martedì 8 settembre 2015

GHOST: Meliora (Review)

PROGRESSIVE - DOOM
A volte ritornano. I Ghost sono una band che fa spesso discutere, sia per la loro proposta musicale, sia per una costante ed intensa attività promozionale che li ha portati in breve tempo ad essere ospitati sui palchi dei più importanti festival del globo.
Il secondo album, Infestissumam, nonostante le grandi aspettative non è riuscito a convincere all’unanimità i loro vecchi sostenitori, ma ha di sicuro regalato maggiore visibilità ad una formazione che fino a pochi anni fa sembrava davvero arrivata dal nulla. E’ normale quindi considerare il terzo album come la resa dei conti: la summa di tutto il loro sound.
Sin dai primi secondi l’album si presenta bene: dopo un intro di organo e sintetizzatori dal sapore marcatamente horror, la band svedese si lancia in quello che è il suo marchio di fabbrica: un riffing incalzante, con suoni moderni e potenti, che non eccedono mai nell’uso della distorsione. I lunghi accordi di organo regalano spessore al brano, senza togliere potenza agli strumenti durante le parti più incisive e cadenzate. 
Non sono passati nemmeno due minuti, ed ecco che proprio le tastiere sottolineano un aspetto fondamentale che ritroveremo all’interno dell’intero lavoro: Meliora è un album dalla spiccata venatura prog. E’ solo la prima traccia e proseguendo nell’ascolto ci si ritrova immersi in un mix di sonorità ben calibrato e accattivante: alcuni movimenti vanno ben oltre il classico portamento in stile Mercyful Fate a cui ci eravamo abituati sin dal primo album, mentre il timbro dei sintetizzatori richiama spesso alla memoria il Moog anni 70 della PFM. Pur conservando la loro impronta oscura, i Ghost riescono brillantemente a spaziare tra una vasta gamma di sottogeneri del rock: dalle più classiche atmosfere alla Deep Purple (Majesty), ai momenti più romantici, quasi tendenti all’AOR (Deus In Absenzia). Non mancano le parti in cui è la potenza del basso a farla da padrona (From The Pinnacle To The Pit), le atmosfere folkeggianti di He Is, le influenze doom di Mummy Dust e le suggestive contaminazioni tra pop e prog di Absolution.
I Nameless Ghoul sono musicisti eccezionali e si sente: c’è padronanza dello strumento e ricercatezza nei suoni. Papa Emeritus III si adatta perfettamente al suo ruolo, riuscendo a sfoggiare sia leggerezza che cattiveria in modo molto teatrale, senza dover necessariamente spingere la propria voce al limite. Nonostante la ricchezza delle sonorità, Meliora non è un album di difficile approccio. Le tracce scorrono fluide dalla prima all’ultima e ci si concede volentieri un ulteriore ascolto. Le influenze restano sempre le stesse, ma questa volta la ricetta sembra decisamente più gustosa dei capitoli precedenti.
Come dice il titolo, Meliora rappresenta un ottimo passo avanti per una band che sa unire tecnica, gusto e capacità di arrangiamento. Un album capace di fugare ogni dubbio anche a chi dopo Infestissumam era rimasto con l’amaro in bocca per alcuni aspetti della produzione che ne hanno penalizzato l’ascoltabilità. Un album raccomandato a tutti, ad eccezione di quelle persone troppo legate a sonorità veloci e pesanti al limite dell’acufene, che potrebbero trovare l’album eccessivamente “soft”. A tutti gli altri, buon ascolto! E… Satana!


TRACKLIST

    1. Spirit
    2. From The Pinnacle To The Pit
    3. Cirice
    4. Spöksonat
    5. He Is
    6. Mummy Dust
    7. Majesty
    8. Devil Church
    9. Absolution
    10. Deus In Absenzia

    INFO
    Anno: 2015
    Label: Spinefarm/Universal
    Web: Official/Facebook


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