Ero a casa quando a Novembre mi è apparso davanti l’annuncio
del tour europeo degli Amenra, che il sottoscritto aspettava da tempo e che non
aveva mai visto. Come ciliegina sulla torta, ho letto il nome “Boris” come
co-headliners, uno dei gruppi più eclettici degli ultimi 20 anni, e di cui mi
avevano sempre detto un gran bene in sede live.
Fomentato, già da subito ho prenotato tutto e ho aspettato di potermi godere la
serata del 1 Marzo come si deve. Arrivato in una inaspettatamente calda Roma,
in serata mi sono diretto al Monk, locale che non avevo mai visitato prima e
che ero altrettanto curioso di vedere. L’ingresso è stato bene o male puntuale,
e sin da subito mi sono recato davanti al palco per potermi godere il concerto
in prima fila.
BORIS
BORIS |
Alle 21.00 spaccate, come scritto nell’evento, è iniziato il
concerto. I tre giapponesi si sono presentati su un palco pieno di casse e
testate Orange, con al centro una batteria con un grosso gong dietro.
I Boris hanno presentato tutto il loro nuovo disco, colpendo l’audience e
facendo tremare l’intero locale. I suoni erano bilanciatissimi e giustamente
altissimi e il batterista istrionico ha da subito catturato l’attenzione di
tutto il pubblico, facendoci rendere conto che più che un concerto si trattava
di un vero e proprio rituale. Missione riuscita pienamente. I suoni sono stati
tra i più grossi e pesanti ascoltati dal sottoscritto.
I giapponesi sono probabilmente uno di quei gruppi con cui è impossibile
annoiarsi in sede live, la loro ecletticità li porta a variare tantissimo nella
scaletta e a tenere sempre l’attenzione dell’ascoltatore ben salda, e infatti
un’ora e venti di concerto è passata in maniera molto rapida tra gong,
fisarmoniche ed effetti su effetti.
Boris pienamente promossi, oltre alle mani ha applaudito anche l’udito.
- D.O.W.N. -Domination of Waiting Noise-
- DEADSONG
- Absolutego
- Beyond
- Kagero
- The Power
- Memento Mori
- Dystopia -Vanishing Point-
- Dear
AMENRA
AMENRA |
Passa poco più di mezz’ora, e puntualissimi gli Amenra si presentano
sul palco. Per primo sale il cantante Colin H. Van Eeckhout, che con due grandi
chiodi di metallo, assieme al batterista, da l’inizio al concerto con l’intro
di Boden. I belga hanno palesemente fatto tesoro di tutta la loro oramai
decennale esperienza e hanno allestito un muro di suono paragonabile ad un vero
e proprio terremoto. Ogni pezzo ti colpiva non solo emozionalmente ma anche a
livello di frequenze, i suoni erano alti ma tutti perfettamente distinguibili
tra di loro e di una grandezza spaventosa. Il cantante Colin ha, come al
solito, iniziato il concerto di spalle e l’ha continuato così fino alla fine,
tranne per tre occasioni in cui si è girato per pochi secondi cantando “Razoreater”,
“Nowena | 9.10” e “Silver Needle. Golden Nail”.
La scaletta è stata perfettamente bilanciata prendendo a piene mani dal
repertorio dei Mass (III, IIII, V e l’ultimo VI) e non ha annoiato neanche per
un secondo l’audience. Scenicamente il gruppo è stato ineccepibile, a partire
dall’enorme tatuaggio rappresentante un patibolo dietro la schiena del cantante
alle visuals curatissime e presenti in ogni brano. Le luci sul palco sono
rimaste dall’inizio del concerto bianche e fioche, ad eccezione di alcuni led
(sempre bianchi) presenti sotto le casse degli amplificatori. Finito il
concerto e annichilita l’audience, il gruppo è sceso dal palco lasciando
proiettato l’oramai iconico tripod e un ricordo certamente molto positivo.
Si sono dimostrati un gruppo da vedere live per essere veramente apprezzato, e
che mi godrei sempre con molto piacere.
- Boden
- Plus Près De Toi (Closer To You)
- Razoreater
- Diaken
- Nowena | 9.10
- Terziele
- Am Kreuz
- Silver Needle. Golden Nail
Un ulteriore applauso al Monk di Roma, che si dimostra un
locale grande e accogliente e una nuova affermata realtà del circuito romano,
anche per il sound del locale a dir poco ineccepibile.