lunedì 30 ottobre 2017

MONOLORD: No gods, but Monolord (Interview)

Bloom, Mezzago.

Il camerino del Bloom è una stanzetta strettissima, un buco; uno di quei buchi che se potessero parlare ne avrebbero di cose da raccontare, vista la quantità di esimi personaggi che son passati di lì da 30 anni a questa parte. Mi sembrava ovvio dunque, dopo aver stabilito accuratamente dove collocarci onde evitare calpestamenti, sceglierlo come location per intervistare i Monolord, trio sludge/doom svedese, in Italia per la loro seconda data del tour insieme ai monolitici Conan. 

Buona lettura!


1) Ciao ragazzi e benvenuti su Doommabbestia! Mi piacerebbe iniziare con qualche domanda che riguarda la vostra formazione. Vorreste raccontarci le origini dei Monolord?

ESBEN: Thomas ed io suonavamo già insieme in una boogierock band, i Marulk, ma sentivamo il bisogno di metterci alla prova e avventurarci in qualcosa di diverso. Con il tempo abbiamo capito che non poteva trattarsi semplicemente di un progetto parallelo e che avevamo bisogno di formare una band vera e propria; poi abbiamo incontrato Mika e il resto della storia già la conoscete... 


2) "Rust" (Riding Easy Records, 2017), è stato completamente mixato e registrato presso Berserk Audio, lo studio di Esben. Registrare da soli è stato un vantaggio o avete dovuto affrontare qualche difficoltà lungo il percorso? 

MIKA: In realtà è andata piuttosto bene. Abbiamo messo insieme i pezzi, pazientemente, e ci siam presi il tempo di cui avevamo bisogno prima di entrare in studio per registrare. Non abbiamo dovuto affrontare difficoltà così grandi. 

ESBEN: Berserk Audio è il mio alter ego come tecnico del suono. È il luogo in cui lavoro e trascorro gran parte delle giornate. L'unico problema che abbiamo dovuto affrontare è la costante mancanza di tempo, perché ognuno di noi ha altri impegni naturalmente. Darsi una scadenza e riuscire a rispettarla è un po' complicato, ma abbiamo accettato volentieri questa sfida. 


3) Continuando a parlare di "Rust", è piuttosto evidente il vostro interesse per l'immaginario apocalittico; la copertina del disco ne è un chiaro esempio. Volete parlarcene? 

ESBEN: Si, ma non è niente di positivo. Più che altro è una consapevolezza: l'uomo tende a distruggere sé stesso e tutto ciò che lo circonda. E lo fa con ogni mezzo possibile e immaginabile. 

THOMAS: La copertina è una foto di Arash Naghizadeh, scattata durante un conflitto in Iran. Una foto bellissima in un contesto orribile. Una volta vista, ci siamo subito resi conto che riassumeva perfettamente il tema il disco: la follia dell'uomo e il suo ignobile comportamento. 


4) Riuscite sempre a decidere in anticipo quale sarà il mood del disco? 

ESBEN: No, inizialmente preferiamo lasciare che le cose scorrano e che vengano fuori in maniera naturale. A volte le nostre direzioni si sovrappongono, ma ci piace confrontare le idee e trovare un punto d'incontro. È divertente. 

MIKA: È importante per noi spingerci oltre i nostri limiti, vedere quanto lontano possiamo arrivare. 


5) In questo momento siete in tour con i Conan come co-headliner, come sta andando? 

ESBEN: Benissimo, sono dei ragazzi in gamba. Davvero. 

THOMAS: È stato un tour impegnativo fino ad ora. Condividere il palco con i Conan è fantastico, e lo è anche vivere gli stessi spazi, condividere l'entusiasmo delle serate. Certo, hai visto il bus lì fuori...nove persone lì dentro, per tutto il tempo...può rivelarsi anche un'esperienza veramente estrema. Puoi immaginare il perché. 


6) Dando un veloce sguardo alla vostra collezione di dischi, sapreste dirmi chi sono i vostri eroi personali? 

ESBEN: È una domanda difficile, credo dipenda dallo stato d'animo in cui mi trovo in giornata. Per me non c'è una persona in particolare o una band nello specifico da venerare. Capita più facilmente che l'ispirazione venga dall'ascolto di un album intero e che poi non riesca più a separarmene. 

THOMAS: Black Sabbath sicuramente. Ascolto molto black metal svedese, old school punk. 

MIKA: Si, anche per me vale lo stesso. Nessun Dio, nessun idolo in particolare...a parte Hank Williams e Waylon Jennings (ride, ndr). In genere ascolto molta musica malinconica.
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