mercoledì 2 ottobre 2019

TORPOR: Rhetoric of the Image (Review)

SLUDGE POST METAL
Devo essere sincero, quando dalla mia redazione mi hanno passato il qui presente full lenght da recensire non sapevo minimamente chi fossero e cosa aspettarmi, ma conoscendo l’etichetta, casa dei Cranial e di altre interessanti realtà post, sludge e marce come un cadavere in putrefazione, ho accettato senza remore; e dopo aver ascoltato devo dire d’aver fatto benissimo. 
Dico solo che si sono formati nel 2012, che prima di questo hanno fatto un’altro album che era un semplice antipasto a quello che sarebbe venuto dopo, che sono in 3: Jon Taylor - Guitar/Vocals, Lauren Mason - Bass/Vocals, Simon Mason - Drums/Vocals, e che la loro musica è quanto di più soffocante e magnetico mi sia capitato di ascoltare ultimamente. 
Un senso di catastrofe imminente sorvola il primo attacco sonoro chiamato “Benign Circle”: toni ribassati, sludge zozzo, atmosfera densissima, scorie di Neurosis, lentezza funeral, aperture alla Isis, il tutto con un tocco abbastanza personale e malinconico, come se i cult of luna si fossero uniti agli esoteric.
Ricordate la meravigliosa collaborazione tra Jarboe e i succitati Neurosis (band che tornerà più volte in questi solchi malsani)? Beh nel secondo pezzo le reminiscenze sono tante: Two Heads on Gold con quell’aria soffocata, triste e cantilenante non può far altro che ricordare le spire di quel capolavoro che fu la collaborazione su menzionata, grazie anche alla magnifica seppur semplicissima vocalità di Lauren. 
Enigmatic Demand dopo un intro atmosferico profondo e ben costruito si lascia andare ad una marcia che non può non ricordare gli Isis di Oceanic per poi cadere in una spira funeral agghiacciante e risalire in territori che furoni dei primissimi Unearthly Trance, quelli di In The Red per intenderci. 
Un attimo di respiro con la quarta Mouths Full of Water, Throats Full of Ice: un intermezzo che resuscita quasi i mai dimenticati Khanate per poi però virare in un folk apocalittico degno del miglior Steve Von Till, rimembrando, come nella seconda traccia, la collaborazione di cui sopra. 
Dicevo un attimo di respiro, per poi sprofondare inesorabilmente in Mourning the Real che con i suoi 16 minuti è la traccia più lunga e anche quella in cui tutte le influenze e le potenzialità di questo gruppo vengono finalmente a galla: un saliscendi emotivo pesantissimo e necessario, profondo e dissonante, lento e struggente, schiacciante e rumoroso, perfetta chiusa di un album più che riuscito. 
Rhetoric of the image è un album personale seppur prendendo spunto dalle band succitate, si fa carico di un’atmosfera magnetica bellissima, e sfoggia una maturità che solo nei Big Brave si era riscontrata così forte e schiacciante. 
Straconsigliato.


TRACKLIST
  1. Benign Circle
  2. Two Heads on Gold
  3. Enigmatic Demand
  4. Mouths Full of Water, Throats Full of Ice
  5. Mourning the Real
INFO
ANNO: 2019
LABEL: Sludgelord Records
WEBSITE: Website


TORPOR: RHETORIC OF THE IMAGE

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...