente contraddittorio nella forma ma coerente con il manifesto della band, il cui obiettivo sembra sempre quello di togliere punti di riferimento in nome di una libertà compositiva e interpretativa che esuli da qualsiasi catalogazione. Dopo il girovagare attraverso universi musicali paralleli, dopo lo smarrimento nel deserto interiore e il ritrovamento di una nuova essenzialità stilistica, il viaggio degli All Them Witches non poteva non concludersi con un ritorno a casa, alle origini, nella conclusiva Guess I’ll go live on the internet. A dispetto del fuorviante titolo simil vaporwave, siamo di fronte a un atto d’amore per le proprie radici musicali, un blues del Delta dilatato ed epidermico dove slide guitar e armonica si inseguono partendo dal Tennessee verso il silenzio del cosmo. Con Sleeping through the war gli All Them Witches mettono in scena l’ennesima mutazione musicale della loro carriera. Costruire e autodistruggersi, rinascere con una nuova pelle, ogni volta all’insegna dell’imprevedibilità. E ogni volta conquistare e sedurre, grazie a una prospettiva sempre diversa, turbolenta, ai margini delle convenzioni e per questo autentica e soprattutto libera.

TRACKLIST
  1. Bulls
  2. Don't Bring Me Coffee
  3. Bruce Lee
  4. 3-5-7
  5. Am I Going Up
  6. Alabaster
  7. Cowboy Kirk
  8. Guess I'll Go Live on the Internet

INFO
ANNO: 2017
LABEL: New West Records
WEB: Website

ALL THEM WITCHES: 3-5-7

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