venerdì 7 novembre 2014

KARMA TO BURN: Arch Stanton (Review)

STONER METAL
La seconda vita dei Karma to Burn non è iniziata nel migliore dei modi. Anzi, c'è stato un momento così caotico da lasciare basiti (F4) tutti gli addetti ai lavori. Prima l'abbandono di Rob Oswald, batterista storico della band, rimpiazzato subito da Evan Devine. Poi una serie di date in Europa fatte con un' insolita formazione a due chitarra/batteria. E Rich Mullins? Che fine ha fatto? Dov'è finito il pezzo più emblematico del trio, il bassista che suona con lo strumento che gli arriva ai piedi?
Presto detto, anche lui fuori dai giochi e non in maniera esattamente amichevole pare. Ammetterete che c'è materiale in abbondanza per dichiarare forfait e mandare tutto al diavolo. Invece no. Will Mecum recluta Rob Halkett, bassista degli Exploited (!) e rimette la sua creatura in pista con una classe senza pari.
Arch Stanton è la rinascita dei K2B. La dimostrazione che nonostante ormai la concorrenza sia numerosa, pochi riescono ad eguagliare una maestria derivante sì da una lunga esperienza, ma anche da un'ineguagliabile capacità compositiva. Perché suonare strumentali è un pericoloso gioco di equilibri, basta davvero poco per risultare monotoni o inutilmente complicati. Qui invece il dosaggio è praticamente perfetto: niente digressioni inutili o parti ripetute fino all'esaurimento, solo una base ritmica solida e diretta su cui Mecum sforna riffoni come è da sua natura, nessun cantante tra le palle ed un certo gusto southern a condire il tutto. Ovviamente, come tradizione vuole, niente titoli, solo numeri per distinguere i calci in faccia appena ricevuti (53 e 23 su tutti). 
Nessuna rivoluzione in questo sesto album, solo i Karma to Burn che abbiamo imparato ad amare. Scusate se è poco, di questi tempi.

TRACKLIST
  1. 57
  2. 56
  3. 53
  4. 54
  5. 55
  6. 23
  7. 58
  8. 59
INFO
ANNO: 2014
LABEL: Faba/Deepdive Records
WEB: Website


KARMA TO BURN: 55



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