mercoledì 6 novembre 2019

SWANS: Leaving Meaning. (Review)

SWANS ROCK
Parlare degli Swans, ma soprattutto di Michael Gira e di cosa é/sono stato/i per la musica rock più oscura e destabilizzante dagli anni ‘80 ad oggi, sarebbe inutile e quanto mai tedioso. Basti pensare che tutto il mondo del noise rock, post punk, post rock, nuova psichedelia, del post metal, del post hardcore, del folk apocalittico, dell industrial devono moltissimo alla mente malata e geniale del succitato signore del mal de vivre.
Dopo la morte con l’ormai lontanissimo “Swans are dead” ed il rientro in carreggiata con il primo album del nuovo corso “My Father Will Guide Me up a Rope to the Sky” (ancora incerto della nuova direzione da seguire, che prenderà forma con il successivo The Seer), e dopo 3 album, compreso il pocanzi citato tra parentesi, mastodontici, 2 ore di musica cadauno, sfiancanti, giganteschi e destabilizzanti, il buon Gira aveva annunciato un cambiamento: fuori tutti i componenti (mica tanto) che l’hanno accompagnato in questa nuova fase che va dal 2010 al 2016: niente più formazione fissa, bensì uno stuolo di musicisti più o meno vicini a lui, di vecchia e nuova data (tra cui anche tutti i componenti della succitata formazione monstre dell’ultimo periodo, ecco perché il -mica tanto- di cui sopra), e compagni che l’avevano accompagnato nel periodo Angels of Light. A rotazione, tra i nuovi, da Ben Frost a Baby Dee, dai Necks ai due A Hawk And A Hacksaw, dalle Sorelle Anna e Maria von Hausswolff alla figlia dello stesso Gira. 
Ne esce un album che si discosta molto dai precedenti megaliti possenti ed impenetrabili, tanto erano densi, per sondare territori più quieti (prendere con le pinze questa affermazione, sono sempre gli Swans, l’ansia la fa da padrone), più volatili, più psichedelicamente folk e cantautorali, a volte vicini a certa ambiente (HUMS, CATHEDRALS OF HEAVEN, AMNESIA), altre al post rock più deviato (SUNFUCKER, SOME NEW THINGS), altre all’industrial ed al post punk (THE HUNGING MAN, MY PHANTOM LIMB), altre al folk cantautorale e sottilmente apocalittico (LEAVING MEANING, IT’S COMING IT’S REAL, WHAT IS THIS?, ANNALINE), altre ancora alla psichedelia jazzy ed improvvisata (THE NUB), tutto condito dal tipico tocco scuro e greve, ma questa volta aperto al cielo piuttosto che all’abisso, del suo capitano. 
Leaving Meaning è un’album lungo, difficile, profondo, destabilizzante ma dove si riesce a scorgere la luce oltre il tunnel, ovviamente non un album da ascolto distratto, richiede dedizione, attenzione ed immersione. Solo dopo la devozione sa spiegare le sue ali dando emozioni strane, contrastanti, pesanti e stavolta anche liberatorie. 
Leaving Meaning è un album diverso ed uguale a tutto ciò che sono stati gli Swans fino ad adesso, ed ancora una volta bellissimo.


TRACKLIST
  1. Hums
  2. Annaline
  3. The Hunging Man
  4. Amnesia
  5. Leaving Meaning
  6. Sunfucker
  7. Cathedrals of Heaven
  8. The Nub
  9. It's Coming It's Real
  10. Some New Things
  11. What is this?
  12. My Phantom Limb
INFO
ANNO: 2019
LABEL: Mute / Young God Records
WEB: Facebook


SWANS: IT'S COMING IT'S REAL


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