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| HEAVY PSYCH |
Sarò sincero: da quando uscì il loro omonimo esordio (2011) non ho mai pienamente compreso l'hype intorno ai Mars Red Sky, complice anche una sorta di blocco mentale che mi ha sempre impedito di procedere oltre Strong Reflection (che, per chi non lo sapesse, apriva l'album, quindi...). Ho perciò vissuto questa recensione come una sorta di sfida, imponendo a me stesso di ascoltare il loro secondo lavoro in studio (dopo aver ovviamente glissato alla grande l'EP Be My Guide dell'anno scorso) dall'inizio alla fine. Con mia somma sorpresa non c'è stato bisogno di far violenza su me stesso e al terzo brano sono finalmente arrivato a comprendere perché si parla così tanto di questo trio d'oltralpe.
Tralasciando l'angelica voce di Julien Pras (che in alcuni momenti può risultare a mio giudizio un po' stucchevole) e le sue seppur lodevoli parti di chitarra, il vero asso nella manica dei Mars Red Sky, l'elemento che dovrebbe spingere gli ascoltatori a preferirlo ad altri gruppi, è la loro sezione ritmica. Proprio quando la tua attenzione (magari per le parti stucchevoli di cui sopra) è sul punto di calare e sei pronto a lasciarti dolcemente cullare, arrivano queste ritmiche di basso tiratissime e queste rullate di batteria devastanti a travolgenti come un treno. Ecco il segreto! Ecco qualcosa che andrebbe fatta sentire ad ogni persona che non riesce a distinguere il basso in musica!
Tralasciando l'angelica voce di Julien Pras (che in alcuni momenti può risultare a mio giudizio un po' stucchevole) e le sue seppur lodevoli parti di chitarra, il vero asso nella manica dei Mars Red Sky, l'elemento che dovrebbe spingere gli ascoltatori a preferirlo ad altri gruppi, è la loro sezione ritmica. Proprio quando la tua attenzione (magari per le parti stucchevoli di cui sopra) è sul punto di calare e sei pronto a lasciarti dolcemente cullare, arrivano queste ritmiche di basso tiratissime e queste rullate di batteria devastanti a travolgenti come un treno. Ecco il segreto! Ecco qualcosa che andrebbe fatta sentire ad ogni persona che non riesce a distinguere il basso in musica!
Ovviamente non guasta che nel complesso stiamo anche parlando di un disco composto da ottime canzoni. Mi azzardo anzi a dire che la prima metà è semplicemente ineccepibile, dall'opener The Light Beyond passando per le splendide linee di basso di Hoovering Satellites e per il CAPOLAVORO lisergico Holy Mondays, concludendo con Join the Race. Dopo l'intermezzo strumentale di Arcadia gli entusiasmi si raffreddano un po' (Circles per la prima metà non è esattamente esaltante...) e trapela una certa ripetitività nella struttura dei pezzi, ma resta comunque un ottimo album.
Chino il capo, ammetto il mio peccato di superficialità e per farmi perdonare mi rituffo nell'ascolto di Stranded in Arcadia.
TRACKLIST
- The Light Beyond
- Hoovering Satellites
- Holy Mondays
- Join the Race
- Arcadia
- Circles
- Seen a Ghost
- Beyond the Light
INFO
ANNO: 2014
LABEL: Listenable Records
